* Immagine presa da Pinterest *
La prima cosa che videro fu una luce accecante, poi tutto si fece del colore verde. Un verde intenso, quasi surreale.
Guarda dosi i torno, si accorsero di essere in una foresta, e che il buco nel tronco dell'albero, anch'esso verde, corrispondeva al portale da cui erano appena uscite.
Era un albero massiccio, interamente ricoperto di muschio, come tutto, del resto. Dal suo tronco partivano rami corti e liane che si collegavano direttamente agli alberi più vicini.
Alle radici c'erano due grandi massi quasi identici. I fiori regalavano quella nota di leggerezza, così piccoli, ma così tanti da riempire gli occhi.
Alcuni sembravano anche fluttuare nell'aria. Davanti all'albero si apriva un sentiero, ai cui margini c'erano rocce e felci selvatiche.- E questo che posto è? - disse Claire, gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta.
Anche Ireen aveva un'espressione pressoché identica a quella dell'amica, a differenza che non riusciva momentaneamente a parlare.
Sembrava un sogno, quello...Eppure avevano davvero attraversato il portale!
Claire dovette prendere l'amica per un braccio e scuoterla leggermente per farla tornare in sé.
Finalmente, dopo minuti interminabili, Ireen parlò:- Ti prego, dimmi che non sto sognando!
- Non lo so, Ireen...E sinceramente non lo voglio sapere. Non adesso. Che sia reale o meno, godiamoci questa meraviglia, perché non ho la più pallida idea di quando, e soprattutto se ci ricapiterà un'altra volta!
- Hai ragione, non voglio pensarci. Piuttosto propongo di seguire il sentiero e vedere dove ci porta.E così fecero.
Lungo il cammino non incontrarono nessuno, solo qualche scoiattolo, una coppia di cervi e delle lepri dalle lunghe orecchie.
Il paesaggio era straordinario: muschi e licheni ovunque, funghi, probabilmente velenosi, di ogni forma e dimensione, che dipingevano quel luogo di mille colori, e bacche e frutti luminescenti che sprigionavano nell'aria aromi inebrianti, di quelli che nom si possono sentire nel mondo degli umani.
Le due amiche non sapevano da quanto stessero camminando, sembravano passate ore e pochi minuti allo stesso tempo. Decisero di fermarsi vicino ad un ruscello per rinfrescarsi e riposarsi.- Ireen, che ore sono? - chiese Claire.
- Aspetta che guardo - Ireen iniziò a tastare le tasche dei pantaloni, quelle della giacca e persino della borsa, ma del cellulare non c'era traccia.
- Non trovo il mio telefono - disse con una nota di angoscia.
- Magari si è nascosto da qualche parte - ipotizzò la sua migliore amica.
- Hai guardato bene nella borsa?
- Sì! Controllo di nuovo... Macché, è sparito!
- Forse ti è caduto quando abbiamo attraversato il portale...
- Impossibile, ce l'avevo in borsa, e non l'ho mai aperta!
- Vedo se ce l'ho io, il mio - Ma Claire dovette constatare che nemmeno il suo telefono c'era. Se fosse successo qualcosa, a chi avrebbero chiesto aiuto?
E in che modo poi? L'unica possibilità che avevano era trovare un'anima che dicesse loro dove si trovavano e che le aiutasse a raggiungere il portale per tornare a casa, dal momento che si erano perse.- Ok, niente panico. Ci dev'essere una soluzione. C'è sempre una soluzione! - Claire stava tentando di rimanere con la mente lucida.
- Potremmo sempre fare la strada a ritroso, seguire il sentiero fino al punto in cui inizia. Sì, ma...da che parte? Dov'è finito?
- Non credo sia una buona idea.Dal tono di voce della sua amica, Claire dovette dedurre che stava accadendo qualcosa di poco rassicurante.
- Ireen...Che sta succedendo alle tue orecchie? - disse Claire.
Istintivamente si toccò le sue, scoprendo che la loro forma era mutata: da tondeggianti, erano diventate più affusolate e appuntite.
Subito si precipitò verso il corso d'acqua per specchiarsi; quello che vide fu la sua immagine riflessa, solo con le orecchie a punta, i capelli decisamente più lunghi, gli occhi come se fossero stati dipinti da mani esperte. Tutto, in lei, la faceva sembrare un elfo.
Persino i vestiti erano cambiati: al posto della giacca e dei pantaloni, ora c'era un morbido abito bianco, con decori color lilla, lungo fino ai piedi.
In alto, sulle spalle, il tessuto si univa con due piccole spille in ametista, e le maniche non c'erano. La scollatura era morbida, con la stoffa che si piegava su se stessa in piccole onde. Al collo splendeva la chiave con cui aveva aperto il portale, e la pietra sembrava brillare di luce propria.
In vita c'era una sottile cintura in cuoio con l'emblema del luogo che le stava ospitando: una falce di luna finemente lavorata, color bronzo, dall'aspetto antico. Anche Ireen era vestita allo stesso modo, ma sull'abito comparivano decorazioni verdi a richiamare lo smeraldo incastonato nella chiave.
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𝕷𝖊 𝕯𝖚𝖊 𝕮𝖍𝖎𝖆𝖛𝖎 ~ 𝕷𝖆 𝖁𝖊𝖗𝖆 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖆 ~
Fantasy*PREMESSA IMPORTANTISSIMA* Questa storia è nata da una mia idea, circa quattro anni fa, quando ancora ero 20enne, ed è un percorso interiore che ho in parte affrontato con quella che consideravo la mia migliore amica. Entrambe siamo di comune accord...