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Per tutto il resto della giornata Manuel non ha fatto altro che pensare a Simone, al suo ritorno, a cosa dovrebbe dirgli qualora lo incontrasse.

Per tutto il tempo, anche quello trascorso con Daniele, è rimasto come rinchiuso in una bolla d'aria, in cui non sentiva nulla a parte rumori confusi e la voce ovattata del suo ragazzo che, nonostante gli parlasse, lui non ascoltava davvero, ma faceva solo finta di interessarsi ai suoi discorsi.

Finalmente, giunta la sera, si è disteso a letto da solo con i suoi pensieri assordanti e il ventilatore da soffitto azionato a velocità elevata.

Nel silenzio e nel buio della notte si dimentica persino che avrebbe dovuto studiare, preso com'è a immaginare possibili scenari d'incontro con Simone, a ricordare frammenti di vita passati insieme, e questo ha contribuito a fomentare la sua agitazione, come se quella che prova non sia già abbastanza.

Immagini di momenti condivisi gli scorrono davanti agli occhi come una pellicola di un vecchio film in bianco e nero, leggermente annebbiati ma sempre chiusi lì, in quel minuscolo angolo della sua mente.

«Simò»
Manuel richiama il suo ragazzo intento a svolgere esercizi impossibili di matematica dal programma dell'ultimo anno di liceo.

Simone è talmente concentrato che nemmeno gli presta attenzione, chino sui libri e seduto alla sua scrivania, mentre Manuel è stravaccato sul letto del ragazzo con il libro appoggiato sul petto e una matita tenuta tra i denti.

«Oh, Simò»
«Che è?» sbuffa lui, voltandosi verso Manuel esibendo un'espressione corrugata, infastidito dall'interruzione del suo compagno nonché fidanzato da almeno sei mesi.

«Vié qua»
«Manuel, dobbiamo studiare» scuote la testa dedicandogli una smorfia simile a un sorriso.

Si alza dal suo posto sul letto per avvicinarsi a Simone e abbracciarlo dalle spalle, lasciandogli baci dietro l'orecchio, sulla mandibola, sul collo, che lui piega istintivamente appena avverte le labbra del compagno che lambiscono la sua pelle.

«Tu continui a provocarmi»
«Io? Ma non sto facendo niente» sibila Simone, con voce rauca e provata dall'eccitazione. Il contatto ravvicinato con Manuel lo rende ancora così debole, così vulnerabile, che comincia a credere non riuscirà mai ad abituarsi a una simile sensazione.

«La tua espressione concentrata mi sta provocando» pronuncia correggendosi, con un filo di voce mentre continua a baciarlo lascivamente.
Simone sorride mentre fa scontrare le sue labbra con quelle di Manuel, mantenendo il suo volto tra i palmi delle mani.

«Se domani avrai un'insufficienza non prendertela con me» conclude Simone prima di alzarsi e condurre il ragazzo verso il materasso, dove sprofondano insieme continuando a baciarsi travolti dalla passione.

«Simo...»
«Sì?»
«Sai una cosa?»
«Cosa?»
Manuel osserva l'espressione curiosa del giovane accanto a lui che lo scruta attentamente fremendo dalla voglia di sapere cosa voglia dirgli.

Ed è in quel momento che sente di essere nel posto giusto del mondo. Nel posto in cui vorrebbe rimanere per sempre, insieme a lui.
«Ti amo»

Il sorriso di Simone si spegne all'istante, non certo per il dispiacere, ma di stupore, di incredulità. Non glielo aveva mai detto prima, non se lo erano mai detto fino ad allora.
È talmente inaspettato che non trova nemmeno le parole per rispondere, e deve tastare il petto con una mano per cercare i battiti di un cuore che non sente più.

«Ma sei scemo?»
«Che? La prossima volta non te dico niente» esordisce offeso Manuel staccandosi da lui, un po' deluso dalla sua reazione.

D(')ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora