Il Campo Mezzosangue pt.1

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Mi è sempre piaciuta l'emozione che si prova smaterializzandosi anche se una volta arrivati dove si desidera devi cercare di trattenere il vomito, soprattutto se non si è abituati, mamma non si scompose un attimo, io dovetti sedermi perché mi girava un po la testa, ma quello che stava peggio era sicuramente Lumberjack che iniziò a vomitare (a quanto pare non si era mai smaterializzato).

Una volta rifocillati eccoci davanti ad una grande insegna in legno grezzo dove risaltava in arancione a caratteri cubitali la scritta CAMP HALF-BLOOD in mezzo al nulla con attorno solo alberi.
Potevamo entrare solo io e Lumberjack e quindi eccomi di nuovo a salutare mia madre per poi non rivederla per un lungo periodo proprio come l'uno settembre di ogni anno per ormai 4 anni alla stazione per l'espresso per Hogwarts.

Ad un tratto mi chiesi se i miei amici mi avrebbero scritto quest'estate Pansy Parkinson e Ginny Weasley l'avevano sempre fatto fin dal primo anno eravamo diventate grandi amiche, ma la lettera che desideravo più di tutte era quella da parte di Cedric, avevamo iniziato a frequentarci e lui era un anno più grande e doveva iniziare il quinto anno e magari tra tutte quelle ragazze più grandi si sarebbe dimenticato di me.

Abbandonai questi pensieri ed entrammo sotto quel cartello e ci trovammo in un ampio spazio con tante casette una per ogni divinità dell'Olimpo e una più grande al centro, c'era una specie di anfiteatro come quelli greci e romani che si vedono nei libri di scuola, era pieno di ragazzi e ragazze di tutte le età con armature di bronzo, alcuni avevano un arco, altri una spada, chi un pugnale... Mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo e mi iniziai a sentire fuori posto con il mio vestito leggero a fiori.

Ci accolse un centauro, creature mitologiche metà uomo e metà cavallo, ne avevo sentito parlare a Hogwarts, sapevo che un gruppo viveva nella foresta proibita ai confini della scuola, lui si presentò
"Ahhh tu devi essere Melia giusto?" Io annuì non sapevo che fare quasi non arrivavo a stringerli la mano per quanto era alto e maestoso, ma lui me la porse ugualmente chinandosi per arrivare alla mia altezza.
"Molto piacere io sono Chirone, e dirigerò le tue attività qui al campo!"Pensavo di non aver sentito bene...Quel Chirone?! Il padre di tutti i centauri figlio del Titano Crono?! Conoscevo molte leggende sul suo conto, lui aveva allenato i più grandi eroi della storia come Eracle famoso come Ercole e Achille! Credevo di aver visto tutto frequentando una scuola magica dove i quadri cantano e gli elfi cucinano, ma un centauro vecchio migliaia di anni non mi era mai capitato...

Mi mostrò tutto il campo, era molto gentile, poi mi portò in una delle casette la numero 11 quella di Ermes e mi presentò ai miei nuovi compagni di stanza, mi spiegarono che sarei dovuta rimanere lì finché il mio genitore divino non mi avrebbe riconosciuta, anche se sapevo con certezza chi era mio Padre.

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