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Tre giorni

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Tre giorni. Era riuscito a resistere tre giorni prima di scoppiare in un pianto liberatorio tra le braccia di Jimin.

Erano i singhiozzi gli unici rumori all'interno dello spogliatoio, ma l'idea di essere sentito da qualcuno non gliene importava più.

«Kook..» Continuava a ripetere l'amico, accarezzando il suo capo e sospirando contro la sua spalla.

«Non posso sopportare di vederti così. Sono giorni che dormi poco. Devi riposarti.»

Ma niente poteva davvero cambiare l'umore di quelle lunghe ore che a Jungkook, sembravano interminabili. Erano passati soltanto tre giorni dall'ultima volta che aveva visto Taehyung, eppure gli erano parsi anni.

Incrociava il suo sguardo spesso nei corridoi, ma come fosse tornato ai due anni precedenti, il maggiore abbassava il capo ed evitava il contatto visivo. Se ne stava nel suo solito angolo con i tre amici di sempre, eppure i suoi occhi non erano vispi come un tempo.

Gli sguardi non erano del tutto cessati, eppure non erano le attenzioni che si aspettava di ottenere da parte sua. Anche la più piccola gli sarebbe bastata per ricordargli che non era stato un sogno e che davvero, avevano fatto l'amore per una notte intera.

«Mi ha usato Min..»

«Sai che non è così.» Lo rimproverò l'amico, sollevando il suo viso per guardarlo negli occhi. «È solo spaventato, cerca di capirlo.»

«Capirlo? Non è venuto a cercarmi in questi giorni. Non mi guarda neanche!» Sprofondò ancora una volta il viso nel petto del più grande, trattenendo un singhiozzo.

«Starà ridendo di me con loro adesso e si starà vantando di avermi portato a let-»

Jimin lo zittì ancor prima che l'altro potesse terminare la frase.

«Smettila, sai che non è così.» Ripetè ancora. «Gli piaci sul serio. Va da lui, adesso. Prendilo da parte e parlagliene, vedrai che troverete un modo.»

Il moro si alzò spazientito, stanco di sentire sempre le solite frasi dall'amico.

«Continui a ripetermi di trovare il coraggio ed andare da lui, ma tu non hai neanche le palle di andare da Yoongi per dirgli quanto ti piaccia.»

Quando ricapì di aver esagerato era troppo tardi. Jimin aveva abbassato lo sguardo per terra e aveva pronunciato un Cercavo solo di aiutarti, per poi uscire dallo spogliatoio.

«Cazzo!» Sbottò, strisciando contro il muro con la schiena per terra.


Due ore dopo la campanella di fine giornata suonò, Jungkook raccolse le sue cose e le mise velocemente all'interno dello zaino. Non aveva rivisto Jimin in quelle due ore e l'idea di aver ferito il suo migliore amico lo faceva stare ancora peggio.

Uscì dall'aula con gli occhi ancorati al pavimento e tanti di quei pensieri, che la sua mente sarebbe scoppiata da un momento all'alto.

Nel camminare distrattamente si scontrò con qualcuno, così si scusò a bassa voce e sollevò lo sguardo.

«Scusami non stavo guard-»

Le parole gli morirono in gola quando si accorse che Taehyung era il ragazzo con cui si era scontrato.

«Taehyung.» Non fece in tempo a dire nient'altro che il maggiore gli aveva voltato le spalle e si stava dirigendo verso il portone principale.

Ma non lo avrebbe lasciato andare così facilmente, non stavolta. Lo rincorse e lo afferrò per un polso, voltandolo verso di sè.

«Dobbiamo parlare.» Aveva quasi urlato e Taehyung guardò prima la sua mano sul suo polso e poi il corridoio, che pullulava di studenti incuriositi da quella scena.

Gli mimò qualcosa con le labbra e tolse via la sua mano, voltandogli ancora una volta le spalle, intento nell'andare via e nello sviare quel discorso oramai inevitabile.

«Vuoi ancora scappare, eh?» Stavolta urlò davvero, attirando ancor di più l'attenzione degli altri su di sè.

«Per quanto tempo vuoi fingere che non esista?»

«Jungkook smettila.»

«Dovresti smetterla tu di evitarmi. Ti fa davvero schifo l'idea di noi due assieme?»

Ed il vociare in sottofondo si fece più intenso. Gli occhi di Taehyung si spostarono da una parte all'altra, ogni studente sembrava interessato più a quella scena che a qualsiasi altra cosa.

«Ti ho detto di smetterla. Ho solo bisogno di più tempo.» Ripetè il maggiore, facendo un passo indietro.

«Perchè non vuoi ammetterlo Taehyung!Pensavo di piacerti davvero. Pensavo che fossi cambiato invece sei il solito codardo. Guardami negli occhi e dimmi che non è stato tutto frutto della mia fantasia. Dimmi che l'abbiamo fatto dav-»

«Mi piaci cazzo!»

Era stato più un grido, ma era stato ben udibile a tutti. Calò un assordante silenzio nel corridoio, le voci si erano zittite e al loro posto, si sentivano soltanto i respiri pesanti dei due ragazzi.

«Mi piaci sin da quando ho incontrato i tuoi occhi per la prima volta. Ti ho sempre guardato da lontano con la paura che qualcuno potesse capire che eri più di un semplice amico per me.» Si fece più avanti, proprio di fronte a lui. «Ma ora me ne fotto di cosa pensano.»

E quando si fece più avanti, prese le mani nelle sue e lo baciò, con il cuore leggero e la mente finalmente in pace con se stessa.

E quando si fece più avanti, prese le mani nelle sue e lo baciò, con il cuore leggero e la mente finalmente in pace con se stessa

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