Confidente

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10 settembre 2007



<<Etchù>>

<< Dovevi metter-metterti la sciarpa! Io te lo avevo detto>>

I gemelli erano rientrati troppo presto dall'asilo e lo sapeva pure Dino che li osservava dal letto di Jacopo.

Simone aveva incrociato le braccia sul petto ed aggrottato le sopracciglia, doveva essere davvero arrabbiato.

<<Dai Imo è solo un po' di...di...PAPÀ COME SI DICE QUANDO IL NASO TI PRUDE E-">>

<<Raffreddore>>

<<si quello...dai imo vedi puoi fare il dottore>>

<<Dici? Con il grembiule bianco e lungo?>>

<< SI come quando Dino si era fatto male a una zampina e lo hai curato>>

<<Ma era solo un po' di scosh...NO ASPETTA SCO-SCO>>

<<Imo S C O T C H...forse così peffettone non se-e-ETCHÙ>>

<<Va bene ma ora mettiti a letto>> Simone rise sotto i baffi

Invece Jacopo con un enorme sorriso seguì l'ordine e portò con sé Dino che in quell'abbraccio sentiva un tepore mai provato ed anche lui preoccupato per il padroncino sperò avesse ragione sulle sue condizioni.

Purtroppo, non fu così il calore di quell'abbraccio aumentava di ora in ora, i continui movimenti spasmodici e le goccioline di sudore che il piccolo produceva non promettevano niente di buono.

<<39°C>>

Questo era quello che Dino aveva sentito pronunciare dalla voce affettuosa ma sull'attenti di Floriana. Era ormai sera ed evidentemente quel raffreddore era più grave del previsto. La cosa che più spezzò il cuore del giocattolo era una piccola figura riccia sulla porta della camera con gli occhioni nocciola in lacrime, il tutto peggiorò quando si avvicinò al lettino e mise un'altra coperta lasciando un bacino sulla fronte del gemello. Jacopo smise magicamente di agitarsi.

La mattina seguente quest'ultimo aprì gli occhi e si sentiva energico più che mai come se tutta quella febbre non lo avesse mai colpito.

Gli occhietti vispi di Jacopo, contornati dai ricci sparsi fecero capolino nella stanza a cercare il fratello. Quello che non sapeva è che Simone non solo era stato tutta la notte a vegliare su di lui nonostante le continue rassicurazioni dei genitori, ma era anche stato obbligato ad andare a scuola senza di lui.

Dino che era stato testimone di tutto ciò aveva dapprima fatto una compagnia silenziosa all'altro e poi si era intenerito alla sua richiesta di restare a casa quella mattina in veste di dottore ufficiale del fratello.

Jacopo ruppe i pensieri del dinosauro che rimase spiazzato

<<Dino secondo te Imone è arrabbiato con me? Sai a lui andare scuola da solo non gli piace>>

Lo guardava con gli occhi tristi colmi di sensi di colpa come se davvero Simone potesse essere seriamente arrabbiato con lui

<<Di solito gli tengo la manina fino al suo posto e poi iniziamo a fare i disegni, a giocare con i pupazzi fino a quando non si mangia dove ci sediamo vicini. Poi il pomeriggio io gioco a palla con Teo,il mio migliore amico, e lui ci guarda da bordo campo. A volte capita che giochiamo anche ai supereroi, io sono spide man Teo ilon man e simone supel man.>>Jacopo si fermò un attimo e la sua espressione fu ancora più triste se possibile <<magari ora si sente solo>>

Dino avrebbe voluto tranquillizzarlo dirgli che Simone è forte che non si sentirà così solo se per una volta non è con lui all'asilo. Eppure, non può e non è solo una questione di poter parlare ma proprio di mentire.Anche lui è consapevole che Simone da solo all'asilo non ci voleva andare e che senza Jacopo che è la sua metà, il suo sostegno la sua casa non ci sa stare. Quindi l'unica cosa che spera è che riesca guardandolo a togliergli un po' di senso di colpa.

<< Dino sai perché supel man è peffetto per Simone? Perché lui è buono, gentile, fortissimissimo e poi vuole sempre proteggere tutti. COME UN DOTTORE>> sorrise al solo pensiero del fratello

<<Io gli voglio tanto bene a imo Dino...anche quando mette il broncio e sbuffa se lo prendo un po' in giro>>

Il dinosauro non avrebbe mai voluto che il padrone smettesse di parlare del suo argomento preferito cioè SIMONE perché ogni volta che accade è come se brillasse di luce propria.

Quasi a leggere i suoi pensieri con fare degno da James bond, Jacopo abbassò il tono di voce e gli fece una confessione

<<Dino ti svelo un segreto io do fatidio a imo pecchè mi piace come se la prende mi diverte è buffo ma poi rido ancora di più quando gonfia le guance così-lo imitò e il giocattolo pensò che fosse uguale-perché in realtà sorride anche lui>>

Da questo viale dei ricordi li riporta alla realtà la porta della camera che si spalanca

<<JACOOO>>

Una piccola testa riccioluta aveva appena placcato Jacopo sul letto in un abbraccio in cui si ritrovò anche Dino. Simone era tornato prima anche quel giorno con chissà quale scusa.

<<Imo perché non sei all'asilo?>>

Jacopo era incuriosito, perché anche lui sapeva che non era normale fosse già li con lui ma la voce rotta dal pianto ruppe qualsiasi tono di gioco e lo mise sull'attenti

<<Mi mancavi, io non ci vado più da solo e poi avevo paura che stavi ancora più male senza di me>>

Questa discussione avveniva mentre erano ancora stretti in quell'abbraccio che Simone non aveva intenzione di allentare, proprio per questo il gemello gli mise una mano tra i ricci e lo accarezzava lasciandogli anche qualche bacetto.

<<Dottore sto bene giuro>> per sottolinearlo allontanò leggermente il fratello per baciarsi le dita incrociate

L'altro si strofinò un occhio per poi rifiondarsi tra le sue braccia e bearsi delle sue attenzioni come a dire Jacopo ora è qui e sta bene.

Stettero così per delle ore o per lo meno fin quando dante non fece capolino nella stanza che prima si unì a loro per poi portarli fuori a mangiare un gelato nonostante i commenti poco convinti di Floriana in sottofondo.

Prima di andare però Jacopo corse indietro diede un bacino al giocattolo e gli sussurrò

<< Grazie Dino sei stato davvero un bravo co-co-co-confidente>>

Testimone inconsapevoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora