Jacopo

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20:00

<<40°C Mamma come è possibile gli ho dato la tachipirina tre ore fa avrebbe dovuto fare effetto>>

Dino sentiva queste parole di Dante, ovattate da dietro alla porta ed era frustrato dal non poter far niente, sapeva che Jacopo stava male che a differenza dell'anno prima quella febbre così alta non era passeggerà.

<<Dado stai tranquillo ok? Ora lo porti al pronto soccorso e vedrai che tutto si sistema>>

Sia l'uomo che il giocattolo sentendo le parole rassicuranti di Nonna virginia si tranquillizzarono un minimo, l'unico rimasto in allerta e che non aveva intenzione di rilassarsi era Simone. Rigido davanti al letto scrutava il fratello, gli aveva portato dei bicchieri d'acqua e qualcosa da mangiare così che quando si sarebbe ripreso avrebbe avuto tutte le sue merendine preferite. Però anche lui percepiva un'atmosfera diversa infatti lasciava qualche carezza e bacio sulla testa di Jacopo più per calmare la sua ansia che altro. Dino rimase colpito un'altra volta da quel bimbo di tre anni che più che tale sembrava un angelo custode.

Quando Dante entrò nella stanza tutto cambiò, le lente coccole di Simone e l'atmosfera tranquilla stavano solo mettendo le basi per la tempesta in arrivo.

Loro non lo sapevano ancora ma la corsa contro il tempo era appena iniziata.

Dante sfrecciava come un pazzo tra le strade di Roma, aveva trasportato Jacopo in braccio che tremante dal freddo aveva stretto a sé il dinosauro, Simone dall'altra pare che lo seguisse aggrappato alla sua maglia.

Il padre inizialmente non voleva portare il figlio ma si era impuntato talmente tanto con gli occhi nocciola più scuri del solito dovuti alla preoccupazione e velati dal magone, che non poté dirgli di no.

Arrivati all'ospedale fu tutto uno sballottamento e a Dino arrivavano informazioni sconnesse.

<<Codice giallo>>

<<Ricovero>>

<<Antibiotici>>

<<isolamento>>

I vari medici anche loro in allerta parlavano come se non si stesse trattando di un bambino con una semplice influenza e quando sia dante che Simone vennero allontanati dal piccolo nonostante le sue lamentele visto che non voleva dividersi dalla sua famiglia, anche a dino fu più chiara la situazione grave in cui si trovava il padrone.

Dante allora chiese supplicando al dottore almeno una spiegazione chiara e se fosse stato possibile scambiare altre due parole con il figlio.

Il giocattolo in mano all'adulto li capì davvero l'ingiustizia del mondo.

Jacopo aveva contratto una meningite fulminante i cui sintomi nei bambini sono molto simili a quelli di una banale influenza primaverile. La prassi in questi casi è quella di isolare il paziente per 24 ore all'incirca per smettere di essere contagioso. CONTAGIOSO

Dante si irrigidì e si girò verso Simone che non aveva capito nulla del discorso degli adulti e quando anche lui fu accompagnato dai dottori per accertamenti Dino desiderò con tutto il cuore fosse un incubo.

Anche se i giocattoli non possono sognare

Una volta accertato che Simone stesse bene le ore nella sala d'attesa si allungarono a dismisura, tanto che il grande dovette per forza chiamare la madre per riportare il piccolo a casa.

<<Io senza Jaco non me ne vado>> aveva sentenziato

<<Simone ti prego devi dormire se no poi Jacopo quando si sveglia con chi gioca?>>

Testimone inconsapevoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora