18 aprile 2022
<<Che hai fatto?>>
<<E che ho fatto ma sto incazzato co a scuola, sto incazzato co chicca, sto incazzato con quer coglione de Simone che me sta a fa diventà matto, me sta a fa diventà>>
Dino aveva sentito quello stralcio di vita in casa Ferro, come tutti gli altri da 10 anni a questa parte, sepolto nell'armadio. Fortunatamente la casa non era molto grande e le mura sembravano più fogli sottili che altro, quindi, riusciva ad essere al corrente delle vicende di quello scapestrato di Manuel. Constatò che sto Simone era parecchio presente nei suoi discorsi, magari aveva trovato un vero amico pensò.
A volte si immaginava come poteva essere diventato, l'ultima volta che lo aveva visto aveva all'incirca 7 anni, i capelli castani con qualche pagliuzza d'oro che gli coprivano gli occhi, il gesso ad un braccio e una felpa usata della Jordan. (si stava iniziando ad appassionare al basket ed Anita nonostante le difficoltà quando l'aveva vista al mercato non poté non comprarla). Se si fosse impegnato avrebbe potuto ancora sentire quella vocina piena di adrenalina
<<DINO NON PUOI CAPIRE ME SO ARRAMPICATO SULLA GRATA A SCUOLA->>
<<Manuel se chiama spalliera>>
<<SISI QUELLA E DOPO ESSERE ARRIVATO ALL'ULTIMO PIOLO SONO SALTATO Giù URLANDO PE SPAVENTA ANDREA. DOVEVI VEDE LA SUA FACCIA BIANCO COME CASPER ER FANTASMA>>
<<Seh peccato che lui ha rimediato co dello zucchero e tu tra un po' te spaccavi la capoccia>>
Dino si risveglia dal viale dei ricordi quando sente un nome in particolare...
<<Si lo so sono passata a scuola e ho parlato con dante>>
Dante...non ci vuole credere quello doveva essere un brutto scherzo del destino non potevano parlare di lui...ma poi che poteva c'entrare dante balestra con Manuel e Anita.
Nonostante cercasse di scacciare quel pensiero il continuo della discussione non gli dava scelta e anzi confermava solamente i suoi dubbi
<<Pure lui c'ha le sue colpe che dici ah...lo sai che non gli ha detto che c'ha n'altro figlio si?>>
<<Non glielo ha detto perché non è così>>
<<Ma che stai a dì simone ha visto la foto, ha visto>>
<<Il bambino della foto è suo fratello gemello. È morto quando aveva tre anni>>
<<La sua metà mancante>>
Non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare che sentì i passi di Manuel frettolosi, la porta di casa sbattere ed una Anita preoccupata speranzosa che il figlio non riveli quello che era un segreto troppo doloroso per essere portato a galla.
Quello che non sapevano ne Anita ne Dino è che Manuel era corso dall'unica persona a cui non riusciva a nascondere nulla, l'unica persona che avrebbe voluto proteggere da ogni male. La stessa che era convinto di salvare dicendogli la verità dietro a quel nome JACOPO, che non sapeva nemmeno dove avesse trovato nel cervello, pensò che probabilmente glielo avesse detto Simone.
Dopo quel momento frenetico l'unica cosa che rimase in casa ferro fu il silenzio assoluto.
E forse per un gioco del destino il dinosauro giocattolo iniziava a risentire quella voce vispa di un piccolo angelo dai capelli ricci e corvini. Come se quello che era successo anni fa fosse solo un brutto sogno.
Poteva percepire gli occhietti nocciola che lo scrutavano in cerca di un confidente oppure un compagno per le sue avventure.
Era come se dopo tutto quel tempo Jaco fosse ancora li al suo fianco a parlargli di come imo gonfiava le guance.
Non seppe quanto tempo passò ma il suo flusso di pensieri venne interrotto dalla porta di camera di Manuel che si apriva. Sentì qualcuno dal passo agitato avvicinarsi all'armadio, aprirlo e trafugarlo come se al suo interno ci fosse il tesoro perduto.
Lo trovò
Quando la visuale del giocattolo fu libera poté vedere un ragazzo trasandato ma bello. I capelli castani si erano un po' scuriti rispetto a come se li ricordava, gli occhi di un marrone scuro e sgrantati di stupore, addosso aveva una canotta di qualche squadra di basket a lui sconosciuta e dei jeans usurati, decisamente troppo larghi.
Non parlavano dai tempi in cui lo scocciava alle sue moto giocattolo per farlo sfrecciare per tutta casa.
Per questo quando lo chiamò rimase stupito
<<Dinotu-tu eri di Jacopo>> la voce di manuel si era incrinata ed anche il giocattolo ebbe un sussulto al ricordo del padroncino
<<sai io-io n-non me-e lo ri-ricordavo e h-ho f-fatto u-un ca-casino perché i-io s-sono -si fermò due secondi come a riflettere sulla prossima parola da dire - a-amico con il fra-fratello s-simone e l-l-l'ho trattato male e s-sono u-un d-disastro i-io volevo s-solo che sapesse l-la verità ed i-invece è u-un d-dolore t-troppo gra-grande ed i-io n-non centro nulla e-e o-ora m-mi o-odia>>
Finito questo discorso sconclusionato fatto di singhiozzi , il dinosauro avrebbe voluto abbracciare Manuel che ora sembrava essere l'ombra si se stesso svuotato da ogni emozione. Non lo aveva mai visto piangere così per se stesso tanto meno per qualcun altro che non fosse la madre. Si mostrava sempre strafottente o indifferente ma questa volta era diverso.la persona per cui si disperava doveva essere diversa. importante.
<<Perché rovino sempre tutto?...Dino perché tutti i ricordi di quel bambino sul letto di ospedale che mi raccontava del fratello che per lui era Superman non mi sono tornati prima...avrei potuto evitare tutto questo e Simone avrebbe avuto tempo di metabolizzare ed invece l'ho ferito come faccio sempre>>
Aveva gli occhi bassi vitrei come non li aveva mai visti addosso a Manuel e sa avesse potuto parlare lo avrebbe rassicurato che non è un caso perso e che non è vero che rovina tutto. Aveva solo quattro anni non poteva di certo ricordarsi e ora darsi tutte quelle colpe non aveva senso.
Come se avesse percepito i pensieri di Dino lo strinse a se.
<<sai Dino che Jaco aveva proprio ragione? Simone è Superman per davvero. Mi ha cambiato la vita in meglio, mi ha sostenuto e soprattutto mi ama forse tanto quanto mi madre. Lui c'è sempre da quando l'ho conosciuto anche se prima ce menavamo come du scemi, dopo di che siamo diventati migliori amici e poi be ha rigirato la mia vita come un carzino...ed io ho avuto paura>>
Quando con una mano davanti alla bocca gli confessò il segreto forse più grande di sempre, osservandolo notò quanto assomigliasse a Jacopo. due teste calde, che sembri non scalfire mai pronte a prenderti in giro anche per un neo fuori posto ma che per Simone darebbero la vita.
<<me piace Simone Dino>> un sussurro che permise al ragazzo di distendere il viso per due secondi.
<<Vorrei tenello pe mano a scuola, sedermi sul suo banco pe rubargli la merenda e dopo baciare il suo broncio...sai che a volte gonfia le guance e fa i capricci proprio come un bambino? >> rise solo al pensiero con gli occhi rossi e qualche lacrima secca ancora sulle guance.
Dino poteva vederlo l'amore che Manuel aveva negli occhi, quello che ti brucia dentro, che ti sconvolge la vita, che ti porta a voler più il bene dell'altro che il tuo. Quel sentimento che tutti vorrebbero provare ma solo pochi prescelti hanno davvero la possibilità di vivere.
Manuel e Simone
Simone e Manuel
il giocattolo credeva suonassero molto bene i loro nomi vicini e poi se imo era ancora come se lo ricordava sarebbe stato l'incastro perfetto per l'altro. Quasi come lo era per Jacopo.
<<Dino domani torni a casa>>
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Testimone inconsapevole
FanfictionMolte volte desideriamo di essere una mosca per poter vedere il mondo da un altro punto di vista assistendo anche a momenti che in altre situazioni non avremmo la possibilità di vedere e se questa volta invece diventassimo...un dinosauro?