Capitolo 15

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Christian sbadigliò, era stata una giornata impegnativa e non era di certo finita. Sentiva il bisogno di parlare con Mattia per chiarire le parole dette a Maria quel pomeriggio ma prima aveva bisogno di una doccia.

Si svestì e sotto lo sguardo attento del biondo, coricato sul letto con le cuffie nelle orecchie, si diresse verso il bagno con solo i boxer a coprirlo.

Mattia non sapeva nemmeno dove e cosa guardare, quel corpo era perfetto in ogni suo centimetro: aveva visto Christian entrare in camera e sollevare i lembi della maglietta viola che indossava e piano piano sfilarsela, scoprendo quel corpo magro ma tonico, con un leggero accenno di muscoli; poi si era sfilato i pantaloni e l'occhio del biondo era automaticamente caduto sul sedere sodo che aveva raramente la fortuna di poter vedere, sempre coperto dai pantaloni larghi della tuta. Rimaneva sempre in estasi alla vista dell'altro ed era convinto che non si sarebbe mai stancato di osservarlo perchè ci sarebbe sempre stato qualche dettaglio che gli sarebbe sfuggito e avrebbe potuto scoprire la volta successiva.

Vide la porta del bagno riaprirsi e si accorse che si era perso in quei pensieri per tutto il tempo in cui l'altro era sotto la doccia: altra prova della sua fissazione per quel ragazzo. Quando pensava a lui i minuti passavano ad un velocità doppia, si estraniava completamente dalla realtà e finiva in un mondo dove esisteva solo Christian.

Con solo i pantaloni addosso, il moro era andato allo specchio, che si trovava proprio davanti al letto del biondo, per controllare i capelli che erano ancora leggermente bagnati.

Mattia si sfilò immediatamente l'auricolare, attento ai movimenti del più grande che era riuscito nuovamente, a catturare tutta la sua attenzione solo entrando nella stanza e senza nemmeno dire nulla. Riusciva a pensare solo alla voglia che aveva di toccarlo, di sentirlo sulla sua pelle, sulle sue labbra, la sua mente non riusciva a calmare quei pensieri e quindi decise semplicemente di non farlo, di seguire quello che sentiva.

Si avvicinò a Christian, cingendogli i fianchi da dietro, gli posò delicatamente le labbra sul collo perdendosi nel profumo dolce del bagnoschiuma sulla sua pelle. Percepì la reazione dell'altro e potendo osservare la sua espressione attraverso lo specchio: lo vide chiudere gli occhi mentre piegava la testa quasi a dirgli quanto stesse apprezzando quelle attenzioni e sul suo viso comparve un sorriso dolce, sereno che fece tremare le gambe al biondo. Sotto il tocco delle dita che aveva spostato sulla schiena del moro, percepì il brivido che gli percorse il corpo.

Mattia aspettò che riaprisse gli occhi e poi diede sfogo ai suoi pensieri:

< Sei bellissimo cazzo >

Christian non aveva mai creduto di essere bello e faceva fatica a credere ai complimenti, si sentiva sempre in imbarazzo a riceverli, non sapeva proprio come rispondere. In quel momento sorrise perchè quelle parole erano state dette come se fossero una carezza ma decise comunque di cercare di svincolarsi da quella situazione con l'ironia:

< Ah si? E sentiamo, cosa avrei di tanto bello? >

Ma Mattia prese quella domanda molto sul serio e facendolo girare, spostò le mani ai lati del collo per guardarlo negli occhi:

< Hai gli occhi più particolari del mondo: sembrano marroni, poi li guardi e ti perdi ad osservare questo verde incredibile che quando sorridi risplende. Per non parlare di queste> disse spostando i pollici sulle sue guance cosparse di piccole lentiggini < sono così sexy che non saprei nemmeno come descriverle > e appena smise con quella piccola carezza, gli depositò due piccoli baci nello stesso punto.

L'altro non sapeva cosa dire ed era diventato rosso per l'imbarazzo ma non ebbe nemmeno il tempo di elaborare una risposta sensata perchè Mattia proseguì nella sua spiegazione dettagliatissima e assolutamente oggettiva di Christian.

< Posso dire con certezza che hai le labbra più morbide del mondo > sorrise, passandogli anche in quel punto il pollice, facendo socchiudere la bocca all'altro che nonostante l'ansia del momento stava facendo fatica a placare gli ormoni impazziti. La situazione peggiorò quando Mattia, senza alcun preavviso, spostò verso il basso le mani e le strinse il sedere dell'altro, dicendo < Questo parla da solo >

L'autocontrollo di entrambi era finito parecchio tempo prima e dopo quel gesto del più piccolo non riuscirono più a trattenersi: si saltarono letteralmente addosso, cercando un contatto più stretto, più intimo. Le labbra si scontravano, le lingue danzavano insieme, i respiri si mischiavano. Non riuscivano a pensare a niente se non all'eccitazione che provavano, alla voglia che avevano l'uno dell'altro e che avrebbero dovuto per forza colmare in qualche modo altrimenti sarebbero di certo impazziti.

Christian trascinò Mattia in bagno così da evitare le telecamere, sfilandogli la maglia che era diventata di troppo in quel momento. Chiuse la porta alle proprie spalle e decise di sfilarsi il microfono dal collo, per poi fare la stessa cosa con quello di Mattia. Le mani del moro accarezzarono ogni punto del petto dell'altro mentre Mattia continuava a passare le sue sul culo di Christian, infilandole nei pantaloni e palpandolo direttamente sulla pelle nuda.

Più l'atmosfera si scaldava, più quelle carezze diventavano aggressive quasi a voler far fondere i loro corpi. Christian alzò leggermente il piccolo facendolo sedere sul mobile del bagno e in un gesto repentino, che dimostrava tutta l'eccitazione del momento gli sfilò insieme pantaloni e mutande, scoprendo l'evidente erezione che il piccolo aveva tra le gambe.

Si abbassò e con una scia di piccoli baci che partirono dall'ombelico, arrivò a depositarne uno proprio sulla punta del pene di Mattia, in un gesto goffo tanto quanto dolce. Lo sentì muoversi, incapace di rimanere fermo per la troppa adrenalina che stava scorrendo nelle sue vene. Così continuo e leccò l'asta lungo tutta la sua lunghezza poi, cercando di calmare il proprio cuore che gli stava uscendo dal petto per le troppe prime volte che stava per vivere tutte insieme, prese in bocca l'erezione.

Mattia stava impazzendo, non si aspettava che il moro prendesse una tale iniziativa e la sorpresa lo aveva eccitato ancora di più. Sentiva la bocca di Christian accoglierlo, la saliva scorrergli sulla pelle sensibile, cercava di trattenersi dal non andare incontro ai movimenti dell'altro per non dargli fastidio ma stava diventando davvero difficile.

< Chri... > disse tra un sospiro e l'altro, un gemito trattenuto e l'altro < sto per venire >

L'altro nonostante fosse concentrato su quello che stava facendo e sulla propria eccitazione che continuava a crescere ogni secondo di più, comprese le parole del biondo e si spostò, proprio mentre l'altro raggiunse l'orgasmo.

Christian si riportò all'altezza del biondo e tenendolo per i fianchi gli posò qualche tenero bacio sul collo, aspettando che riprendesse fiato e che riacquistasse un po' di lucidità.

Quando riaprì gli occhi, Mattia vide la scena più erotica della sua vita: Christian che andava a recuperare dal proprio petto qualche goccia dello sperma del più piccolo e se la portava alla bocca. Il moro aveva la mente completamente annebbiata dall'eccitazione e voleva sentire il sapore di Mattia, ne aveva fisicamente bisogno in quel momento.

Quella sera non aveva pensato, aveva solo agito e tutte le paranoie che gli avevano svariate volte, attraversato la mente lo avevano abbandonato: nei giorni precedenti, pensando ai momenti di intimità che avrebbe potuto avere con Mattia aveva avuto timore di sbagliare qualcosa, che all'altro non piacesse quello che gli avrebbe fatto ma in quel momento tutto gli era sembrato perfetto così e a giudicare dalle espressioni e dai gemiti trattenuti, anche all'altro sembrava essere piaciuto. 

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