3.

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POV. Mattia
Erano passate 3 settimane.
3 settimane sul divano a studiare teoria.
3 settimane con un tutore alla caviglia che non mi faceva camminare.
3 settimane con Christian accanto, e di questo certo non mi lamentavo.
Quando la sera non si aveva nulla da fare ci mettevamo tutti seduti e i ragazzi mi raccontavano le loro giornate. Chi in sala ballo e chi in saletta per i nuovi inediti.
Ogni tanto accompagnavo Christian a lezione e poi aspettavo finisse le ore in sala relax. Mi annoiavo ma almeno gli stavo vicino e dagli specchi trasparenti riuscivo a guardarlo ballare. La notte sognavo lui, il suo movimento e quanto avrei voluto ballare con lui non si poteva spiegare a parole.

Una mattina la Celentano mi chiamò.
Quel giorno ero molto felice ma altrettanto stanco, ero appena tornado dall'ultima seduta di fisioterapia. Avrei potuto ricominciare a ballare tenendo sotto controllo l'infiammazione.
Ero solo in casetta, erano tutti a lezione, compreso Chri.
"Ciao Mattia, ci mettiamo sulle scalinate?"
"Salve maestra, certo"
Risposi e cercando di non farmi male raggiunsi gli spalti e mi sedetti.
"Mattia tu sei quattro settimane che sei fermo e credo non sia giusto"
Il cuore mi si spezzò un po'
Passavo le giornate a studiare i libri di latino e classico che la maestra mi aveva mandato e a fare fisioterapia. Mi stavo impegnando per rimettermi in piedi al più presto e ce la stavo facendo.
Quelle parole fecero sembrare tutto questo nulla.
"Ma maestra, io mi sto impegnando, ho anche studiato tutto...non so che altro fare"
"Mattia per me sarebbe più giusto, anche per te, che tu esca, ti curi senza fretta e poi ti ripresenti a settembre"
Era escluso per un semplice motivo. Christian.
Non avevo la fantasia di ribattere perché sarei diventato arrogante e non mi è mai piaciuto esserlo.
Mi ammutolii, stranamente.
"Ma il tuo maestro non è d'accordo sul mandarti via e quindi ho indetto delle audizioni per trovare uno sfidante per te e quando starai meglio farai questa sfida."
"Okey grazie maestra"
Non potevo controbattere dicendo cose per le quali poi mi sarei sicuramente pentito.
Lei attaccò.
Sinceramente non capivo. Mi ero così impegnato eppure...
In quel momento entro Chri e io avevo cominciato a camminare per tutto il salone.
Lui con una faccia corrucciata mi disse "Matti che fai, siediti" lasciando cadere a terra il borsone.
Venne verso di me poggiandomi le mani sulle spalle "Matti siediti o vuoi farti ancora più male?"
Il cuore ogni volta mi scoppiava quando si preoccupava per me.

POV. Christian
Era successo qualcosa. Era incazzato.
Lo feci per prima cosa sedere sul divanetto e io mi misi vicino a lui.
Cercai di parlare ma lui mi precesse
"La Celentano vuole farmi fare una sfida"
Pesi un battito.
"Come una sfida"
"Si una sfida." Disse incazzato, alzandosi di nuovo e ricominciando a camminare avanti e indietro.
Misi però un attimo da parte tutta la rabbia perché c'era una bella notizia...

POV Matti
Ero così tanto arrabbiato da questa scelta che avrei voluto tirare i pugni al muro ma proprio in quel momento Christian disse qualcosa che mi fece fermare a guardarlo a bocca aperta.
"Puoi tornare a ballare"
Ma, in che senso. Il dottore mi aveva detto che dovevo aspettare un altra settimana.
"Ma che stai dicendo" dissi incredulo.
"Stavo provando in sala con Todaro ed ad un certo punto è entrato il medico con i referti delle lastre e non so che altro.
Stanno lì a leggere per buoni due minuti poi alzano la testa verso di me e Todaro fa -può ballare- e quindi sono corso qui"
Non gli diedi neanche il tempo di finire di raccontare che lo avevo già preso per mano e trascinato fuori fino alle sale.
In quel momento la sfida è come se si volatilizò, non c'era più. C'era solo il "puoi tornare a ballare".
Entrai in sala tre ancora per mano a Christian che mi seguiva ridendo.
"Eiii vai piano campione"
"BUONGIORNO" dissi a trentadue denti.
"Te lo ha detto?"
Mi girai verso Chri lasciandogli la mano dicendo un "si" molto convinto. Ero davvero felice.
"Si campione ma dobbiamo andare piano, una lesione al tendine non sono cose da poco, si infiammano facilmente e lo sai"
A spegnere il momento magico fu stranamente proprio Christian
"La Celentano lo vuole mettere in sfida"
Il mio sorriso scomparve e Todaro lo guardò sconcertato per poi passare a guardare me.
"È vero?" Annui alla sua domanda.
"Chri, ci lasci soli?" io gli lanciai uno sguardo prima della sua risposta per dire "andrà tutto bene" ma fu più un "non lasciarmi solo".
Lui fece un cenno di assenso con il capo e uscì.
Io e il mestruo ci mettemmo seduti uno davanti all'altro, separati solo dal plexiglas.
"Tu sai che questa sfida si farà tra 7 giorni vero?"
"Me ne andrò" dissi scoraggiato, abbassando la testa.
Todaro sapeva che era solo demoralizzazione e sapeva anche che potevo farcela.
"Matti guardami" alzai lo sguardo verso di lui.
"Pensi che io non l'abbia vista la sfidante? L'ho vista ai provini e sono sicuro che sia lei. Basta il tuo 10% per batterla ma un 10% fatto bene, devi metterci la testa Matti"
Lui sapeva sempre come spronarmi, più che un professore era un amico.
È così ricominciai, piano piano, passo dopo passo.
Così per una settimana.
La sera prima però...

