Capitolo 2- Sorrisi ammiccanti

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"Signorina Hall, la aspettavo alle nove..." disse guardando l'orologio.

"Se vuole vengo più tardi" risposi mordendomi il labbro, era un gesto che facevo quando ero nervosa.

"No non è necessario. Prego si accomodi" mi segnò una sedia davanti alla sua scrivania sulla quale mi sedetti sorridendogli.

"Allora ho saputo che è all'ultimo anno della facoltà di Legge..." iniziò guardando delle carte che parlavano di me, probabilmente si era informato accuratamente prima di chiamarmi per lo stage. "I suoi voti sono ottimi"

"Faccio del mio meglio" risposi cercando di non sembrare troppo presuntuosa, non ero una che si vantava delle proprie potenzialità.

"Si vede" sorrise guardandomi. "Penso sia un'ottima cosa vista la sua giovane età, questo studio ha bisogno di giovani per andare avanti, mi farebbe piacere se dopo la laurea lei venisse a lavorare qui..." propose. "Sempre se non lavorerà per suo padre..."

"Io devo ancora decidere su questo aspetto" mormorai. "Vorrei avere più opzioni"

"Certo. Intanto vorrei vederla al lavoro. Vista la proposta dello stage vorrei assumerla per questo mese di prova con uno stipendio iniziale di 1800£, poi, se si dovesse dimostrare all'altezza e se a lei piacesse stare qui, potremmo anche offrirle un posto fisso e ben pagato" Annuii seguendolo con attenzione.

"Il Profesor Smith mi ha parlato di lei molto bene" disse facendomi arrossire, mi faceva piacere ricevere complimenti, soprattutto da uno dei professori più influenti dell'Università. "Spero non si sia sbalgiato"

La porta si aprì di nuovo rivelando un ragazzo biondo in giacca e cravatta. "Grazie al cielo sei arrivato prima Harvey" sorpassò la scrivania aprendo un armadio sulla mia destra e tirando fuori delle cartelline piene di documenti.

Aspetta Harvey? Con chi stavo parlando, se quest'uomo non era Niall Horan?

"Si figuri signor Horan, stavo giusto facendo un colloquio con la signorina Hall, se vuole può continuare lei" quello che avevo scoperto essere Niall Horan si girò, accorgendosi di me; sinceramente non mi sarei mai aspettata che il mio futuro capo sarebbe stato un mio coetaneo...

Appoggiò i fogli sulla sua scrivania prima di iniziare a parlare con tono calmo "La signorina Hall, Megan Hall giusto?" Domandò avvicinandosi più a me con entrambe le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti.

"Megan Hall, sì" annuii. Le sue labbra si premettero in una linea, i suoi occhi azzurri scrutavano i miei mettendomi leggermente a disagio, fino a quando non saettarono verso Harvey.

"Puoi andare se vuoi, vorrei continuare io con qualche domanda, grazie" annunciò all'uomo che si alzò lasciandogli la sua poltrona.

"Arrivederci signor Horan, signorina Hall" disse educatamente prima di uscire dall'ufficio del suo capo.

"Hai vent'anni?" Chiese improvvisamente Niall appoggiando i piedi sulla scrivania e portando entrambe le mani dietro alla testa.

"Ventitré" precisai sistemandomi più comodamente sulla sedia dove mi trovavo.

"È una cosa positiva, mi piace lavorare con ragazzi della mia età, mi diverto di più" sorrise facendomi rilassare un po'. "Penso che Harvey ti abbia già persuaso a lavorare qui quindi non ti tratterrò ancora per molto"

Seguirono degli istanti di silenzio infranti solo dai nostri respiri regolari. "So che sei brava, mi piacerebbe se lavorassi al mio fianco per un po', potresti trarne qualche vantaggio"

"Ne sarei onorata" ridacchiai nervosamente, mi stava praticamente offrendo uno dei posti più importanti, mi sentivo lusingata. Scoppiò a ridere passando la lingua sui denti superiori.

"Un onore sarebbe lavorare al fianco di tuo padre, non sono bravo quanto lui" ridacchiò alzandosi dalla scrivania e sedendovisi sopra guardando fuori dalla grande vetrata, dandomi le spalle.

"Lui è il migliore" mormorò, sembrava soprappensiero. "Scusa ti starò mettendo in imbarazzo parlando di lui" si girò di scatto sorridendomi alzando solo un angolo della bocca.

"Non fa niente" feci spallucce abbassando leggermente lo sguardo.

"Bene, direi che intanto potresti fare un giro del piano, hai già conosciuto qualcuno?" Chiese giocherellando con la sua cravatta scura.

"Hm sì" risposi cercando di ricordare i nomi dei ragazzi con cui avevo parlato, non ero mai stata ad associare le facce con i nomi delle persone. "Liam Payne e Harry..."

"Harry Styles" finì la frase ridacchiando. "Allora ti farò accompagnare da qualcun altro, io ho troppo da fare" si giustificò tornando dietro alla scrivania, premette un bottone sul telefono chiamando la sua segretaria.

"Ashley, chiamami Louis per favore, digli di venire nel mio ufficio appena può" comunicò in modo autoritario, una voce femminile metallica gli rispose subito.

"Louis sta arrivando" ripeté quanto aveva appena detto Ashley, la segretaria, io annuii non sapendo bene come rispondere.

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora