Capitolo 37- Vuoto e lavoro

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Volevo ringraziare ancora Samantha_Robertson per la splendida copertina, tutti i crediti e i complimenti vanno a lei ❤️

"Il ventiquattro ottobre il suo cliente ha dato il via alla pubblicazione di immagini ritenute indecenti, per l'articolo quindici della legge sulla privacy, della mia cliente Rosalyn Johanna Kansas" dissi con tono sicuro appoggiando su un ampio tavolo di vetro dei documenti che attestavano la veridicità di quanto avevo appena detto.

L'altro avvocato prese quei fogli con lentezza esaminandoli attentamente uno ad uno. Ci trovavamo nel palazzo della Horan Practice, un piano più in basso rispetto a dove avevo lavorato fino a quel giorno; infatti c'era uno spazio apposito per ricevere i propri clienti per confrontarsi con la parte avversaria oppure c'erano ampie sale per tenere conferenze o assemblee. Nel complesso però era molto più tranquillo.

"Questo atto di diffamazione nei confronti di Rosalyn deve essere gravemente punito" aggiunsi con tono acido, lanciando un'occhiata al ragazzino che continuava a tenere lo sguardo fisso a terra. L'altro avvocato annuì restituendomi quei documenti.

"Ha intenzione di denunciare il mio cliente Luke Hemmings?" Domandò poi lui sistemandosi meglio gli occhiali da vista. Guardai per un istante la ragazza che sedeva al mio fianco, anche se sapevo già la risposta. Aveva uno sguardo leggermente assente e scrutava con apparente impazienza quello che una volta era stato il suo ragazzo. Sembrava avere più paura di perderlo di quanto potessi immaginare.

"No ma, dopo averne discusso con i signori Kansas, vorremmo un risarcimento di cinquemila sterline" risposi estraendo un modulo da una bustina trasparente passandola gentilmente all'altro avvocato.

"C-cinquemila?" Il ragazzo biondo alzò lo sguardo sorpreso dischiudendo leggermente le labbra sulle quali sporgeva un piercing argentato. Il suo avvocato gli toccò con cortesia il polso facendogli cenno di tacere.

"Sì caro" sospirò la madre di Rosalyn guardandolo con un velo di disprezzo prima di sistemarsi i capelli con una mano. "Mia figlia dovrà cambiare anche la scuola a causa tua, la sua reputazione sarà per sempre infangata dal ricordo di questo fatto e..."

"Signora Kansas" la interruppi trattenendo uno sospiro che stavo per emettere. "Lasci svolgere a me il mio lavoro, per cortesia" risposi meno educatamente di quanto mi sarei aspettata. Lei si voltò verso il marito bisbigliandogli qualcosa.

"Come aveva accennato la madre della mia cliente, richiediamo cinquemila sterline per effettuare il cambio della scuola e per pagare delle eventuali spese per libri ed altri oggetti utili in ambito scolastico. Una piccola parte potrà poi essere a disposizione di Rosalyn se avrà bisogno di altri tipi di aiuti o sostegni" spiegai impaziente guardando l'avvocato di fronte a me. Era molto giovane e probabilmente anche per lui quello doveva essere uno dei suoi primi casi. Quella, quindi, era la mia indiscussa occasione per spiccare, non l'avrei sprecata.

"Penso sia appropriata come soluzione" l'avvocato abbozzò un sorriso prendendo una penna elegante dalla sua ventiquattrore marrone mentre borbottava qualcosa di non udibile.

"Cosa succederà ora?" Chiese Luke Hemmings senza distogliere lo sguardo dalla bionda seduta al mio fianco. La domanda probabilmente era rivolta a noi, ma si capiva chiaramente che non gli interessava sapere che cosa sarebbe accaduto riguardo la sua persona, a lui interessava di lei.

"Sotto un certo punto di vista possiamo ammettere che tutto questo sarà dimenticato, per quanto possibile. Visti i suoi buoni voti a scuola non succederà niente al suo curriculum scolastico..." rispose il suo avvocato alzandosi dalla poltrona ed abbottonandosi la giacca.

"Uh" Gli occhi del ragazzino saettarono verso l'uomo. "Vuol dire che ne uscirò così?" Chiese con un velo di amarezza nella voce, non capivo a che cosa volesse arrivare. Sembrava quasi deluso da quello che era successo, non molto dal suo errore, ma dal modo in cui avevamo agito, quando invece avevamo solo cercato di non rovinare in maniera troppo pesante la vita dei due giovani.

"Cinquemila sterline non sono poche Luke" lo sgridò il padre che era già in piedi accanto all'uscita, gli unici due ancora seduti erano i due ragazzi che si fissavano con intensità negli occhi. Sembrava ci fosse qualcosa di così forte che li unisse, un legame invisibile, un filo che non si riusciva a percepire, ma che ero sicura ci fosse.

"Mi dispiace Rosy, mi dispiace così tanto" mormorò il biondino alzandosi dalla sedia e avviandosi verso l'uscita. I signori Kansas guardarono la figlia facendole segno di uscire, ma lei spostò lo sguardo infastidita sul ragazzo che stava uscendo in fretta dalla piccola sala.

"Ho sbagliato io Luke" disse piano la ragazza prendendo la sua borsa e avvicinandosi molto più piano verso la porta, ormai era l'ultima ad essere rimasta lì. Il ragazzino non l'aveva sentita, non aveva sentito le sue scuse e probabilmente non lo avrebbe mai fatto. Entrambi avevano sbagliato ed entrambi avevano ammesso le loro colpe, eppure perché niente si era apparentemente sistemato?

"Grazie signorina Hall" il signor Kansas tese la mano verso di me, sul suo viso apparve un sorriso sicuro, il sorriso di chi sa quello che vuole e di chi l'ha appena guadagnato.

"Grazie a voi per aver scelto la Horan Practice" ricambiai il gesto in velocità, riprendendomi dal mio stato di trance. Rosalyn alzò la mano in segno di saluto. "Arrivederci e ciao Rosalyn" salutai la famiglia, mentre l'altro avvocato finiva di spiegare le ultime pratiche per il versamento del risarcimento alla ragazza.

Mi avviai verso le scale salendole con lentezza, mille pensieri vagavano nella mia mente. Provavo molti sentimenti diversi e contrastanti: felicità, gioia ma anche- e soprattutto- tristezza, amarezza, delusione. Avrei voluto parlare con l'unica persona in grado di capirmi con un solo sguardo, ma quando arrivai al piano nel quale si trovava il mio ufficio, mi ricordai che quella stessa persona mi aveva lasciata.

Mi sedetti sulla poltrona davanti alla mia scrivania, appoggiando a terra la mia borsa. Niall era in pericolo ed io non potevo fare niente, forse avrei potuto chiamare la polizia o chiedere aiuto a mio padre, ma il problema più grosso era quello che non avrei saputo cosa dire loro. Non avevo la più pallida idea di che cosa stesse succedendo.

"Megan?" La voce di Harry mi fece alzare lo sguardo dalla scrivania vuota che stavo così intensamente fissando. Gli rivolsi un sorriso forzato fingendo di essere semplicemente stanca, sbadigliando appena per rendere più credibile la mia scenetta.

"È arrivato il nostro cliente Jack Bower, dovresti venire con me e Louis nella stanza dove ci aspetta" affermò avvicinandosi di più e guardandomi con occhi investigativi. "Ma sei sicura di stare bene?"

"Certo Harry" annuii alzandomi e prendendo alcuni documenti. Fingere era l'unica cosa che riuscivo a fare in quel momento, forse solo così avrei impedito agli altri di vedere quanto Niall Horan avesse cambiato in appena qualche mese la mia vita.

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora