5.

533 24 0
                                    

Pov Mattia
Ricordo il primo bacio con Christian come se fosse ieri.
Era ottobre e dopo una lezione davvero stancante andai in sala relax.
Ricordo che in quel periodo ero davvero confuso.
Non sapevo nulla di me e mi ero accorto di non sapere nulla di Christian. Magari prima mi diceva cose come "non saprei che fare senza te" e subito dopo mi parlava della sua ex, di come si faceva anche trenta minuti di moto solo per starci insieme un oretta, di come si sentiva innamorato e di come lei lo aveva lasciato dicendo che lui non era abbastanza.
A quella storia, che mi raccontò più volte era, che reagivo inspiegabilmente molto stranamente.
Mi sentivo geloso e turbato.
Geloso perché non ho mai avuto nessuno da amare così e sopratutto non riuscivo a capire come qualcuno potesse dire a Christian che non era abbastanza. Questo ragazzo è davvero tutto quello che si cerca.
Mi resi conto di essere innamorato di lui quando un pensiero affiorò nella mia mente. "Vorrei solo poter farlo sentire abbastanza".
Provavo a fare ciò che pensavo in amicizia, ci ho provato più e più volte ma il mio cuore a un certo punto sentiva di esplodere e quel giorno nei bagni della sala relax esplose decisivamente.

Anche Christian aveva appena finito le lezioni ma erano extra quindi non sapevo della sua presenza.
Mi avventai sulla porta del bagno dei maschi per sciacquarmi la faccia e per poco non gli finii addosso.
Ci ritrovammo per la prima volta volto a volto. Tenevo una mano sul suo busto per mantenere la distanza che ovviamente volevo azzerare. Il mio corpo fremeva. Erano giorni che volevo semplicemente assaporare il sapore delle sua labbra e ogni volta che parlavamo seduti vicini finiva sempre con la stesa frase "perché mi fissi le labbra?" chiedeva il moro divertito e io, sempre con le guance rosse, rispondevo "stavo guardando le lentiggini" abbassando la testa e sorridendo un poco.

In quel momento di panico misto a tensione Christian fece un passo indietro.
Ci guardavamo in faccia, ora a una distanza più consona, senza dire nulla.
In quel momento ripensai a tutti i momenti passati insieme in quel mese e mi resi conto di essere proprio cotto di lui. Il mio corpo andava sempre a cercare il suo e in quel momento non pensavo ad altro se non a volerlo baciare.
Christian sembrò leggermi nel pensiero perché, quasi correndo, quasi avendo il bisogno di unire le labbra alle mie prese il mio viso fra le sue mani e mi baciò.
Mi baciò, il bacio che avevo più aspettato in assoluto ma anche il meno realistico che io abbia mai potuto vivere.
Mi baciò e poi uscì dal bagno senza dire nulla.
Io mi sciacquai la faccia e uscii a mia volta.
Dopo di che non parlammo affatto di quello che era successo, anzi, addirittura come prima cosa mi chiese "come è andata oggi?" e una delle nostre solite conversazioni infinite cominciò.
Cominciò anche se il mio corpo fremeva, anche se ero rosso in faccia dall'imbarazzo che ora provavo verso di lui.
Fu anche lì che capii quanto avessi bisogno delle sue piccole attenzioni, piccoli contatti, piccole parole.
Avevo bisogno di sentirlo vicino, di notte, di giorno, la sera, durate le lezioni.
Era indispensabile.
Eppure ora è così lontano quel momento che mi sembrava irreale.
L'altra sera è stata magica.
È come se io e lui avessimo accettato questo nostro stato che di certo non era solo d'amicizia. Io non volevo ferire lui e lui non voleva ferire me.

Ero lì, sdraiato sul divanetto, la testa sulla pancia di Carola.
Lei mi accarezzava i capelli ancora un po' bagnati dall'acqua della doccia.
Al mio fianco Christian che ascoltava interessato la giornata di Luigi. Giornata che non seguii per nulla. Troppo impegnato a guardare lui, a contare tutte le piccole lentiggini che si ritrovava.
Troppo impegnato a sentire i brividi quando mi sfiorava con le dita. Troppo impegnato a sentire quanto il mio cuore battesse forte per lui.
Mi risvegliò da tutto questo Carola sussurrando un "lo logorerai se continui a fissarlo così".
Christian evidentemente si era accorto di quanto lo stessi fissando e quando si girò verso di me i nostri sguardi si incrociarono. Fino a quel momento avrei girato la testa e guardato da un altra parte ma ora no, avevo il coraggio di sostenere il suo sguardo che gridava palesemente un "voglio stare con te" come palesemente lo gridava il mio.
Mi alzai dando la scusa dell'essere stanco, diedi una pacca sulla spalla a Christian e tornai in camera.
Chiusi la porta che dopo poco ti riapri.
Mi girai.
Christian.
"Non volevi sentire la giornata di Aisha?" Dissi ridendo.
"Mi interessa solo la tua di giornata"
Disse buttandosi sulle mie labbra. Era così bello, così liberatorio.
Le sue mani sui miei fianchi le mie mani sul suo volto che bruciava.
Christian si staccò da me solo per levarsi la felpa e sdraiarsi sul letto dove lo seguii. 🛑I nostri corpi erano finalmente a contatto, le nostre labbra finalmente chiuse in un bacio, le nostre menti svuotate.
Mi resi conto di essere completamente fottuto quando lui sussurrò un "sei l'unica cosa che conta in questo momento" sorrisi, e sorrisi ancora di più quando lui capovolse la situazione.
Ora era lui sopra di me sostenendosi sulle braccia per non mettere peso su di me. 🛑
Non so in quel momento che movimento feci ma sentii di nuovo lo stesso dolore, anzi peggio, alla caviglia.
Se fino al momento prima stavo vivendo la cosa più bella della mia vita ora stavo passando il momento peggiore.
Christian scattò in piedi preoccupato.
Io tirai un urlo.
"È finita" pensai.
E forse un po' avevo ragione.

Pov Christian
I brividi mi percorrevano il corpo che poche ore prima tremava per un altro motivo.
O meglio, il motivo era sempre lo stesso, Mattia. Ma mentre un ora fa stavamo sul letto ora su esso sono solo.
Lo hanno di nuovo portato via. Ad un certo punto ha tirato un urlo levandomi tutto ciò che avevo di felicità da dentro il corpo.
Mi strinse a lui.
Prima che lo portassero via di nuovo questa volta fu lui a dirmi "scusami"
Erano ormai un po' di ore che rimuginavo sul quel "scusami"
Ormai le luci erano spente. Ero anche molto stanco e stranamente riuscii ad addormentarmi con ancora in testa i nostri corpi che strusciavano fornendo l'un l'altro amore, Amore e solo Amore.

La mattina dopo mi svegliai.
"Matti" sussurrai girandomi verso il suo letto.
Il gelo si fece strada dentro di me quando vidi esso vuoto.
Non c'era.
Mi alzai preoccupato e con fare isterico mi diressi verso la cucina.
Il battito rallento quando lo vidi dormire sul divano ancora con il giacchetto in dosso.
Mi avvicinai a lui, gli accarezzai la guancia liscia, lui mugolò.
Guardai l'orario sull'orologio e vidi che erano le quattro di mattina, potevamo dormire ancora qualche ora così decisi di portarlo in camera.
Lo presi in braccio e lo posai sul letto come fosse fatto di vetro.
Gli sfilai il giubbotto e una volta rimboccate le coperte lo guardai dormire.
Mi girai per rimettermi al letto ma il mio cuore ne aveva bisogno, aveva bisogno delle sue braccia, del suo calore, del suo profumo.
Così mi voltai di nuovo verso di lui e mi stesi vicino a Mattia che sentendo la mia presenza si fece piccolo sotto il piumone, rannicchiato sul mio petto, come a voler essere protetto e lo avrei fatto, lo avrei protetto fino alla morte perché io senza di lui ero assolutamente nulla.

The best lifetime Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora