Elizabeth, quella mattina, era davvero nervosa, non riusciva a stare ferma nello stesso punto nemmeno per un minuto, torturava i suoi capelli arricciandoli intorno all'indice della mano destra, poi di tanto in tanto mangiucchiava le unghie delle mani. Era un vizio che aveva sin da quando era bambina e a volte si vergognava di come erano ridotte le sue mani, così poco curate per una ragazza di 17 anni.
Si guardò intorno, ancora per una volta, per essere sicura di non lasciare nulla in quella stanza che sperava di non vedere mai più in tutta la sua vita.
Aveva odiato così tanto quella situazione, sei anni in quel collegio che era solo un parcheggio di bambini disperati in cerca di una nuova famiglia preferibilmente migliore di quella precedente; questo era quello che anche Elizabeth sperava.
Era una settimana ormai che Elizabeth aveva saputo che era stata affidata ad una nuova famiglia ed era nervosa tanto quanto felice.
Ad attirare l'attenzione della giovane ragazza fu la voce fin troppo stridula della segretaria della preside del collegio "Signorina Collins, mi segua nello studio della preside Jansos.Sono venuti a prenderla"
Elizabeth fece un grande e profondo respiro e poi seguì la signora fino all'ufficio della preside.
Entrò nell'enorme stanza e il cuore le batteva a mille, voleva solo sapere chi la stava portando via da quel posto così monotono e noioso.
"Ecco la Signorina Collins" annunciò la preside facendo voltare la donna seduta difronte alla sua scrivania dai lunghi capelli neri "prego venga qui, si tratta di firmare solo qualche carta"
Elizabeth si avvicino alle due e quando guardò la sua nuova tutrice riconobbe un viso familiare, fu davvero felice di questo.
Julie era davvero simpatica anche se a volte troppo insistente a farla parlare.
"Ciao Elizabeth" Julie si alzò dalla sedia ber stringere in un delicato abbraccio la ragazza che sussurrò un 'buongiorno'.
Le pratiche furono abbastanza veloci, insomma solo una cinquantina di fogli da firmare ciascuno e qualche dichiarazione, quindi dopo quasi un'ora e mezza Le due donne misero le valige in macchine e partirono.
Julie era davvero felice e per questo non faceva altro che sorridere, Elizabeth invece fissava al di fuori del finestrino, era un po' in imbarazzo.
"Grazie Julie" pronunciò timidamente, credeva fosse giusto dimostrare a quella donna quanto le fosse grata.
Julie fu felice di questo, Elizabeth si era leggermente aperta con lei, ma il lavoro era ancora tanto.
"Sei mai stata a Londra?" chiese Julie e la ragazza scosse la testa "Beh, vorrà dire ora la conoscerai molto bene visto che è là che vivrai da oggi".
Elizabeth sussultò, Londra non era di certo quello a cui lei era abituata, veniva da un piccolo paese di campagna in Irlanda e per sei anni aveva vissuto in un collegio situato nel bel mezzo del nulla.
Quando arrivarono a Londra la ragazza guarda a bocca aperta la città che risultava ancora più bella di quanto lo sembrasse nelle fotografie, era caotica, grande, ma allegra e piena di etnie; quando poi arrivò di fronte alla sua nuova casa Elizabeth rimase sbalordita.
Seguì Julie verso la porta di casa ed entrando osservò quanto carina fosse, era fortemente percepibile il tocco femminile della padrona di casa, le fu mostrata tutta la piccola villetta e quella che da quel momento era la sua camera e fu felice notando che né le pareti né le coperte erano rosa o fuxia.
"Allora Elizabeth, ci sono un po' di cose che devo dirti" iniziò Julie e la ragazza la incitò a continuare con un cenno del capo "intanto benvenuta a casa" disse e Elizabeth le sorrise timidamente "Poi volevo parlarti del resto della famiglia ovvero Harry, mio figlio"
Questo preoccupava Elizabeth visto che aveva qualche problema a relazionarsi con gli altri, sperò solo che non fosse più grande di lei e nemmeno bullo.
"Ha 20 anni ma non preoccuparti è davvero un bravo ragazzo" la rassicurò.
"Dove è ora?" chiese Elizabeth mantenendo lo sguardo fisso sulla fetta di carne nel suo piatto.
"All'università, il venerdì resta sempre lì a pranzo" Julie sperava che i due ragazzi sarebbero andati d'accordo magari diventando anche amici.
Una volta finito il pranzo, con il permesso di Julie, Elizabeth si chiuse nella sua camera e prese un libro da leggere. Però non riuscì a concentrarsi a lungo sulla lettura perché non potette fare a meno di fantasticare su come sarebbe stato Harry, proprio come il ragazzo aveva fatto qualche settimana fa pensando a lei.
Spero davvero che anche questo capitolo vi piaccia:) commentate, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate!
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Black beach»h.s
Fanfiction"Sei come le spiagge nere. Magnifiche, rare, inquietanti e cupe” Crediti per l'idea a @ClaviaButera, grazie mille.xx