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Pov. Mattia
La sveglia suonò come per svegliarmi ma in realtà se avevo dormito lo avevo fatto poco.
Quel giorno era il giorno.
Avrei fatto quella benedetta sfida.
La caviglia ancora dava fastidio, faceva male ma cercavo di non pensarci, di non dargli nessun peso.
Invece cosa alla quale davo molto peso era una frase che mi girava in testa da ormai una settimana "non sono abbastanza".
Mi alzai scattando dal letto e notai quello di Christian vuoto.
Mi chiusi in bagno, come sempre.
Neanche 10 minuti e una mano busso alla porta.
"Sto bene" risposi poco convinto.
Passarono altri 5 minuti e pensando che lui se ne fosse andato per poco non gli finivo addosso.
Lui era rimasto lì.
Mi aveva aspettato, come sempre. Ero davvero a tanto così dal baciarlo ma lui fece un passo indietro.
"Tutto apposto?" mi chiese.
Nel frattempo ci incamminammo verso la cucina dove lui però aveva già fatto colazione.
"Non riesco a darmi fiducia"
"Matti anche stanotte te l'ho detto, è tutto nella tua testa"
Disse aprendo il frigo e prendendo il succo all'ACE.
"Quando sarai lì, pensa alla musica o a qualunque altra cosa che ti faccia stare bene e il corpo farà da se senza dolore"
Afferrai il bicchiere che mi aveva appena versato e lo guardai.
Sapevo cosa fare

"Oggi abbiamo da fare una sfida" disse entrando in studio Maria subito dopo aver salutato tutti.
Il mio cuore batteva a mille e cercavo di ripetermi è tutto nella tua testa
"Una sfida molto importante perché parliamo di Mattia"
Tutto il pubblico cominciò ad urlare e in qualche modo a darmi forza, il cuore si scaldò.
Mi alzai e andai al centro dello studio.
"Come ormai tutti sappiamo Mattia si è infortunato 4 settimane fa ed ha ricominciato a ballare da solo una settimana. Prima di tutto..."
Lei distolse lo sguardo dal cartoncino e cercò i miei occhi che però guardavano a terra.
"...come stai?" mi chiese.
"Sto bene, ancora un po' di timore è oltre a ciò un po' di dolore"
"Sei teso?" "Molto Maria" risposi sorridendo. Un sorriso quasi isterico.
"Allora facciamo una cosa, parliamo un po', in queste settimane ti ho seguito dai monitor per tenerti d'occhio anche per la caviglia e infatti dopo parliamo anche con il signorino seduto lì" disse indicando Christian che conoscendolo si sarebbe voluto sotterrare. Mi girai a guardarlo ed era diventato tutto rosso sopratutto quando tutti cominciarono di nuovo ad applaudire e urlare.
Avevo paura di ciò che avrebbe potuto raccontare Maria, tra le notti passate insieme a parlare, ad abbracciarci, vari episodi che pensavamo fossero passati inosservati. Tra bagno, sala relax... ma evidentemente no.
Non so cosa avrebbe potuto dire.
Con mio stupore però mi chiese con un sorriso sul volto che mi fece capire che lei sapeva
"chi ti ha aiutato di più in queste settimane?"
"Mi hanno aiutato tutti, Serena, LDA, Luigi, Albe ma sicuramente la persona che mi è stata più vicino è stato Christian"
Dissi senza peli sulla lingua. Mi girai nuovamente e vidi un sorriso che mi riempi il cuore. Quel sorriso, il suo.
"Immaginavo" disse Maria.
"Voi volete dire qualcosa a Mattia prima della sfida?"  si rivolse un po' a tutti, sia ai ragazzi che alla giuria ma prima parti un applauso generale con tanto di sei bellissimo da parte del pubblico. Ringrazia e arrossii. In quelle settimane nei momenti liberi ero riuscito a prendere il telefono e vedere cosa dicessero di me online e devo dire che avevo un fandom davvero bello, avevo letto tante cose carine ed era anche grazie a loro se non ho mollato.
La Peparini prese parola "Mattia io pur non essendo del genere riconosco che hai un grande talento anche per la tua tenera età e spero che comunque vada tu non ti fermerai, per nessun motivo."
Mi faceva piacere sentire parole del genere da una prof con cui non avevo neanche lavorato.
"Matti sai cosa penso di te, tu di stare qui te lo meriti e fino a quando il dottore non mi dirà che non puoi ballare tu qui ci resti"
Todaro mi era stato accanto tutto il percorso è ha sempre creduto in me, gli dovevo tanto.
"Per me come ti ho già detto non meriti di stare qui"
Non volò una mosca. Era la Celentano, neanche il pubblico si azzardava a dargli contro.
Maria fece entrare la ragazza che cominciò a ballare subito, io mi misi da parte a provare i primi passi.
"Jive?" chiesi quasi mimando,a colpa della musica alta, a Todaro.
Lui annuì. Provai i primi passi ma faceva davvero male.
Mi demoralizzai subito da far scendere le prime lacrime, sia dal dolore che dalla delusione.
"Non ce la faccio" dissi a Raimondo.
"Si che ce la fai" solo con quell'espressione detta quasi con cattiveria mi diede forza, ma non tanta da convincermi.
Guardai Christian che mi stava guardando a sua volta. Si indicò la fronte. È tutto nella tua testa.
Poteva come non poteva essere ma dovevo farcela.
La musica cominciò a suonare.
All'inizio pensavo a farmi trasportare ma il dolore era così acuto che avrei voluto urlare ma il mio corpo si muoveva come niente fosse.
A metà della coreografia non ce la facevo più e pensai a Christian.
Pensai alle sue attenzioni, ai baci rubati e a tutta la situazione. Dovevo farcela per me ma anche per lui.
Mi sentivo libero e per i secondi rimanenti non sentii dolore, solo una grande sensazione di libertà.
Finii di ballare e tutti applaudivano. Anche i miei compagni erano in piedi.
"Io sono apposto" disse Nancy Berti, la giudice.
Feci i complimenti alla ragazza anche se non l'avevo guardata affatto.
Il cuore batteva a mille.
"Siete tutti e due molto bravi ma Mattia è tecnicamente superiore"
Tutti applaudivano, io mi rannicchiai su me stesso.
Ringraziai tutti mille volte e so che forse non è giusto ma in quel momento pensai solo a non sarò lontano da Christian e anche un altra frase ora mi rimbombava nel cervello.
Allora forse valgo davvero qualcosa.
Andai a recuperare la felpa sentendo dolore alla caviglia ma non diedi peso.
Mentre afferravo la cosa più importante Todaro mi sussurrò "hai visto? Sono fiero di te".
Quella frase mi riempi di amore ma la cosa che riuscì a strapparmi il sorriso per tutto il resto della puntata fu Christian che mi aspettava in piedi. Mi buttai fra le sue braccia.
Le braccia di Christian.
Le braccia che ora sapevo di volere più di ogni altra cosa solo per me.

Pov. Christian
Lui era ancora lì con me.
Lo abbracciai e si era sudato, ma profumava lo stesso di ciliegia e non riuscivo a capire come.
Era il ragazzo perfetto.
Ecco avevo detto bene.
Il ragazzo e questa cosa non riuscivo a togliermela dalla testa. Stavo così bene con lui e quando stavo solo il mio cervello volava, volava dappertutto fino ad arrivare sempre alla stessa domanda ma tutto questo è giusto?

Mattia continuava ad avere dolori alla caviglia ma sopportabili. Un po' mi preoccupava ma fino a quando diceva di farcela e di star bene a me bastava averlo accanto.

Una sera tornai in casetta dalla scuola tutto sudato. Avevo provato e riprovato un pezzo modern.
Decisi così di farmi una doccia.
Entrai in bagno e tra una canzone di Eminem e una di Irama mi buttai sotto l'acqua calda.
Il momento della doccia è sempre stato il momento migliore della giornata ma da quando avevo intenzione di dire tutto a Mattia era davvero la parte migliore della giornata perché la mia testa inventava sempre scenari nuovi di come avrei potuto dichiararmi e sempre mi avvicinavo molto all'avverarli ma puntualmente mi bloccavo.
Quella sera rinunciai a farmi film mentali, volevo solo rilassare il mio corpo dolorante.
Cominciai a pensare a veramente la situazione come stava.
Ci provochiamo come due 15enni in calore o solo come due ragazzi confusi.
Mentre ero nel mezzo dei miei pensieri sentii la porta aprirsi e richiudersi.
Non riuscivo a scorgere dalle pareti opache e appannate della doccia chi fosse ma riconobbi subito i ricci biondi, il profumo di ciliegia e poi la sua voce "sono io".
Cosa ci faceva Mattia lì dentro.
Non sapevo proprio come comportarmi.
"Sono appena tornato, se aspetto che finisci tu me la faccio domani mattina. Posso?"
Domanda retorica. Entrò.
Il suo corpo perfetto, senza nessuna imperfezione si avvicinò pericolosamente al mio che, anche se ero più alto in confronto a lui, sembravo più minuto.
Il mio cervello andò in pappa alla vista di quegli occhi blu abbinati a un corpo quasi scolpito.
Così in pappa che riuscii a dire solo un "si, tranquillo" mezzo tremolante.
Strano perché li quello che era sempre stato il più "forte" ero io, quello che andava sempre a stuzzicare ero io, eppure in quel momento mi sentivo sotto a un tir.
Già non sapevo comportarmi quando usciva dalla doccia con solo un asciugamano in vita.
L'acqua gli bagnò i capelli per poi scivolargli su tutto il corpo rendendolo lucente. Ci ritrovammo viso a viso quando in quel momento mi maledii per aver aggiunto proprio quella sera alla play list "Still D.R.E." solo per la nuova coreografia.
Mannaggia a me.
Eravamo lì in silenzio.
Uno di fronte all'altro.
Ci guardavamo negli occhi ma fu più forte di me, gli guardai le labbra.
Lo baciai, un bacio veloce. Come se fosse il primo.
Poi ci guardammo di nuovo e come se già ne fossimo in astinenza riunimmo le nostre bocche.
Feci due passi avanti, gli accarezzai il volto con la mano.
Sorrise nel bacio e ciò mi fece impazzire ancora di più se possibile.
Quella sensazione durò ancora per poco però perchè il mio cervello sembro riacquistare lucidità per un secondo.
"Lucidità"
Quel cassettino che avevo chiuso a chiave qualche settimana prima sembrò riaprirsi.
Io uscii dalla doccia senza dire nulla
Fu la cosa peggiore del mondo. Se avessi saputo non sarei mai uscito, mi sarei goduto tutto ciò che Mattia voleva darmi, felicità.
Invece lo lasciai li, dopo il bacio più bello della mia vita.
Dopo il più bel bacio.
Il problema era che non era il primo che ci donavamo allo scuro di tutto.
Oggi però avevo fatto la stupidagine. Lo avevo allontanato nel bel mezzo di esso.

Quella stessa sera ci comportammo come se nulla fosse successo.
Non eravamo soliti parlare di ciò che accadeva.
Matti andò a dormire presto, stancato dalla giornata e accusando ancora dolore alla caviglia.
Io rimasi a parlare con Luigi, di nuovo.
Verso mezzanotte tornai in camera.
Lui dormiva.
Mi fermai un po' a guardarlo e mi maledii per quanto successo quella stessa sera.
Lo avevo davvero allontanato?
Così mi misi nel letto insieme a lui inevitabilmente svegliandolo.
Si girò verso di me ed eravamo nuovamente a pochi centimetri di distanza che decisi di annullare.
Labbra contro labbra, di nuovo, nel giro di poche ore.
Mi avvicinai ancora di più a lui ma Matti si staccò da me di poco per chiedermi "sei sicuro?"
Era l'unica cosa a cui pensavo ogni ora e da quella sera non riuscivo a pensare ad altro se non "l'ho ferito"
Non dissi nulla, lui capì, capì come sempre dal mio silenzio che ero sicuro. Sicuro di me, della scelta che stavi facendo e di lui.
Le nostre gambe diventarono solo un groviglio, le mani incrociate e le lebbra così tanto bramate erano finalmente mie. Era tutto così ordinato, come una danza tra pensieri, respiri e labbra.
Ero così felice in quel momento.
Gli accarezzai il volto e lui si addormentò così, abbracciato a me.
Finalmente non c'erano più voci nella mia testa che diceva che quello che stavo facendo era sbagliato.
Mattia è la persona che volevo e che voglio.
Mattia è un raggio di sole nella mi vita è non avrei mai voluto cambiare le cose.
Avrei voluto solo fermare il tempo.

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