Gennaio, 2009
Si era dissolta nel freddo di un mattino di gennaio e nel torpore artificiale di un lussuoso appartamento che si ergeva maestoso sulle pendici della collina di Posillipo, la benevolenza di Leonardo si era cristallizzata ed era sfumata nel rancore, nei propri confronti per aver sperato e verso colei che aveva rubato un pezzo del suo cuore solo per frantumarlo e portarlo in dote al loro aguzzino.
Era stato un incontro fortuito il loro, una casualità che aveva portato Leonardo a fantasticare, giorno e notte, sull'incantevole sconosciuta. Cecilia si era insinuata nei suoi pensieri e si era addentrata tra i suoi respiri. Eppure, aveva fatto tutto da solo, lei non l'aveva mai incoraggiato e lui dovette ammetterlo, benché a malincuore poiché incolpare qualcun altro, anziché sé stessi, rende sopportabile ogni dolorosa mancanza.
Cecilia, però, era stata chiara: era legata a un altro, seppur fosse stato Tommaso a pronunciare, ostile, il nome del temuto, e invidiato, fidanzato. L'amico fraterno l'aveva avvertito con risolutezza che fosse meglio star lontano da lei, ma Leonardo era stato sordo e, ora, pagava lo scotto della sua caparbietà con un'immagine che devastava occhi e anima: Cecilia sull'uscio di casa di Mattia, con indosso solo una camicia dell'uomo che copriva a malapena il corpo sinuoso, ma non i segni dell'amore e della colpa consumatesi poc'anzi.
«Leonardo, che cosa ci fai qui?» Cecilia chiese, portando una mano sulla bocca per lo stupore e ringraziando Dio che Mattia fosse già uscito. Era arrossita, Cecilia, il rosso della vergogna si era diffuso sulle guance e aveva nascosto il candore del viso ingenuo. Un fremito puntellò la colonna vertebrale, i battiti del cuore rimbombarono nel torace e raggiunsero le orecchie, un manto gelido, invece, intirizzì la carne, mentre la gola si seccò.
«Potrei farti la stessa domanda!» La voce di Leonardo tradì il disgusto o, forse, fu Cecilia a immaginarselo, sopraffatta dai rimorsi. «Ma, a esser sincero, non mi interessa più sapere tu cosa stessi facendo qua! Io sono venuto solo perché volevo avvisare il tuo amato fidanzato che, d'ora in poi, dovrà guardarsi le spalle. Non avrò pietà per lui, per quello che ha fatto a mia cugina. Deve sapere che lo terrò d'occhio, a lui e ai suoi maledetti compari; deve avvertire la paura, la stessa che avrà provato Loredana quando la corda si è stretta intorno al suo collo.» Il viso di Leonardo si abbassò e fu a un fiato di distanza di quello di Cecilia; avrebbe potuto sfiorare, spostandosi ancora un po', la sua bocca e prendersi quanto avesse desiderato fin dal loro primo incontro, ma l'ira non l'avrebbe tramutato in un mostro.
Leonardo non prendeva con la forza.
Leonardo chiedeva con delicatezza.
«Perché l'ha provata, sai? La paura deve aver raggelato il corpo e il sangue, nonostante fosse stata lei a decidere di farla finita poiché la vergogna era più forte del voler vivere.» si scostò da lei, quasi temesse di farsi coinvolgere, e le sue pupille vagarono sul corpo mezzo nudo della mortificata ragazza. «E volevo pure dirgli di star lontano da te, che non gli avrei mai permesso di farti del male, di toccarti,» la voce si innalzò, dura, e rimbombò tra le spesse pareti rivestite con carta da parati grigia e argentea, «ma noto che a te non dispiace affatto farti toccare da lui.»
Girò su sé stesso, incapace di guardare oltre la figura accaldata e consumata di Cecilia, immaginandosela sotto il corpo di Mattia, stringersi a lui, donargli ogni respiro e gemito, e tentò di andar via. Strinse le palpebre e serrò i pugni; l'ira esplose nel torace e incendiò lo spirito. Era un dolore acuto che avvertiva nel petto e che gli attorcigliava le budella. Leonardo si era illuso, aveva creduto di poter entrare nella vita di Cecilia, condividendo con lei la propria, ma la realtà era un'altra: la ragazza era incatenata a un amore sbagliato, malato, intriso di mancanza e sopraffazione.
Aveva desiderato aiutarla, mostrandole le fattezze dell'uomo che aveva scelto, ma Leonardo aveva capito che nessuno poteva salvarla se lei non avesse voluto. Si era finalmente illuminato, Leonardo, e quella consapevolezza ebbe la potenza di uno schiaffo sulla faccia o di un pugno, lo stesso che lui sferrò contro il battente della porta d'ingresso prima di provare ad allontanarsi.

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Il bacio dello scorpione
Roman d'amour⚠️ Momentaneamente Sospeso ⚠️ Beatrice corre tra i chiassosi e stretti vicoli di una Napoli di "mille culure", con la frenesia nelle gambe e la smania di arrivare in perfetto orario al San Carlo, laddove l'attendono le prove dell'Aida. Non è un sopr...