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Simone rientra nel suo appartamento sbuffando per l'ennesimo appuntamento andato disastrosamente male. Varcando la soglia di casa inciampa su qualcosa abbandonato a terra, rischiando quasi di rompersi l'osso del collo. Impreca mentre accende la luce della sala e posa le chiavi nella ciotolina sulla mensola di fianco l'entrata.

È notte fonda e in casa non si sente volare una mosca. Probabilmente i suoi due coinquilini stanno riposando o, nella migliore delle ipotesi, non sono in casa.

Leo è come un fratello per Simone, si vogliono un gran bene ma è davvero troppo disordinato per i suoi standard, mentre lui è fin troppo perfettino, e per questo motivo si ritrovano a litigare spesso sulla pulizia e l'ordine della casa. È il suo compagno di corso, un ragazzo bello e muscoloso, con la mania dello sport e dei calzini sporchi e fetidi lasciati per casa, ma ha anche un gran cuore.

Quando si sono conosciuti, circa due anni prima, Simone era a pezzi per la rottura con Manuel e Leo da subito ha cercato di sdrammatizzare e tirarlo su di morale. Ricorda che la prima sera in cui hanno cenato tutti insieme nella loro cucinola avevano ordinato cinese, e Leo per sbaglio si era preso una specie di zuppa super piccante che gli aveva bruciato le papille gustative. La visione di lui che andava girando con la lingua a penzoloni e gli occhi pieni di lacrime era per Simone estremamente divertente tanto da scoppiare a ridere a crepapelle.

Quella è stata la prima volta che rideva dopo la separazione da Manuel.

Già, Manuel. Se ripensa a lui ancora prova rancore, nonostante siano passati due anni da quando si sono lasciati in modo talmente brusco e ingiusto rispetto all'intensità della loro storia.

Si amavano da matti quei due, credevano di poter affrontare tutto insieme, ma la vita ha presentato il conto prima del previsto, mettendoli davanti a scelte scomode per il bene del loro futuro.

Durante l'ultimo anno di liceo, Simone era convinto di voler frequentare, dopo il diploma, la facoltà rinomata di ingegneria a Torino. L'aspirazione di Manuel invece era quella di studiare filosofia e rimanere a Roma, magari affittarsi un monolocale con Simone e andarci a vivere insieme.
Ma questo rimase solo un sogno irrealizzato, che presto Manuel aveva chiuso in un cassetto.

La verità è che le loro strade si erano divise ancor prima che loro stessi lo decidessero.
Simone ricorda quel giorno prima della sua partenza come fosse ieri, le promesse che si erano fatti tra le setose lenzuola della sua camera da letto.

«Manuel...»
«So che stai a pensà Simò. Vedrai che qualche mese passerà in fretta»
Il ragazzo dai lunghi ricci scomposti cerca di rassicurarlo, accarezzando il capo dell'altro appoggiato sul suo petto nudo.
Con una mano districa la chioma di Simone e con l'altra intreccia le dita alle sue.
«Ma come faremo a far funzionare le cose? Ti rendi conto che saremo distanti quasi settecento chilometri?»
«La distanza è solo un numero per chi si ama come noi Simò. Io ci credo nella nostra storia, la questione e se ci credi anche tu»
«Più di qualsiasi cosa» si è ritrovato a dichiarare senza pensarci neanche per un attimo.
«Allora funzionerà» conclude Manuel, come un tacito accordo di non lasciarsi, di rimanere insieme a ogni costo.
Si baciano, fanno di nuovo l'amore e si sentono più inseparabili che mai.

Eppure da quel momento in poi niente è stato lo stesso. Avevano provato, eccome se ci avevano provato. Il primo anno distanti, seppur duro da affrontare, erano riusciti a far funzionare le cose.
Simone ci aveva creduto davvero in ciò che erano, in ciò che rappresentavano l'uno per l'altro, ma Manuel aveva rovinato tutto.

Erano due pezzi perfettamente combacianti di un puzzle traballante, seppure spesso questi possono usurarsi e a volte spezzarsi, tanto da non riuscire più a combaciare, tanto da non riuscire più a completarsi.

D(')ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora