Capitolo 11

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Le braccia di Christian erano ancora appoggiate alle spalle di Mattia, continuavano ad osservarsi senza dire nulla. Il tempo si era bloccato, non riuscivano a muoversi perchè troppo concentrati l'uno sull'altro.

Il biondo era perso dentro al verde degli occhi dell'altro che non erano mai stati belli come in quel momento, forse li stava guardando per quel che erano per la prima volta. Riuscivano a riflettere tutto il mondo che avevano dentro, tutto quello che era Christian: una persona meravigliosa, vera e che riusciva a scaldargli il cuore come nessuno.

Averlo vicino, sapere di poter sempre contare su di lui sembrava l'unica cosa che potesse renderlo felice: non aveva bisogno di altro. Aveva cercato di evitare quella certezza per troppo tempo ma ora riusciva a capire quanto fosse fortunato ad avere nella sua vita quel ragazzo che avrebbe fatto di tutto per lui. 

Poteva sembrare qualcosa di superficiale e momentaneo, in fondo erano giovani e a quell'età i sentimenti si vivono ancora più forti ma non era così: quello che stava crescendo tra loro e nei loro cuori era un sentimento vero, basato sul rispetto reciproco. Si poteva dire che il loro rapporto era più maturo di quanto non fossero loro stessi e li stava facendo crescere anche personalmente. Stavano imparando cosa volesse dire volere veramente bene a qualcuno, ovviamente c'era tanto di positivo in quello ma c'era anche tanto sacrificio e pazienza. I momenti belli passati a ridere e scherzare, a ballare insieme, a chiacchierare spensierati fino alle tre del mattino, si opponevano alle preoccupazioni per quello che stava accadendo all'altro e alla paura che nel rapporto cambiasse qualcosa. Ne valeva la pena? I due avrebbero risposto di sì, assolutamente sì perchè viversi ogni giorno come facevano loro era qualcosa che non avrebbero scambiato con nient'altro al mondo.

Mattia sentiva le dita di Christian che gli sfioravano il collo, si stava godendo ogni tocco delicato che il moro gli stava dedicando e il suo cervello si scollegò completamente, incapace di ragionare in modo sensato. Non era di certo la prima volta che gli succedeva, anzi la maggior parte del tempo della sua vita la passava così, sempre un po' distratto da qualcosa che non sapeva nemmeno lui cosa fosse. In quel momento conosceva il motivo però, aveva davanti la distrazione più grande di tutte: la presenza di Christian la maggior parte delle volte lo distaccava completamente dalla realtà e quella volta in particolar modo. 

Quello che seguì non fu un gesto pensato ma qualcosa che arrivava direttamente dal cuore, fece quello che si sentiva di fare.

Annullò la distanza tra loro e andò a posare un bacio delicatissimo sulle labbra del moro, non c'era malizia in quello che stava facendo ma solo l'intenzione di sentire l'altro ancora più vicino. Non riuscì nemmeno a considerare i rischi di quello che stava facendo, non si configurarono scenari di alcun tipo nella sua mente.

Christian lo lasciò fare ma quando il ragazzo si ritrasse non lo lasciò andare, lo prese per la maglietta e portò il corpo del biondo ancora più vicino al suo, facendo riunire le loro bocche. Aveva aspettato quel momento, in fondo lo sapeva, e ora che era arrivato avrebbe voluto non finisse mai: quel tenero tocco gli aveva fatto provare una scarica di adrenalina pazzesca che prima di allora aveva provato solo sul palco, era una sensazione che aveva sempre amato come se in quel momento niente e nessuno avrebbe potuto annullare la sua felicità.

L'innocenza del gesto di Mattia si trasformò in qualcosa di più quando il moro andò a mordergli delicatamente il labbro inferiore, passandogli sopra la lingua che appena trovò l'accesso si insinuò nella bocca del biondo, andando a cercare la sua. Le bocche si sfioravano e le lingue si cercavano, andando a creare un movimento sinuoso e perfetto. 

Mattia sospirò quando il moro spostò le mani lungo i suoi fianchi, stringendoglieli leggermente e sorrise sulla bocca dell'altro. Infilò le dita tra i capelli mori dell'altro avvicinandosi ancora più a lui. 

Aprirono leggermente gli occhi e osservandosi capirono che la situazione stava sfuggendo loro di mano: avevano i capelli totalmente scompigliati, le guance rosse non perchè fossero in imbarazzo anzi era completamente a loro agio ma per la temperatura dei loro corpi e le pupille dilatate per il piacere che stavano entrambi provando. I cuori erano accelerati e il fiato corto ma cercarono ugualmente di riprendere il controllo di se stessi e del proprio corpo.

Si staccarono e rimasero con le fronti appoggiate e gli occhi chiusi, assaporando ogni istante di quel momento incredibile che avevano appena vissuto.

Mattia riaprì gli occhi e li spalancò.

Christian pensò al peggio, credeva che l'altro si fosse pentito di ogni cosa e per un attimo smise di respirare.

< Cazzo è tardissimo, devo andare in sala > disse il biondo.

Tirando un sospiro di sollievo e sorridendo per le costanti dimenticanze dell'altro, Christian rispose con il tono più dolce che potesse avere: 

< Dai vai, scemo >

Mattia recuperò velocissimo il borsone in fondo alla camera e passando a fianco a Christian gli diede un bacio a stampo come se fosse un gesto che era sempre solito fare e se ne andò, ricordandosi solo in quel momento di non avere nemmeno pranzato.

Aveva gli occhi dei ragazzi tutti puntati addosso perchè nessuno capiva cosa fosse appena successo nella stanza verde, dato che avevano sentito delle urla e poi più niente, assolutamente niente. In più l'espressione di Mattia era completamente rilassata e loro non ci stavano più capendo nulla. Ignorandoli completamente per evitare domande che l'avrebbero fatto tardare ulteriormente, andò a recuperare una barretta energetica e uscì quasi correndo, dirigendosi verso la sala di prova. 

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