Niall's Pov
"Amore, vieni a letto?" Mi chiese dolcemente Jessica accarezzandomi la spalla ed andando oltre alla mia scrivania mentre usava delle salviette umidificate per struccarsi il viso. Le rivolsi uno sguardo tranquillo cercando di non sembrare troppo preso da ciò che stavo facendo.
"Devo finire delle ultime cose di lavoro..." risposi con altrettanta calma nascondendo il pacchetto di Pandora in un cassetto, se lo avesse visto avrebbe subito pensato che fosse un suo regalo e sicuramente si sarebbe arrabbiata se poi avesse scoperto il contrario.
"Dai, non puoi finirle domani mattina?" Domandò impaziente togliendosi la camicia da notte di seta, che le avevo regalato per il suo diciannovesimo compleanno, rivelando un completo di pizzo nero. Le sorrisi distogliendo però lo sguardo dal suo corpo per riportarlo sul foglio di carta, ancora bianco, che avevo davanti. Non mi sentivo più molto preso da Jessica, le volevo bene ma niente di più.
"No davvero, fra pochi giorni dovrò iniziare un processo molto importante..." non le stavo davvero mentendo, avevo davvero un caso importante tra le mani, solo non le stavo dicendo la verità su quello che stavo facendo in quel momento. E per quanto avrei voluto andare a letto, mi sentivo in obbligo di scrivere qualcosa a Megan, un qualcosa, anche solo una parola o una frase per dargliela insieme alla collana che le avevo preso.
Non so perché facevo tutto quello, forse non ero felice di ciò che avevo già, sapevo benissimo che Jessica non era più adatta a me, ma stavamo insieme da tanto e ormai mi ero abituato all'idea di averla sempre al mio fianco... E poi Megan era molto interessante ed altrettanto intelligente, e mi attraevano troppo queste due cose, ma mi trattava in modo freddo e questo mi faceva impazzire.
Nessuno mi aveva mai rifiutato- ripensavo tra me e me, ormai mi sembrava che lei stesse diventando la mia sfida. Ma l'idea di un altro rifiuto mi faceva arrabbiare, forse non mi voleva, ma non capivo perché.
Per molto tempo avevo guardato solo le belle ragazze senza andare molto oltre all'aspetto estetico e me ne stavo pentendo solo in quel momento. Avevo ventisette anni, ero un ragazzo con la testa sulle spalle e avrei voluto avere una famiglia, in un futuro non troppo lontano, ma ormai mi rendevo sempre più conto che quel progetto non era realizzabile con Jessica. Lei aveva appena vent'anni ed era una ragazza abbastanza frivola, sicuramente l'idea di avere un bambino non l'avrebbe attratta, né ora né tra qualche anno.
"Domani parto per Parigi e ci resterò un paio di giorni..." Piagnucolò guardandomi con occhi tristi, le sorrisi appena prima di risponderle con velocità.
"Ti prometto che ti verrò a prendere in aeroporto tesoro" le dissi cercando di essere dolce, mi morsi il labbro con prepotenza pentendomi di quell'offerta all'istante, avrei voluto invitare Megan a mangiare fuori quel giorno.
"Oh non serve, verrà uno dei fotografi,
ma mi faccio portare nel tuo ufficio così staremo un po' insieme, va bene?" Domandò con voce sensuale stendendosi sul letto lentamente. Non andava bene, Megan era in ufficio."Hm certo" borbottai riportando lo sguardo ancora una volta su ciò che stavo cercando di fare.
Presi una penna elegante che tenevo in un cofanetto di velluto rosso bordeaux svitando con calma il tappo, per non sembrare troppo agitato. Cosa avrei potuto dirle? Scartai, nella mia testa, velocemente le solite frasi che scrivono i parenti o gli amici per queste occasioni, avrei voluto scegliere qualche cosa di particolare e diverso, qualche cosa che non si sarebbe dimenticata nel giro di una settimana.
Mi venne in mente una frase che avevo riletto recentemente, non era niente di veramente particolare, ma pensavo fosse perfetta per questa occasione. Presi un respiro profondo prima di trascriverla sul foglio bianco, quando ebbi finito la rilessi un paio di volte prima di piegarlo ed inserirlo dentro una busta che siglai con le iniziali del mio nome e cognome.
Il problema non è fare la cosa giusta. E' sapere quale sia la cosa giusta.
Ripensai a quella frase per un po', cercando di coglierne a pieno il significato. Sapere qual'è la cosa giusta può risultare difficile in molte situazioni, dopotutto come in quella in cui ero io. Era giusto che Megan facesse parte della mia vita? Che con lei condividessi i miei problemi, le mie paure, le mie preoccupazioni? Se avesse saputo com'era la mia vita veramente, non avrebbe mai accettato, ne ero certo.
Senza pensarci ancora molto, inserii il pacchetto dorato contenente il gioiello e la lettera all'interno di una scatola che avrei voluto spedirle in forma anonima, il fatto che dovesse intuire il mittente mi eccitava, il pensiero che lei pensasse a me mi faceva sorridere sempre di più.
La mi attenzione venne catturata dal rumore fastidioso del campanello di casa che mi fece borbottare. Era quasi mezzanotte e non avevo idea di chi potesse essere, non aspettavo visite da nessuno. Mi alzai controvoglia trascinando le ciabatte che portavo ai piedi al piano inferiore, facendo attenzione alle scale di parquet abbastanza scivolose a causa della cera che aveva passato la domestica qualche ora prima. Aprii il portone d'ingresso ritrovandomi davanti una figura scura, con la luce fioca dei lampioni della strada non riuscivo a capire chi fosse, ma la sua voce arrivò prima ancora che potessi chiederglielo.
"Niall ho bisogno del tuo aiuto" sussurrò Zayn con tono preoccupato ed impaziente, mi voltai verso le scale sperando che Jessica si fosse già addormentata. Il moro si girò verso la strada come a controllare che qualcuno non lo stesse seguendo.
"Entra amico" sorrisi aprendo meglio la porta per permettergli di entrare, lui ricambiò il saluto appoggiandomi una mano sulla spalla, per poi fare qualche passo verso il soggiorno. Si sedette sul divano appoggiando lo zaino scuro, che aveva portato con sé, sopra un tavolino.
"Dovrò andarmene per un po' da Londra" annunciò senza guardami negli occhi, come se si stesse vergognando delle sue parole.
"Cosa devo dire agli altri?" Mormorai prendendo posto accanto a lui, intuivo il perché delle sue parole, ma non osavo chiederglielo. Il moro si voltò osservandomi per alcuni istanti, stava decifrando il mio sguardo, era una cosa che faceva sempre, parlava prevedendo le reazioni degli altri, era una sua dote che lo aveva sempre aiutato molto nel suo lavoro.
"Coprimi, dì che starò per un po' dai miei, inventati una balla Niall" disse alzando un po' il tono della voce, annuii capendo ciò che dovevo fare.
"Perrie lo sa?" Chiesi conoscendo bene la ragazza, sicuramente si sarebbe preoccupata molto, troppo, nel sapere che il suo ragazzo era sparito.
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The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)
FanfictionNiall mi guardò per qualche istante con un velo di preoccupazione negli occhi prima che le sue labbra si piegassero in un sorriso, un sorriso rassicurante e sincero. Capivo che cosa voleva dire, e cosa avrei dovuto fare. Era come camminare al buio i...