VILLA DEGLI EGOROV, MOSCA
ISIDORA'S POV
È ormai un mese che mio fratello si è sposato con Rosa e sono tre settimane che siamo tornati tutti in Russia.
Passo la maggior parte della giornata con lei perché la vedo molto a disagio, non conosce la lingua e sinceramente il russo non è l'idioma più facile da imparare.
Anche i bambini russi fanno un po' di difficoltà e ricordo ancora i metodi di insegnamento dei precettori scelti da mio padre...era meglio fare le cose per bene altrimenti quella bacchetta di legno era il pane quotidiano.
Io l'avrò provata al massimo un paio di volte ma dai discorsi che a volte fanno i miei fratelli ricordando la loro infanzia, credo che quel dolore lo conoscano molto bene.
Purtroppo per noi che facciamo parte di questo mondo è tutto diverso. Non ci è concesso andare a scuola perché soprattutto da bambini è facile farsi scappare delle cose che magari si vedono o si sentono a casa, quindi è meglio essere educati in casa senza troppi spostamenti e soprattutto senza il dover incontrare e parlare con tante persone diverse.
Oltretutto anche quello che ci viene insegnato è diverso perché per essere preparati al meglio e al futuro alla quale siamo destinati, oltre alla nostra lingua e cultura natìa, dobbiamo conoscere almeno un minimo anche l'inglese, l'italiano e lo spagnolo.
So che i gemelli Stephan e Victor hanno anche studiato il tedesco, ma io ho preferito concentrarmi di più sulla letteratura inglese e sulla musica.
La passione per la musica credo sia nel sangue di tutte le donne della famiglia Egorov, ed è una tradizione che passa di generazione in generazione.
Ricordo ancora da bambina che dopo ogni punizione di mio padre mi mettevo vicino alla mia amata nonna Selina, ecco da chi ho preso il mio doppio nome, a sentire ogni pezzo che suonava al pianoforte.
Passavo dei pomeriggi interi ad ascoltarla... ogni volta dopo aver asciugato le mie lacrime e avermi coccolata un po' tra le sue braccia come una mamma, mi suonava "Per Elisa" di Beethoven e mi ripeteva
"Tranquilla bambina mia, non piangere, passerà"
Quanto mi manca la mia nonnina, è morta un paio di anni fa per una malattia che l'ha portata via troppo velocemente, ma ancora oggi il ricordo di lei è vivo dentro di me e la penso sempre, costantemente.
Penso a lei quando ho i miei momenti bui e quando per liberare la mente suono il pianoforte.
È da lei che ho ereditato questa passione perché anche a mia madre piace suonarlo però si dedica molto di più al violino, è il suo strumento di punta.
Oltre alla stanza della musica, adoro passare del tempo nella biblioteca della villa.
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𝒟𝐸𝒮𝒯𝐼𝒩𝒜𝒯𝒜
RomanceRosa Cleonice, una ragazza italiana ribelle e bellissima che vive una vita nel lusso e negli agi, dietro i quali però si celano i loschi affari della sua famiglia, i Bruno. Nikita Maksim, ha un atteggiamento dispotico e crudele, anche lui si gode la...