Capitolo 4 - Notte Caotica

260 16 0
                                    

Dopo l'ennesimo bacio Sakusa non ce la faceva più e continuando a ridere come un idiota cercava di allontanare Atsumu con la mano sulle sue labbra. Erano rimasti seduti su quella panchina per quasi mezz'ora e da quando avevano iniziato a baciarsi non avevano più smesso. Quella notte erano soli e nessuno avrebbe potuto vederli, quindi perché fermarsi proprio adesso?

<< Va bene va bene calmati! >> disse il moro fermando una volta per tutte Atsumu.

Tolse la mano dalla sua bocca e si sporse in avanti per dargli l'ennesimo bacio. Soli nel parco, liberi di essere sé stessi senza doverlo nascondere a nessuno, i due ragazzi stringevano le loro mani intrecciate e si scambiavano dolci baci senza sosta. Faceva freddo ma erano talmente impegnati che non ci fecero nemmeno caso, bastava quel contatto per riscaldarli. Sembravano una coppia normale, uguale a tutte le altre e soprattutto libera di poter esprimere il loro amore. Era come un sogno ad occhi aperti.

All'improvviso però i due ragazzi sentirono il rumore di una macchina fotografica, come se qualcuno avesse scattato una fotografia. Quando si voltarono rimasero impietriti. Un gruppo di ragazzi era davanti a loro mentre ridevano soddisfatti di aver scoperto lo scoop più sorprendente della scuola. Uno di loro aveva in mano un telefono e di sicuro aveva colto la coppia in fragrante. Iniziarono a dire cose del tipo "Chi se lo aspettava, il perfettino con quello sfigato!", "Non vedo l'ora di vedere la reazione di tutti", "Quindi il rappresentante di scuola è gay!"

Dall'altra parte Sakusa era immobile, non sapeva cosa fare e si sentiva in colpa nei confronti di Atsumu, quest'ultimo invece era furibondo. Atsumu era un ragazzo che non si era mai sentito dalla parte del "debole", aveva sempre tenuto testa a chiunque senza usare la violenza e per questo era conosciuto in tutta scuola. Nessuno aveva mai provato a prenderlo in giro oppure a deriderlo e quella fu la prima volta che accadde.

Lasciò andare la mano del moro e si alzò dalla panchina furibondo con un solo intento, prendere quel telefono e romperlo. Con lo sguardo guardava male con un senso di autorità i ragazzi davanti a lui.

<< Questi non sono affari vostri! >> urlò più infastidito che mai e deciso a voler distruggere quell'aggeggio elettronico.

Ma qualcosa lo fermò. Qualcosa fece sgranare i suoi occhi e lo paralizzò. Cominciò a sentire un senso di paura. Uno dei ragazzi dietro aveva in mano una mazza da baseball e sicuramente non aveva buone intenzioni, soprattutto adesso che Atsumu si era alzato. Non aveva mai fatto una rissa in vita sua e non avrebbe mai voluto farlo. Per quanto Atsumu fosse stronzo con chi gli dava fastidio, odiava la violenza e non avrebbe mai picchiato qualcuno. Ma in quel momento la paura iniziò a salire, si sentì in difficoltà e iniziò a temere per la sua salute e per quella del ragazzo che amava. Decise di fare l'unica cosa che poteva salvarli, ovvero scappare.

Tutto avvenne in maniera veloce. Atsumu diede un pugno talmente forte al ragazzo più vicino che lo fece cadere all'indietro e approfittando della confusione del momento prese la mano di Sakusa e cominciò a correre.

Corsero, corsero per tanto tempo senza mai guardarsi indietro. Dovevano lasciarsi alle spalle il gruppo di ragazzi ed evitarli in tutti i modi. Sakusa pensava che stessero correndo senza una meta e che si sarebbero di certo persi, invece Atsumu sapeva benissimo dove andare. Correvano mentre il sudore cominciava a scivolare dalle loro fronti e i loro respiri si fecero sempre più pesanti. Il rumore dei passi e del vociare dietro di loro non era per niente rassicurante ed aumentava l'ansia.

Si allontanarono dalla città e percorsero un tratto totalmente buio dirigendosi verso una collina isolata. Solo quando la vide Sakusa capì dove stavano andando. Su quella collina c'era il loro amato parchetto con la loro sicura casa sull'albero. Non avevano quasi più fiato ma arrivarono fino alla distesa verde e con fatica e fretta salirono le scalette della casetta. Dopo che entrambi furono dentro Atsumu ritirò la scaletta di corda e legno e la posò dentro il piccolo rifugio. Respiravano affannosamente e per loro fortuna sentirono il chiasso provocato dalla banda allontanarsi sempre di più. Finalmente erano salvi.

Insieme da una vita - SakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora