Capitolo 6

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I giorni passavano, alcuni erano più impegnativi mentre altri più rilassanti, c'erano volte in cui i ragazzi riuscivano a ritagliarsi momenti per loro stessi o per stare con i nuovi amici che iniziavano a conoscere. Si stavano creando dei rapporti e si percepiva: erano un gruppo unito ma c'era chi si stava più simpatico e chi meno, era inevitabile.

Nella stanza verde tutti si capivano sempre al volo, i tre ragazzi sembravano nati per abitare insieme: avevano la loro routine e il fatto di essere tutti ballerini era un punto a loro favore, si potevano aiutare a vicenda e questo li avvicinava ancora di più.

C'era da dire che Dario spesso si assentava e lo faceva per due motivi principali: il primo era una ragazza dai capelli ricci e mori, di qualche anno più grande di lui che lo aveva completamente catturato. Forse era stata la sua voce perfetta o il suo modo di fare da bimba che viveva un po' sulle nuvole ma comunque, qualsiasi fosse il motivo, il ballerino si era preso una bella cotta per lei e passava le sue giornate standole appiccicato. La seconda spiegazione per le sue assenze ripetute risiedeva nella volontà di non ritrovarsi in mezzo a situazioni imbarazzanti fra i suoi compagni di stanza: più e più volte gli era capitato di essere fra incroci di sguardi e frecciatine pungenti che lo mettevano a disagio. Era molto curioso di capire che tipo di rapporto avessero quei due, sembrava bello e vero ma anche strano, non riusciva a comprendere cosa passasse loro per la testa. Non si era mai sbilanciato a parlarne con nessuno, anche per non creare pettegolezzi infondati, ma certe volte gli era sembrato che i due stessero flirtando. Comunque, nessuno dei due gli aveva mai parlato di niente di simile, anzi entrambi gli avevano detto quanto si volessero bene e che non avrebbero mai pensato di trovare un amico così importante proprio dentro la scuola. Il ballerino quindi aveva pensato che fossero immaginazione e fantasia a fargli credere cose che non erano, il dubbio però gli rimaneva quindi preferiva lasciarli soli, almeno quando era possibile.

Se Dario negli ultimi tempi si teneva lontano dalla stanza verde, per Christian e Mattia le cose erano molto diverse: i due non vedevano l'ora di rilassarsi sui loro letti, la sera senza che nessuno li disturbasse, chiacchierando tra loro e raccontandosi le giornate passate in sala prove. Sentivano di essere al sicuro tra quelle mura, si sentivano capiti e potevano lamentarsi di tutto ciò che volevano. All'inizio avevano avuto paura di non riuscire ad abituarsi ai microfoni, alle telecamere puntate su di loro ogni giorno e a tutti gli orari ma ben presto se ne erano dimenticati e quando erano insieme questo senso di sicurezza aumentava: si creava una bolla in cui potevano entrare solo loro. In quelle prime settimane, c'erano state tante difficoltà per entrambi: compiti e coreografie non sempre semplici ma erano riusciti senza problemi a sostenersi a vicenda, a volte con qualche aiuto da parte dei loro compagni.

La settimana corrente però sembrava peggiore delle altre per entrambi ma in particolare per Mattia che stava cercando in tutti i modi di portare a termine un compito che gli era stato affidato dalla Celentano ma che non riusciva proprio a fare. Erano giorni che lo provava in sala ma niente, aveva serie difficoltà: la coreografia gli era stata affidata la settimana precedente ed era un passo a due con Serena, il vero problema erano le prese che doveva imparare a fare. Lui essendo un ballerino di latino, non le aveva mai studiate, non aveva mai nemmeno provato a farle ed era davvero dura, in più sentiva l'ansia salire perchè se non fosse riuscito a farla non avrebbe creato un problema solo a sé stesso ma anche alla ballerina.

Con questi pensieri, si buttò sul letto coprendosi il volto con il cuscino per sfogare tutta la frustrazione che si era tenuto dentro nelle ore precedenti. In sala non c'era tempo di piangere o disperarsi, doveva sfruttare tutto il tempo che aveva per lavorare e imparare tutto quello che poteva dai professionisti. Sentì la porta sbattere ma non si mosse dalla sua posizione, non aveva voglia di parlare con nessuno, voleva solo rimanere solo e capire come risolvere i suoi problemi. In realtà sapeva che parlarne con qualcuno lo avrebbe fatto stare meglio ma aveva paura che spiegare tutto ad alta voce gli avrebbe fatto realizzare di non essere in grado di portare a termine quella sfida.

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