Christian Pov.
"Matti..." sussurrai.
Guardai la sveglia vicino a me. Le 4 del mattino.
"Matti sei sveglio?"
In genere anche se dormiva quando lo chiamavo si svegliava e assonnato si girava sempre verso di me, ma lui mi dava ancora le spalle.
Forse dormiva profondamente.
Rinunciai e diedi le spalle al ragazzo che già le dava a me.
Ad un certo punto senti un sussurro. "Chri.."
"Matti" risposi.
Mi girai velocemente e accesi la lampada sul comò.
"Che hai?" Dissi mettendomi seduto sul letto.
"Ho paura" rispose lui singhiozzando. Piangeva. Incredibile come quel ragazzo passava dal sembrare così duro e sicuro all'essere fragile ed aver bisogno di qualcuno, di me, come io di lui.
"Ma di cosa matti"
Io mi infilai nel suo letto abbracciandolo e spegnendo la luce poco prima accesa da me stesso.
"Paura di non essere abbastanza" sussurrò nuovamente.
"Tu non devi sentirti abbastanza, tu lo sei"
Il fatto che volessi baciarlo, lì in quell'occasione fece scattare di nuovo qualcosa nel mio cervello quando lui strinse l'abbraccio.
Io piano piano mi sfilai da lui, un po' contro voglia e tornai nel mio letto.
"Notte Matti. Devi stare tranquillo. È tutto nella tua testa" e forse l'ultima frase era un po' anche per me.
Tutto nella mia testa.
Era successo già altro in quelle settimane che lui era stato fermo si, ma tutto in modo leggero e non ne avevamo mai parlato.
Non pensavo fosse... o forse. Ma era possibile provare amore per un ragazzo?
Non volevo fare neanche mosse avventate, non volevo ferirlo per fargli provare qualcosa e poi scappare subito.
Forse la cosa migliore sarebbe stata allontanarmi da lui. Non dargli più quello che già gli davo. Non far succedere neanche più quelle piccole cose che a me facevano impazzire.
Il mattino dopo mi alzai presto, o forse meglio dire che dalle 4 non dormii più.
La mente troppo occupata.
Anche Mattia era già in piedi e la voglia di abbracciarlo e rassicuralo era tanta ma nella mia
mente continuava a rimbombare "è sbagliato ciò che provi"
"Gigi..." dissi entrando in cucina.
Oltre a Matti e me anche Luigi era sveglio, per fortuna.
"Hai dormito Chri?" mi chiese lui guardandomi in faccia. Smunto, con le occhiaie, bianco. In realtà era un po' che non riuscivo a stare bene e a dormire.
"Poco" risposi sedendomi di fianco a lui con la tazza di tè davanti.
"Parla amico" mi disse. Luigi è stato uno dei ragazzi che mi è stato vicino dal primo momento è mi fidavo di lui.
"Forse provo qualcosa per Mattia, ma non so..."
dissi non finendo la frase. Pensavo che potesse dare in escandescenze, evidentemente non era una cosa così scioccante e lui calmo come l'aria in estate puntualizzo "hai visto come lui ti guarda vero?"
Abbassai la testa. "Ti mangia con gli occhi Chri"
Non risposi. "Dove sta il problema?"
"Fra il problema è che è un ragazzo" dissi secco.
"E ti sembra un problema?" Disse con aria quasi da rimprovero
"Ho paura di ferirlo, perché magari quello che sento non è davvero quello che sento"
"Non vuoi illuderlo in poche parole"
Io annuii.
"Christian, ma tu nella tua vita, ti sei mai innamorato?"
"Si ma di una ragazza"
"E prima di metterti con lei non avevi questa paura?"
"No..."
"Allora amico mio non ti sei mai innamorato"
Disse alzandosi e lasciandomi lì con un dubbio in meno, o forse altri 5.
"Trai le tue conclusioni" disse tornando in camera.
Ero innamorato di Mattia e stavolta non c'era nessun ma, nessun cassetto, solo io e lui. Solo questione di trovare il coraggio.

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