𝕷𝖊 𝕯𝖚𝖊 𝕮𝖍𝖎𝖆𝖛𝖎 ~ 𝕷𝖆 𝖁𝖊𝖗𝖆 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖆 ~

~ 𝕷𝖆 𝖛𝖎𝖙𝖆 𝖓𝖊𝖑 𝖛𝖎𝖑𝖑𝖆𝖌𝖌𝖎𝖔 ~

* Immagine presa da Pinterest*

Orotheim era un villaggio elfico costruito sugli alberi. Gli abitanti conducevano una vita tranquilla, dedita al lavoro e al mantenimento di un equilibrio che garantiva la pace.
Camminando tra gli alberi si potevano osservare scene di vita quotidiana: i bambini a rincorrersi o a cacciare piccoli animali; non li uccidevano, anzi, li catturavano e poi li rimettevano in libertà.
Le donne erano occupate a badare ai figli, a trasportare ceste intrecciate, o semplicemente si dedicano alla natura, facendo crescere piante e fiori di ogni tipo, di certo specie che non esistevano nel mondo delle due amiche.
Gli uomini praticavano le nobili arti degli artigiani: c'era chi costruiva strumenti musicali, chi archi e frecce ricavati direttamente dal legno di quegli alberi, e chi faceva il fabbro che dava vita alle più belle armi da taglio di tutti i tempi, decorate con incisioni elfiche.
Ogni famiglia aveva almeno un drago, ma i purosangue più forti e più grandi appartenevano all'esercito del re degli elfi, Elandrill, di cui nessuno conosceva l'aspetto.

Rannes lasciò che la sua nuova compagna di viaggio osservasse rapita quell'angolo di paradiso, mentre passavano sotto alle case vicino al fiume, dove qualche imbarcazione faceva capolino con le sue vele spiegate.
Raggiunsero una scala che si arrotolava attorno ad un tronco, bianca e con il corrimano tutto curve e punte aguzze, elegantemente lavorato da mani esperte.
Rannes condusse Claire davanti ad una porta arcuata, simile a quello che lei aveva attraversato.
Lei, notandolo, si fermò di colpo, ritornando indietro nel tempo con la mente.

- Che fai là fuori? Prego, entra - sorrise l'elfo scostandosi di lato per lasciarla passare. La ragazza si riscosse ed entrò.
Diversamente dalla casa di Meleth, questa era invasa da una calda luce che filtrava dalle finestre, disegnando forme indefinite sul pavimento di marmo, in un gioco di luci e ombre.
Ogni cosa era al proprio posto.
Dal soffitto partivano alcuni rami del tronco attorno al quale era costruita la casa. I fiori che vi crescevano erano di un color rosa tenue. Il profumo che sprigionavano era inebriante.
In ogni angolo c'era un'anfora o una statua di donna da cui partivano piante cascanti e rampicanti, anch'esse in fiore, e di tanto in tanto spuntava una piccola fontanella con i pesciolini.

Rannes, che si era allontanato un attimo, tornò con un vassoio pieno di frutta e una brocca di quello stesso succo che aveva dato da bere alla ragazza nella foresta.
Lei si fiondò sul cibo, affamata com'era; l'ultima volta che aveva mangiato era stata a casa di Meleth, appunto, e quella minestra non aveva di certo un bell'aspetto, ricordò. Almeno qui la frutta si poteva definire tale.
Sembravano grappoli d'uva, quelli, ma il sapore era diverso, più dolce e più succoso e presto degli acini bianchi e rossi non rimasero che i ramoscelli.
Anche la brocca adesso era vuota.
Rannes guardava Claire divertito, non aveva mai visto una fanciulla nutrirsi in quel modo; era abituato ai modi fini ed eleganti della sua gente, ma quella ragazza cominciava a piacergli.

Arrivò la sera e l'elfo mostrò alla sua nuova amica una camera da letto molto simile alla sua: entrambe avevano un enorme e soffice letto a baldacchino con le tende sottili e trasparenti; di fronte c'era un'elegante specchiera in legno e di fianco una tinozza per lavarsi mani e viso.
Infine, oltre ad una grande finestra arcuata, c'era un balcone da cui si aveva una vista mozzafiato sulla foresta.
Ovunque si girava, Claire vedeva decori elfici: sul soffitto, negli arredamenti, nella forma delle piccole lampade che illuminavano l'ambiente. Persino il canto degli uccelli notturni parlava di quel posto magico.
Rannes lasciò la stanza e Claire si ritrovò da sola, ma almeno per quella notte dormì sonni tranquilli.