Capitolo 8- Amica e risate

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"E questo è il tuo primo caso?" Urlò Cara entusiasta. Alzai gli occhi al cielo, in quasi vent'anni che la conoscevo era sempre stata esageratemente solare, penso di averla vista soltanto una volta piangere.

"Si" risposi prendendo la mia cartella con i dati del mio cliente, lei allontanò la mano per impedirmi di afferrare il fascicolo.

"Dai Cara!" Protestai.

"Sono curiosa di leggere il caso" si giustificò mordendosi il labbro.

"Bene, non puoi" le strappai velocemente di mano i fogli ben ordinati. "C'è il segreto professionale" le dissi con tono di una che sa il fatto suo.

"C'è il segreto professionale" ripeté lei imitando le mie parole, ma alterando la voce.

"È vero" borbottai alzandomi dal divano su cui entrambe eravamo sedute e riponendo il fascicolo dentro la mia borsa. L'appartamento che condividevo con lei era abbastanza grande infatti avevamo una stanza per ciascuna.

"Sai sono felice di non averti qui tutto il giorno a vederti studiare" sorrise guardandomi con uno sguardo ridicolo.

"Sto solo iniziando a lavorare, dovresti trovarti anche tu qualcosa da fare al posto di startene lì impalata tutto il giorno Cara, non hai mai niente da studiare?" a volte sembravo sua madre mentre la riprendevo.

"Già e questo lavoro ti sta rendendo vecchia e bisbetica...avresti bisogno di frequentare qualcuno" disse più seria evitando la domanda ed alzandosi dal divano e prendendo una confezione di gelato che tenevamo sempre nel freezer.

"In realtà..." mi bloccai prima di poter finire la frase; se le avessi detto dell'invito di Niall, mi avrebbe come minimo ammazzata per non averlo accettato.

"In realtà?" Domandò con poco interesse conficcando il cucchiaio nel centro del gelato ancora troppo solido per essere mangiato.

"Niente" sospirai riempiendomi un bicchiere d'acqua e appoggiando la schiena al nostro frigo rosso.

"Megan Marie Hall, dimmi immediatamente quello che stavi per dire..." mi guardò impassibile incrociando le braccia al petto dopo aver appoggiato la confezione di gelato sul tappeto. Doveva aver inteso che c'era qualcosa di interessante che le stavo nascondendo.

Sospirai esageratemente roteando gli occhi in maniera plateale. "Avrei avuto un appuntamento...ma ho rifiutato"

Scosse la testa con una faccia inorridita. "Chi è che rifiuta un appuntamento?" Sbuffò prima di ricominciare a parlare. "Capisco se ad invitarti fosse stato Logan Wirth ma..."

"Poverino" difesi quel ragazzo, un nostro compagno delle superiori che era stato da sempre oggetto di scherno da parte di tutti i nostri amici a causa del suo aspetto goffo.

"Meg, non cambiare argomento" mi indicò severamente. "Chi ti aveva invitata?"

"Il mio capo" risposi semplicemente, lei mi guardò senza capire, non le avevo raccontato che Niall Horan aveva la nostra età, quindi probabilmente pensava che l'appuntamento fosse con un grasso sessantenne.

"Il capo" urlò. "Come puoi rifiutare un invito dal capo! Ti sbatterà fuori fra qualche giorno!" Continuò esageratemente.

"Non dire cavolate" feci una smorfia. "È un ragazzo della mia età non se la sarà nemmeno presa Cara! Avrà la fila di ragazze che vogliono uscire con lui!"

Stette in silenzio per un po' e poi sorrise leggermente. "Allora è per questo Meg"

Alzai un sopracciglio con fare esageratamente acido e scorbutico e, dopo poco, mi ritrai nella mia stanza, portando con me i documenti e i fogli per prepararmi al caso di mercoledì. Il giorno successivo avrei dovuto incontrare il mio cliente per prepararmi al piccolo processo.

Pensai di utilizzare l'aggettivo piccolo perché in realtà era il mio primo processo, e mi spaventava a morte...

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora