9.

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Mattia si svegliò poco prima di Christian sul suo petto nudo.
Il più grande aprii gli occhi grazie al tocco delicato del biondo che con i polpastrelli accarezzava il suo addome.
Christian si stiracchiò un po' e poi strinse a se il più piccolo.
"Buongiorno" disse addormentato e Mattia si sporse un po' per raggiungere le sue labbra dove lasciare un bacio delicato.
Si mosse ancora un po' fino a ritrovarsi a cavalcioni sul moro poggiando i suoi morbidi capelli sul petto dell'altro.
Quel contatto pelle contro pelle fece strano a Christian, era successo tante volte eppure quella mattina suscitò ancora qualcosa di più forte, qualcosa di incontrollabile.
Christian gli accarezzo la schiena come si fa con i bambini per farli calmare. Quella pelle così liscia e così calda che sotto al suo tocco sembrava contrarsi.
Il più grande aveva bisogno di Mattia, aveva bisogno del suo corpo, di sentirlo vicino ma sapeva che non poteva sorpassare il limite senza il suo consenso. Aveva paura di spaventarlo, di allontanarlo e l'ultima cosa che avrebbe voluto era perderlo.
Gli piacevano così tanto quei momenti dove i loro corpi si toccavano, dove la loro pelle fremeva sotto al tocco dell'altro.
Gli piaceva passare i polpastrelli sull'addome scolpito di Mattia che puntualmente si contraeva per il freddo delle dita e i muscoli sembravano ancora più definirsi.
Lo faceva impazzire tutto ciò e non voleva finisse solo per la voglia di avere di più.
Dopo 10 minuti in quella posizione per Christian stava diventando difficile colmare ciò che sentiva così prese parola mettendo le mani sui fianchi del minore.
"Dai alziamoci".
Avevano fatto tardi la sera prima e Mattia non era abituato a ciò così si limitò a rannicchiarsi di nuovo accanto a Christian che si alzò per mettere una maglietta. Neanche il tempo di infilarsela che il biondo si era di nuovo addormentato e lui non aveva il coraggio di svegliarlo. Lo guardo per qualche secondo soffermandosi sulle labbra semi aperte, dalle guance paffute e il viso angelico.
Decise così di andare in cucina per preparare la colazione da portargli in camera.
Afferrò un vassoio su cui mettere due fazzoletti per la torta e due bicchieri.
Al bancone c'era anche Alexia che, già sapendo, gli passò il succo ACE dicendo un "buongiorno" .
Alexia la sera prima aveva sentito tutto, la porta sbattere, il rumore di baci e le soluzioni erano due. O uno dei due si era portato a casa una ragazza, cosa che sarebbe stata strana e insolita sopratutto conoscendo suo fratello, oppure erano proprio loro due.
Non voleva però fare conclusioni affrettate e sopratutto metterlo in imbarazzo. Sapeva che gli avrebbe parlato appena si sarebbe sentito pronto ma la domanda gli uscì dalla bocca così come la pensò.
"Ma ieri sera che è successo?"
Christian non aveva pensato al fattore sorella in casa e diventò subito rosso in volto.
"Niente perché?" Rispose imbarazzato.
"Chri, lo sai che ci possiamo dire tutto, ti posso anche dare una mano lo sai"
Quelle parole un po' lo rassicurarono, ma la realtà era che davvero non era successo nulla, solo le solite provocazioni.
Non aveva paura di dirle di essere innamorato di un ragazzo, aveva paura di dirle chi era il ragazzo ma comunque parlò, o almeno cercò di parlare.
"Sai che per me Matti è molto importante e... abbiamo un rapporto..."
Non riusciva a parlare di lui senza tremare.
Cominciò a versare il succo nei bicchieri, senza mai guardarla negli occhi. "Diciamo che.."
" non c'è nient'altro da dire Chri, tranquillo" disse Alexia.
Lui alzò lo sguardo per la prima volta da quella mattina e si senti a casa nei suoi occhi, gli occhi così familiari della sorella che erano sempre stati pronti ad accoglierlo quando si sentiva perso.
Si senti tranquillo.
"Attento solo a non ferirlo, dagli i suoi tempi sai che ci tiene tanto a te"
Si, Mattia ci teneva davvero tanto a Christian. Era una delle poche cose per le quali viveva. Tra la danza e la famiglia.
Se si parlava di Christian Mattia diventava la persona più fragile del mondo.
"Buongiorno" disse esso arrivando.
"Ah ti sei svegliato, ti stavo portando la colazione in camera"
Mattia arrossii. "Grazie Chri"
Alexia capii la situazione e decise di andare a fare colazione in camera.
"Preparatevi veloce che ci hanno chiesto di uscire"
Quel pomeriggio passò strano.
Sembrava come se il più grande stesse evitando il biondo, cosa che gli stava dando ai nervi.
Al loro gruppo si aggiunse proprio quella sera una bellissima ragazza alta, con i capelli lunghi, boccolosi, mori, profumata di vaniglia. Indossava una gonna nera con sopra una camicia bianca, molto semplice, estivo ma allo stesso tempo quasi elegante.
La cosa che a Mattia piacque molto fu che a questo out fit, munito di calze, lei abbia abbinato delle Air Force e non delle scarpe col tacco.
Al minore avevano sempre attirato le ragazze un po' più "maschili" vestite con la tuta, struccate ma in quelle occasioni bastava un tocco di sportività su dei vestiti eleganti a farlo andare fuori di testa.
Così quando lei si avvicinò a Mattia ritenendolo davvero un bel ragazzo lui prese la palla al balzo per far ingelosire Christian che se ne stava bello a chiacchierare al bancone con i suoi amici.
Lui seduto sui divanetti della discoteca, non bevendo neanche si stava annoiando davvero tanto.
Elisa, così si chiamava lei, si avvicinò con due lattine di Coca-Cola in mano.
Porgendogliene una disse "posso?"
Sorrise.
Mattia si fece un po' più in là accogliendola accanto a lui.
Passarono la serata a chiacchierare e quando lei cominciò a flertare il biondo gli resse il gioco.
Non era uno che usava le persone, in alcun caso lo avrebbe fatto ma per attirare l'attenzione Christian questo ed altro, Christian che ogni tanto dava un'occhiata e incrociava lo sguardo di Mattia, sapeva volesse giocare, sapeva volesse solo farlo innervosire, e fu li che capì.
Non era che lui stesse aspettando che Mattia fosse pronto. Doveva esserlo lui. Doveva sentire quell'adrenalina è quella consapevolezza che la gelosia gli stava dando in quel momento.
Quando lei schiocco un sonoro bacio sulla guancia paffuta del più piccolo il moro lasciò tutto lì come era e si avvicinò ai due.
"Ciao Christian, come stai?"  gli fece sfacciato il biondino ancora seduto e alzando i due zaffiri blu verso di lui che si immerse in essi.
"Tutto apposto" disse freddo.
"Andiamo a casa?" fece prendendolo per il braccio e alzandolo quasi come se fosse un bambino e lui il padre.
Elisa sembrò capire tutto e con un sorriso sulle labbra disse "tranquillo vai, ci sentiamo"
Sapeva che non lo avrebbe risentito, o almeno, non come avrebbe voluto lei.
"Che stai facendo" Christian sbotto non appena ragazza si fosse allontanata.
"Voglio le tue attenzioni, che non mi stai dando da quando sei uscito" disse avvicinandosi pericolosamente alle labbra del moro che dovette distogliere lo sguardo da lui e fare un lungo sospiro per trattenersi ma quando riposò i suoi occhi verdi nei due oceani davanti a se decise di annullare la distanza, lì davanti a tutti.
Passarono così tutta la sera, a guardarsi, a ballare, a toccarsi, a darsi così tante di quelle attenzioni che per due persone normali basterebbero per una vita ma per loro due erano addirittura poche.
Una volta tornati a casa si lasciarono andare completamente.
Christian sembrava così alle prime armi che in quell'occasione fu Mattia a dovergli dire di stare calmo ma alla fine lui lo era.
Erano loro due, i loro respiri, i loro profumi, i loro corpi mescolati.
Il calore così famigliare eppure così nuovo.
Quelle linee mai scavallate ora erano state rotte e nessuno dei due sembrava avere rimorsi.
Era quello che alla fine volevano.
Si volevano, loro due e basta. &

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