Capitolo 10

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DAVIS

Mi sono svegliato con un mal di testa fortissimo e ho bisogno di prendere un'aspirina il prima possibile.

"Davi!!" urla mio fratello sbucando dal nulla e saltandomi addosso.
"Ugh! Piano piccolo..! "
"Aspetta un attimo..fatti guardare un pò! Ma dove vai così elegante?" gli chiedo mentre cerco di tirarmi su dal letto per sedermi.

Aveva uno smoking grigio e un piccolo papillon nero che si manteneva diritto a malapena.

"Fermo un minuto che ti sistemo!" gli dico mentre gli raddrizzo il papillon.
"Vado con papà a New York, ti sei dimenticato? C'è l'inaugurazione della casa editrice!" mi dice con gli occhi pieni di gioia.

Mio padre ha lavorato per tanti anni con la casa editrice più importante della California, la " Lives through words". Non solo perché aveva un grandissimo amore per i libri e un ottimo intuito nella ricerca di nuovi talenti emergenti, ma soprattutto perchè il proprietario era il padre di Dana. Quindi potremmo dire mio nonno.

Prima della mia nascita hanno vissuto per tanto tempo a Los Angeles, che era la sede della casa editrice, dove oggi vivono ancora i genitori di Dana, poi durante i miei primi mesi di vita hanno deciso di trasferirsi qui per vivere una vita più tranquilla. Tutto questo fino al momento in cui, dal nulla, la stronza ha deciso di distruggerlo e lui è stato costretto a lasciare il lavoro che amava tanto.
Quando poi papà ha ripreso la sua vita in mano ha riallacciato i rapporti con alcune persone che aveva conosciuto nel suo lavoro precedente e che ormai si fidavano ciecamente di lui e così è riuscito ad aprire la sua casa editrice a Miami, la "Phoenix", che è in grado di gestire anche da casa limitando al minimo i suoi spostamenti, in modo da starci il più possibile vicino. Il lavoro pian piano è andato sempre meglio, avvicinandosi sempre di più nelle classifiche alla "Lives through words" e aggiudicandosi il titolo della seconda casa editrice della California più remunerata. Quest'anno ha quindi esteso il suo campo aprendo una seconda agenzia.

"A New York?" chiedo a mio fratello accigliando il volto.
Quando sento nominare quel posto il mio il mio corpo inizia a trasudare odio.
"Siiiii!!" urla Liam continuando a dimenarsi da una parte all'altra, mentre mi stupisco della sua felicità incontenibile.

" Ciao Dave." esclama mio padre entrando nella stanza.
"Oggi c'è l'inaugurazione della casa editrice. So che non hai voglia di venirci quindi ho evitato anche di chiedertelo. Staremo via un paio di giorni. Ti prego di non fare ulteriori danni. Il giornale parla già abbastanza di noi." aggiunge con aria rassegnata.

Cercando di farla breve, settimana scorsa c'era uno stronzo ubriaco da Luke che ha insultato pesantemente Belle, la fidanzata di un mio amico e la mia rabbia, che spesso fatico a controllare, ha avuto il sopravvento. Gli ho tirato un pugno e lo hanno condotto in ospedale d'urgenza mettendogli quindici punti di sutura al labbro. Sinceramente mi hanno dovuto fermare in quattro persone perché stava rischiando di aggiungere altri trenta punti al sopracciglio.
Il problema più grande è che questo bastardo è il figlio di un noto giornalista di Miami e mio padre è finito in copertina di uno dei giornali di gossip più famosi di New York con il titolo " I Jones ancora sotto i riflettori" definendolo come il padre di un delinquente a pochi giorni della sua inaugurazione. Fortunatamente è riuscito a risparmiarmi l'ennesima denuncia, dato che alla prossima rischio di farmi chiudere definitivamente.

"Comunque per qualsiasi cosa chiedi pure a Lily!" aggiunge mio padre.

Lily è la tata di Liam, che ormai è diventata parte della famiglia e vive nell'appartamento che abbiamo al piano interrato. É lei che si occupa di tutte le faccende di casa da quando papà ha avuto successo con la "Phoenix" e quindi è stato sempre più impegnato. Oltre a Lily, c'è Niall che si occupa della sicurezza a fa da autista alla famiglia.

Appena mio padre e mio fratello lasciano la stanza per dirigersi in cucina a sistemare le ultime cose prima di partire, mi infilo velocemente una tuta grigia e mi lavo il viso un paio di volte , notando due profonde occhiaie nere dovute alla sbronza di ieri sera.
Vado poi in cucina a prepararmi due toast con burro e marmellata e un caffè ristretto con la speranza di liberarmi da questo maledetto mal di testa.
Papà prende in braccio Liam che mi da un bacio lampo sulla guancia e poi entrambi escono in fretta; salgono in macchina con Niall al volante e si precipitano in aeroporto.

Sono già le due di pomeriggio ma questa giornata sembra non passare più. Sarei dovuto uscire con Jack e Louis, i miei migliori amici, ma non ne ho proprio voglia, in quanto so già come potrebbe andare a finire. Solitamente non ho il tempo di recuperare da una sbronza che dietro l'angolo ce n'è già un'altra pronta a stendermi, in loro compagnia soprattutto.
Decido di farmi quindi una nuotata in piscina per passare un po il tempo,mi sfilo la tuta e indosso un costume da bagno nero, esco in giardino per raggiungere l'area relax ma sento suonare il campanello.

Due anime in fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora