Capitolo 7- Telefonata e appuntamento rifiutato

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"No mamma non puoi giustificarlo!" Urlai infuriata al telefono, facevo avanti ed indietro per la stanza a cui prima avevo chiuso la porta.

"Megan magari vuole vedere come te la cavi in tribunale" rispose dolcemente per tranquillizzarmi, feci una smorfia, proprio perché non mi poteva vedere. Adoravo mia mamma ma quando difendeva suo marito in modo così determinato mi faceva arrabbiare.

"Non poteva venire semplicemente a vedermi in aula, come fa ogni genitore normale?"

"Non essere cattiva ora, lui ti ha sempre appoggiato ed aiutato" aggiunse cercando di calmarmi, non avrebbe mai alzato la voce per farsi sentire.

"Lo so" ammisi, dopotutto aveva ragione.

"Meg, l'hai ferito quando hai deciso di non lavorare nel suo studio. Sapevi che nel novanta percento delle probabilità lo avrebbe lasciato a te..." aveva ancora una volta ragione, diamine. Rimasi per un po' in silenzio.

"Io volevo dimostrargli che me la sapevo cavare da sola" mormorai mordendomi con prepotenza il labbro inferiore, mi fermai appoggiando la schiena alla parete di vetro osservando al di fuori del mio ufficio. Il palazzo in cui lavoravo, era proprio accanto ad un parco molto grande e curato, probabilmente avrei potuto pranzarci nel primo pomeriggio.

"E per questo siamo molto orgogliosi di te, davvero" la sua voce mi riportò alla realtà facendomi sorridere soddisfatta.

"Allora promettimi che gli parlerai, deve lasciar perdere questo caso mamma" dissi già più calma, parlare con lei mi aveva sempre aiutato.

"Va bene tesoro, buona giornata " mi salutò prima di attaccare. Mi risedetti sulla poltrona davanti alla mia nuova scrivania. Chiamai il carcere in cui, fino a qualche mese prima, era stato rinchiuso il mio cliente, e trovai numerosi uomini che avrebbero testimoniato a favore di Matt Simon. Era un uomo a cui molte persone volevano bene, e mi avevano fatto capire che alla fine era una brava persona.

All'una ero abbastanza stanca di lavorare, così uscii dal mio ufficio e, prendendo l'ascensore, arrivai all'ingresso e mi sedetti su una panchina del giardino che avevo visto dalla finestra. Era ben curato, i pochi alberi che c'erano, erano molto grandi e le foglie rosse e gialle, si staccavano ad ogni folata di vento facendole cadere sul vialetto di sassi che attraversava quel parchetto.

"Quella è la mia panchina" ridacchiò un ragazzo facendomi alzare lo sguardo, finii di masticare il pezzo di mela che stavo mangiando prima di rispondergli tranquillamente.

"Non penso ci sia scritto il tuo nome da qualche parte" feci spallucce e presi un altro pezzo di mela.

"Se lo scrivessi cambierebbe qualcosa?" Il biondo fece uno sguardo confuso riducendo le sue labbra ad una linea. Probabilmente non avrei dovuto parlare in quel modo al mio capo, ma le persone prepotenti non mi erano mai piaciute.

"No, non penso" gli risposi tranquillamente, lui sorrise scuotendo leggermente la testa.

"Posso sedermi affianco a te o rappresenterebbe un qualche tipo di reato?" Ridacchiò senza aspettare la mia risposta e prendendo posto al mio fianco sull'ambita panchina. Seguirono alcuni eterni secondi di silenzio.

"È una bella giornata" esordii per interrompere quel silenzio imbarazzante. "...poi l'autunno è una bellissima stagione" continuai.

"Odio il vento che c'è in questo periodo dell'anno, riempie le strade delle foglie che si staccano dagli alberi..." sbuffò guardando l'ora su un orologio da polso argentato.

"Sono proprio le foglie colorate che abbelliscono questa stagione" ridacchiai sperando facesse lo stesso; invece continuava a tacere osservando qualcosa di indefinito di fronte a lui.

"Ti andrebbe di uscire un giorno? Per conoscerci meglio...o qualcosa del genere" Mi chiese poi all'improvviso, un piccolo pezzo di mela mi andò di traverso facendomi tossire.

"Uscire?" Ribattei senza dargli una risposta precisa, i suoi occhi guizzarono sui miei.

"Sì, ovviamente i nostri ruoli rimarranno invariati al lavoro, io sono il tuo capo e..."

"Non penso sia una buona idea" lo interruppi con tono secco. "...insomma io ho troppe cose da fare, devo ancora laurearmi. In questo periodo non ho tempo per uscire..."

"Quindi è un no?" Chiese quasi sorpreso passandosi nervosamente una mano tra i capelli biondo cenere.

"Magari fra qualche settimana..." mi dispiaceva dirgli di no in maniera così diretta. Piegò la testa su di un lato con mantenendo un'espressione indecifrabile.

"Va bene Megan" rispose tranquillo appoggiando la schiena alla panchina ed aprendosi leggermente la giacca.

•••

Ciao ragazze! Mi dispiace davvero moltissimo per non aver continuato prima! Ero molto impegnata e avevo bisogno di una pausa! So che anche questo capitolo è molto breve ma per oggi sono riuscita a fare questo :) continuerò prestissimo ve lo premetto. Spero solo che voi mi continuiate a seguire.

Buon 2015! Vi_brux

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora