Soffio

267 25 3
                                    

17 Aprile 2008

la primavera oramai è alle porte in casa balestra c'è odore di rosa e di ciclamini appena sbocciati, Il grande giardino si stava risvegliando rianimato dai pollini trasportati dal vento. In casa risuonano le risate dei due gemelli che si rincorrono senza rimproveri visto che dante si era aggiunto a loro e floriana era fuori per lavoro.

In tutto questo dino se ne stava abbandonato su una delle sedie del grande tavolo fuori, aspettando che lo raggiungano per pranzare lì, abitudine che avevano preso dopo il terzo compleanno dei due bambini che avevano festeggiato qualche settimana prima.
Nemmeno il tempo di pensarlo che jacopo arrivò correndo e gli si sedette a fianco.

Quella mattina c'era un'aria strana, il dinosauro non seppe perché ma gli venne spontaneo soffermarsi più del solito sul padroncino, lo trovava diverso, forse il vento che gli muoveva i ricci corvini ormai sempre più lunghi e disordinati oppure la felpa rossa indossata solitamente dal fratello. Sentiva come se dovesse imprimersela bene quella immagine.

La giornata andò avanti scandita dalle solite attività e momenti che ogni famiglia vive compiti,giochi,battute ed anche la merenda. A proposito di merenda, nonna Virginia con la piega sempre perfetta e un' eleganza di altri tempi aveva deciso di preparare i biscotti al cioccolato per jacopo e quelli semplici al burro per simone.

Niente avrebbe potuto rovinare quella giornata o per lo meno così pensò ingenuamente il gioccattolo.

Le prime crepe di quel vaso di ceramica liscio preciso ed armonioso, che era la vita a casa balestra, furono create da alcuni colpi di tosse solitari di jacopo. Nessuno aveva preso molto seriamente quel fatto visto che tra allergie e influenze aprile si portava spesso molti feriti.

L'unico che si preoccupò fu Simone e Dino lo notò subito, al terzo colpo corse in casa e portò la sciarpa, tanto odiata dall'altro, e gliela avvolse al collo con sguardo severo. Tanto deciso che l'altro non fiatò.

Jacopo sembrava aver perso le parole, letteralmente, non parlava molto come il solito come se quell'indumento lo avesse strozzato. Più le ore passavano, più assumeva un colorito biancastro tipico del fantasmino casper, film che amava guardare con simone per ridere di lui visto che era un fifone.

Il giocattolo tra le sue mani sentiva la presa sempre più debole, vedeva gli occhi sempre più lucidi ed il passo più pesante. Era preoccupato qualcosa non andava.

Simone non lo perdeva d'occhio un attimo infatti alla sciarpa si erano aggiunti una coperta ed il suo braccio quasi a diventare il bastone del gemello. Fin quando non resse più, lo fece stendere sul suo letto e corse a chiamare il padre. Dino poteva vedere dall'esterno il cuore di "Imo" battere all'impazzata, sentiva i passi veloci sintomo di terrore e prima di scappare via scorse anche gli occhietti lucidi.

Da lì le crepe divennero, crateri, il vaso si era distrutto a terra cadutonper colpa di un leggero soffio di vento primaverile.

Testimone inconsapevoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora