~ 𝕷𝖆 𝕱𝖊𝖘𝖙𝖆 ~

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* Immagine presa da Pinterest*

Loro erano già lì ad aspettare, seduti sulle loro moto dalla carenatura nera e lucida, i caschi agganciati ai manubri.
Dopo pochi minuti, Claire e Ireen arrivarono, andando in contro ai due ragazzi. Vestiti così, con giacche in pelle, jeans neri attillati e anfibi, erano a dir poco irresistibili.
Per fortuna era buio e le poche luci non erano sufficienti a mettere in mostra le guance arrossate delle due amiche.

- Ok, Ireen. Niente colpi di testa, intesi? Belli come sono non è per niente facile resistergli. Ma non dobbiamo dare troppa confidenza, o potremmo pentircene - disse Claire, mettendo in guardia l'amica
- Sì, sì. Tranquilla. E poi non li conosciamo nemmeno, quindi...- fece spallucce quest'ultima guardando la sua migliore amica con aria ingenua.
La distanza tra loro e i due ragazzi era ormai nulla e, visti da vicino, così alti e con il fisico tonico, trovare una frase che avesse senso era un'impresa.
Fu il maggiore a rompere il silenzio.

- Buonasera ragazze - fece un mezzo inchino.
- Ciao - risposero loro timidamente.
- Belle giacche - fece il biondino. Anche loro erano vestite più o meno come i due fratelli.
- Grazie - dissero soltanto.

Claire e Ireen spiegarono la strada, poi saltarono sulle moto, dietro ai due ragazzi, a cui si aggrapparono debolmente. Le moto si accesero, rombando aggressive; subito partirono, slittando sul suolo ghiaioso e sparando sassolini ovunque. Per fortuna che c'erano due caschi in più, così anche le due amiche poterono proteggersi da quella pioggia.
Un colpo di gas, ed entrambe si ritrovarono a stringersi a quei corpi perfetti. Claire sentiva che il biondino se la stava ridendo, evidentemente l'aveva fatto apposta, avendo intuito che lei nutriva una certa e istintiva insofferenza nei suoi confronti, e facendo così l'aveva messa ancora più a disagio. Claire sperava che il viaggio finisse quanto prima, perché non sopportava di stare avvinghiata ad un perfetto sconosciuto, che per di più non sopportava nemmeno.
Dopo un'interminabile mezz'ora, finalmente arrivarono al luogo della festa. Claire sganciò le braccia dalla vita del ragazzo più in fretta che poté, immaginando, chissà come, che quello aveva appena sorriso.
Tolse il casco, ravvivandosi i capelli, e lo restituì al ragazzo. Lui le tese una mano per aiutarla a scendere dalla moto, ma lei gli dimostrò che ce la faceva benissimo da sola.
Il ragazzo stette ad osservare il suo corpo che si muoveva sinuoso, e i piccoli particolari come un lembo di pelle scoperta, o i lunghi capelli biondo scuro in netto contrasto con i vestiti neri. Quando Claire si girò, vide che davvero stava sorridendo, ed era uno di quei sorrisi che nascondevano un velo di malizia.

- Beh? Che hai da guardare? Ti faccio ridere?
- Assolutamente no - disse lui, sempre con la stessa espressione.
- Allora togliti quel sorrisetto. È fastidioso! - cercò di non guardarlo negli occhi.
- Lo so! - ammiccò lui. Claire sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

La festa era animata con musiche celtiche che ne richiamavano il tema.
Il parco era addobbato con lucine e festoni dai mille colori.
La gente ballava e si accostava alle bancarelle. C'era da bere e da mangiare a volontà. Un venditore faceva persino lo zucchero filato per la gioia dei bambini. Poco più un là in fachiro faceva giochi di prestigio col fuoco e incantava i serpenti, lasciando grandi e piccini a bocca aperta e col fiato sospeso.
Come promesso, i due fratelli lasciarono Claire e Ireen libere di andarsene dove volevano, infatti si diressero verso le bancarelle, la loro attrazione preferita. C'era merce di ogni tipo: collane, orecchini e gioielli vari, libri, quaderni e taccuini dalle copertine più fantasiose.
Un gruppo affiatato si cimentava in giochi medievali e lotte con spade e armature. Sembrava di essere letteralmente in un'altra epoca.

Tutto d'un tratto le due ragazze si imbatterono un tipo strano...Portava un grande cappello da giullare, e un po' si comportava come tale, chiamando a sé le persone e sfidandole in piccoli giochi di "magia".
Le due amiche si erano perse a guardare tutti gli stani aggeggi che il mercante aveva fabbricato, quando questo le notò, chiedendosi se fossero davvero loro. Con una scusa attirò la loro attenzione.
- E voi, belle fanciulle? Qual è il vostro nome? Avanti, non siate timide! -
Le due ragazze si avvicinarono a quello strano individuo, guardandolo con un misto di soggezione e diffidenza.
Lui le osservava con due occhi allampanati, in attesa di una risposta.
- Mi chiamo Claire...- disse la prima, titubante. L'uomo prese a digitare il nome sulla tastiera di un vecchio computer.

- Cosa sta facendo? - gli chiese lei.
- Cerco l'origine del tuo nome! Oh! Ecco! - esclamò entusiasta. Sullo schermo apparve solo una parola: Lhaingwen.
Le due amiche si guardarono smarrite.
- Ehm... Perché non c'è scritto che origine ha il mio nome?
- Uhm...vediamo...magari si è impallato, sto aggeggio infernale! - disse l'uomo esaminando il computer dappertutto.
- Proviamo con un altro nome...- fu il turno di Ireen. Di nuovo l'uomo seguì la stessa procedura, ma come risultato ottenne ancora un'unica parola, stavolta diversa: Ainwen.

In quel momento il mercante guardò in lontananza e fece un impercettibile cenno col capo, come per non dare nell'occhio, ma le due amiche se ne accorsero ugualmente.
Il mercante aveva appena comunicato qualcosa ai due fratelli.

Era quasi mezzanotte e le due ragazze dovevano ritornare a casa.
Vennero raggiunte dai due fratelli, che per tutta sera le avevano tenute d'occhio a loro insaputa.
- Conoscete quel mercante? - domandò Claire a bruciapelo. I due soppesarono la risposta, poi il maggiore disse: - No, perché?
- Così... Ci era parso di vedere un significativo scambio di sguardi, tra voi e lui - disse lei, inclinando leggermente la testa e studiando la loro reazione.
Il maggiore però non lasciò trasparire nulla.
- Probabilmente vi sarete confuse - minimizzò - A proposito, non ci siamo nemmeno presentati! Io sono Draven, e lui è mio fratello minore Gael.
- Noi siamo...
- Claire e Ireen, giusto? - disse Gael.
- Come fai a sapere chi siamo?
- Vi ho sentite dire i vostri nomi al mercante.
- Ma se eravate lontani...! - sbottò Ireen.
- No, non è vero! - si difese lui.
- Sì, invece! Vi abbiamo visti lontani da noi!
- Sapete già come tornare a casa? - intervenne Draven, perché la situazione rischiava di peggiorare.
Se le due ragazze avessero saputo, si disse lui, le cose sarebbero potute andare diversamente.
Avendo capito dove voleva andare a parare, Claire disse bruscamente: - Io con lui, in moto, non ci risalgo! Piuttosto me la faccio a piedi!
- Va che è lontano, non arriveresti in tempo - disse Draven.
- Allora significa che aspetterò l'autobus - incrociò le braccia.
- Fa'come vuoi. Ma a quest'ora non ci sono più mezzo di trasporto.

Draven aveva ragione. Era impensabile ripercorre il tragitto a piedi, da sola e al buio.
- E va bene! Ma guai a te se dici anche solo una parola! - disse la ragazza, minacciando Gael che si limitò a sorridere con le mani alzate in segno di resa.

Angolo autrice

Lo so, ancora non c'è l'adrenalina in questi primi capitoli😅
Intanto, secondo voi che ruolo ha il mercante? E i due fratelli sono sinceri o nascondono qualcosa?
Se vi è piaciuto lasciate una stellina e seguitemi per i prossimi capitoli🤗

𝕷𝖊 𝕯𝖚𝖊 𝕮𝖍𝖎𝖆𝖛𝖎 ~ 𝕷𝖆 𝖁𝖊𝖗𝖆 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖆 ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora