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Gallipoli di notte è ancora più bella, ogni passo è rischiarato dalle luci dei lampioni, delle barche spiaggiate sulla sabbia, dai faretti posti lungo il cornicione del Castello e dai colori che attraversano il cielo in fasci di luce provenienti dai locali notturni.
Pub, bar, discoteche paiono prendere vita e le strade si riempiono di giovani uomini e giovani donne alla ricerca di una serata di svago, di un aperitivo in compagnia su una terrazza vista mare, di una passeggiata romantica sotto le stelle.

Manuel, Simone e gli altri ragazzi, dopo un pomeriggio passato ad abbronzarsi sotto ai raggi cocenti del sole in spiaggia, tranne Simone che ha preferito riposare in camera in vista della serata, camminano all'unisono verso il borgo illuminato, dove tutto prende vita e si prepara alla magia della notte, dove la movida si scatena.
Si recano in un lounge bar posto lungo il cornicione del Castello, affacciato direttamente sul mare.

Simone avverte spesso lo sguardo di Manuel insistere sulla sua figura, e lui deve trattenersi per non fare lo stesso, dal momento che questa sera sembra emanare feromoni da tutti i pori.

Con la coda dell'occhio presta attenzione alla camicia bianca a maniche corte del ragazzo, che mette in risalto la lieve abbronzatura che tinteggia la sua pelle. Le cosce, invece, sono fasciate da un jeans blu scuro strappato all'altezza delle ginocchia, sneakers ai piedi e i suoi usuali boccoli tirati dietro la nuca con del gel.

Per un attimo sente il cuore balzare in gola, e deve tentare di mandarlo giù bevendo un lungo sorso del suo gin tonic direttamente dalla cannuccia nera in plastica.
Il sapore amarognolo dell'acqua tonica in simbiosi con quello dolciastro del gin invade le sue papille gustative e il liquido ghiacciato che scende giù per l'esofago gli provoca un leggero capogiro.

Ma forse questo potrebbe essere dovuto alla vicinanza di Manuel, non saprebbe dirlo con certezza.

Tuttavia, nemmeno egli rimane impassibile davanti al fascino di Simone.
Non vorrebbe provare ancora quelle sensazioni, ma il solo ammirarlo per più di qualche secondo gli fa mancare il respiro.

Pensa che le sue labbra siano petali di rosa della stessa consistenza della seta.
Che le sue braccia muscolose siano il perfetto posto in cui rifugiarsi dal mondo.
Che le dita affusolate siano le uniche adatte a intrecciarsi con le sue.

Si maledice mentalmente per questi pensieri inopportuni e, con un colpo di tosse e le dita tremolanti, sfila il telefono dalla tasca per dedicarsi al suo reale fidanzato, che lo aspetta a casa e non ha minimamente idea che lui sia ancora attratto dal suo ex.

«Matté che c'hai? Te vedo sofferente» domanda ironicamente Chicca, suscitando una risata generale, perché tutti sono a conoscenza della scottatura che il ragazzo si è beccato quel pomeriggio al mare.

«Chì ma vaffanculo va'. È colpa vostra che m'avete costretto a sta' in acqua tutto il tempo»
«Secondo me è colpa tua che n'te sei messo la crema come noi. Volevi fa er fregno e mo te sta bene» interviene Luna, mentre addenta un tramezzino dall'aperitivo post-cena che hanno servito.

«C'ha ragione, mi dispiace» afferma Giulio rivolgendosi direttamente a Matteo che lo guarda di sbiego con espressione contrariata.

«Luna ma quanto mangi? Non ti basta quello che ti sei scofanata a cena?»
«Ao, fatti li cazzi tua Simò»
Simone alza le braccia mostrando il suo sguardo da finto innocente, che purtroppo Manuel conosce fin troppo bene.

Quante volte glielo ha visto sul volto, quando faceva finta di non sapere di cosa stesse parlando, o quando doveva fargli qualche sorpresa e fingesse di non saper nulla a riguardo.
Era una di quelle epressioni che adorava di Simone, che gli strappavano sempre un sorriso.

Lo fece anche quella volta..

«Simò te movi? Ce stanno già aspetta-»
«Eccomi, eccomi»

D(')ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora