Se qualcuno sei mesi prima avesse detto a Meg che la sua vita sarebbe stata esattamente come l'aveva disegnata da bambina, non ci avrebbe mai creduto. Si era rassegnata a trascorrere le giornate nel grigiore di quell'ufficio nascosto tra le strade londinesi, convinta di essere destinata a portare caffè per tutta la sua carriera.
Un annuncio, un gesto impulsivo, una piccola bugia, le hanno cambiato la vita.
Avrebbe dovuto prevederlo, però, a dirlo era il suo stesso tema natale. Le stelle dicono che la decima casa della carta astrale di Meg è ferma in capricorno ed è un posizionamento tipico di chi è destinato al successo graduale, quasi lento, ma stabile. Forse raggiungere i suoi sogni alla soglia dei ventiquattro anni è anche fin troppo presto per quella congiunzione.
Non avrebbe creduto a nessuno nemmeno se le avessero detto che Abu Dhabi sarebbe stato il match point di quel mondiale. L'ultima gara. A pari punti. Il sette volte campione del mondo contro il leone incazzato in cerca di rivalsa. Il ragazzino ingestibile, aspramente criticato da tutti - qualcuno ancora è convinto che il suo approdo in formula uno sia avvenuto troppo in fretta - che vuole confermare al mondo intero che lui è pronto, è nato per essere un campione.
E Meg lo sa, lo ha visto lottare e prendersi ogni centimetro d'asfalto, cacciare indietro le lacrime amare, interiorizzare le delusioni, provare ad essere migliore, il migliore.
C'è un'aria strana nei box della red Bull quel pomeriggio. La macchina trentatré scatta in prima fila. Subito dietro, ad aspettare anche il più piccolo degli errori, Lewis Hamilton, con una fame e una voglia di vincere l'ottavo titolo che sarà difficile da placare. Entrambi lotteranno fino alla fine, consci che purtroppo solo uno dei due la spunterà.
Il fatto che l'olandese si sia preso la prima casella, in un circuito dove sorpassare è piuttosto complicato, fa già ben sperare tutti all'interno del team. Ma in red Bull sanno che la Mercedes e soprattutto un campione del mondo non va mai sottovalutato.
Meg ha gestito tutte le interviste di Max, che ha brillantemente detto sempre la cosa giusta, si è goduta ogni sua parola, ogni scintilla che aveva negli occhi, avrebbe potuto incendiare l'inferno con la carica che ha dentro. Eppure il fatto che non tutto dipenda solo dal suo talento la fa innervosire come mai prima di allora. Ci sono tanti fattori in ballo e se anche la minima cosa dovesse andare storta sarebbe davvero difficile da digerire.
Cerca di non darlo a vedere a Max, non ha bisogno di ulteriore nervosismo e c'è solo un modo che Meg conosce per calmarsi. Si defila dalla confusione dei meccanici che controllano la situazione intorno alla macchina, prima che il pilota si prepari a metterla in griglia. Trova uno spazio tranquillo e consulta il suo astrologo di fiducia: sua madre. Come ogni mattina Cassandra le ha inviato la carta del cielo di quel giorno, con l'oroscopo completo per ogni segno. Meg sa che il modo più preciso per consultare un oroscopo non è guardare solo il proprio sole, ma anche l'ascendente e se proprio vuole essere più precisa deve consultare anche il medio cielo di Max, la casa del lavoro, che il pilota olandese possiede in Vergine.
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Lo dicono le stelle - Max Verstappen
Fanfiction[completa] "Lo dicono le stelle" è la risposta che Meg utilizza per giustificare qualsiasi sua azione, anche quella più insensata. Non esce mai di casa senza aver prima ascoltato l'oroscopo, che puntualmente ci azzecca su ogni aspetto della sua vi...