Capitolo 12

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DAVIS

Sono circondato da un mucchio di ragazze ubriache che mi suggeriscono una lunga serie di proposte indecenti facendo a gara tra di loro per aggiudicarsi il mio numero di telefono, ma io mi limito a rispondere con qualche risatina compiaciuta e poi nella totale indifferenza le liquido all'istante. Questa sera non sono proprio in vena, ho solo voglia di bere un pò con i miei amici e di stare tranquillo per evitare qualsiasi tipo di rissa.

Sono al terzo gin-tonic ma mi sento ancora troppo sobrio, quindi decido di andare a prendere il quarto. Ho la necessità che la mia mente per un attimo si abbandoni all'oblio.
Provo a raggiungere il bar tentando di farmi spazio, tra uno spintone e l'altro, in mezzo alla folla che invade la spiaggia.
Cammino assorto nei miei pensieri e con lo sguardo fisso a terra avanzo quasi in modo meccanico. Anche se a queste feste ci vado praticamente ogni sera, oggi è come se mi sentissi totalmente fuori luogo, estraneo da tutto quello che mi circonda.

Ad un tratto un ragazzo mi arriva addosso colpendomi con la spalla e facendomi di colpo tornare alla realtà. Mi giro verso di lui guardandolo in cagnesco, ruoto la mascella per rilassare i muscoli tesi del mio viso e stringo forte le labbra per trattenere la rabbia che in questo momento sta prendendo possesso del mio corpo. Chiudo gli occhi e inspiro in modo energico buttando fuori tutta l'aria rimasta nei polmoni, sento la tensione diminuire lievemente e colgo al volo l'occasione per risparmiare quello stronzo e continuare a camminare.

"Calma Davis"

Dopo quasi dieci minuti, arrivo stremato al bancone del bar e mi fiondo sull'unico sgabello rimasto libero, poi chiedo in fretta il mio cocktail.
Da qui riesco a vedere tutta la gente accalcata che saltella a ritmo di musica.
I miei occhi di colpo sono catturati da una chioma di capelli neri, lunghi e fluenti. Sono ondulati alle punte, sembrano quasi confondersi con il mare.
Capisco subito che quel corpo sinuoso che ondeggia con grazia sulla riva è quello di Talìa.
Il mio volto, senza rendermene conto, si lascia andare ad un piccolo sorriso estasiato e i miei pensieri, fino a pochi secondi fa in disordine, si rassettano convogliandosi in un'unica direzione: lei.
Basta poco però per accorgermi che non è da sola, sta ballando con Harry, che pian piano cerca di avvicinarsi sempre di più al suo viso, la sua mano le stringe il fianco e lei sembra essere contenta di questo, all'istante sento di nuovo la rabbia prendere il sopravvento.

Il mio corpo si è appena disconnesso dalla mia mente.

Strappo dalla mano del barman il mio cocktail, al quale il ragazzo stava per aggiungere un ombrellino decorativo, prendo per un braccio una ragazza bionda che non ho idea di chi sia e mi butto in mezzo alla folla.
Lei si lascia guidare in un movimento sensuale mentre mi avvicino al suo orecchio per chiederle il suo nome: si chiama Ashley. Mentre continuiamo a sfregare appassionatamente i nostri corpi cerco di avvicinarmi sempre di più a Talìa. Faccio ruotare in una giravolta Ashley facendola arrivare di proposito addosso ad Harry.

" Scusate! Colpa mia!" esclamo appena l'attenzione di Talìa cade su di me.
Mi squadra dalla testa ai piedi in un modo mai fatto prima e poi mi sorride perdendo per un attimo l'equilibrio.
"Fai..atten..zio..ne signor Jones" Sbiascica a stento.
È totalmente sbronza e al solo pensiero sento ribollirmi il sangue.
" Sai che non è per niente galante approfittarsi delle donne ubriache?" dico voltandomi verso Harry.

Percepisco il mio sguardo farsi più cupo mentre stringo sempre di più i denti, la mia mano sinistra si chiude in un pugno delineando le mie nocche ancora più rosse, ma tutte le possibili intenzioni vengono interrotte.

"Ubriaca a chi?" mi urla Talìa drizzando sul posto e puntandomi un dito contro.
" Jones, se ti infastidisce mi allontano subito, io..io non pensavo.."interviene Harry con una voce tremolante.
" Tu non sei nessuno per dire ad Harry con chi ballare, ma soprattutto non sei nessuno per giudicare me! Che razza di deficiente!! Sono abbastanza lucida da capire perfettamente cosa faccio, ma soprattutto cosa voglio fare... come questo!" ribatte lei.

Afferra il viso di Harry con le sue mani piccole e delicate e lo avvicina alla sue labbra. Sento il cuore pulsare in modo incalzante e il sangue nelle vene scorrermi sempre più veloce mentre il mio viso va a fuoco. Prima che la mia mente possa anche solo immaginare cosa potrebbe succedere da lì a pochi istanti la sollevo da terra e la adagio sulla mia spalla mentre lei mi urla di metterla giù e mi picchetta con le mani sulla schiena.

"Non ti azzardare più a starle vicino" dico rabbioso ad Harry mentre mi giro per andare via.

Appena arrivo in un posto più tranquillo la faccio scendere afferrandola dai fianchi e senza neanche pensarci due volte mi colpisce la guancia destra con uno schiaffo.
"Stai esagerando! Chi sei per prendermi in braccio quando ti pare e piace e portarmi via? Non sono una bambola di pezza che puoi spostare quando e come vuoi! Non hai nessun diritto di farlo, mettitelo bene
in testa!" mi urla fissandomi intensamente negli occhi.

Quegli occhi verdi ogni volta che incrociano i miei mi colpiscono in pieno l'anima, come se per un attimo quell'oscurita che mi scorre dentro incontrasse un bagliore di luce pronto ad illuminarla.

"Ascolta Talìa, hai pienamente ragione..non sono nessuno per poterti dire chi frequentare o come comportarti e credimi che non vorrei farlo, ma c'è qualcosa dentro di me di molto più forte, che esplode ogni volta che ti vedo.." le dico piantando i miei occhi nei suoi e con un tono più pacato mentre mi gratto nervosamente il capo. Il suo sguardo si rilassa lievemente e prova a deglutire a fatica.

"Sai che c'è? Forse dovremmo semplicemente ricominciare da capo! Abbiamo tanti amici in comune, come ad esempio Josh che ora sta uscendo con la tua amica Abby..potremmo semplicemente essere amici e darci una tregua!" continuo girandomi di scatto e deviando il suo sguardo.

Queste parole mi hanno lasciato l'amaro in bocca. È come se avessi pronunciato una serie di lettere,una dopo l'altra, in modo forzato e automatico ma senza essere d'accordo neanche con una di loro. Mi hanno colpito nel profondo provocandomi una malinconia mai provata prima.
Il suo viso non fa trapelare nessuna emozione, sposta gli occhi verso il basso e si accende una sigaretta.

Due anime in fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora