Cap 2

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Sono tornato a casa finalmente ed alice mi ha accompagnato e si è anche scusata con i miei, ma ovviamente non era colpa sua è stato un'incidente; I miei genitori infatti le dissero di non scusarsi nemmeno e che gli incidenti possono capitare e che poi ormai io ero abituato a stare per una settimana impiantato a letto per via del dolore.
Mi spiace che Alice si sia sentita in colpa; se n'era andata da ormai dieci minuti, io invece ero steso nel letto dolorante, i miei genitori si stavano preparando per prendersi cura di me, nel frattempo io ero nella mia camera fissando il soffitto, riflettendo sulla mia vita; vedevo solo il vuoto della solitudine in quella stanza; non sentivo niente, avevo le orecchie ovattate dal rumore che facevano i miei pensieri che si sovrapponevano l'uno sull'altro, talmente ne avevo che riuscivo a malapena a riconoscerli.
Mia madre decise di venire da me e dopo avermi dato la solita terapia, si fermò e improvvisamente disse: «Va tutto bene figliolo?» notai che era preoccupata per me, come al solito, per una madre è normale preoccuparsi per il proprio figlio; io non sapevo nemmeno cosa dirle, quella domanda mi aveva spiazzato.
Non sapevo minimamente come spiegare a parole tutto il casino che mi passava per la testa, non sapevo neanche come identificarlo ed ogni secondo che passava sentivo su di me una forte tensione, non volevo mentirle, non volevo farlo, ma non ero in grado di far uscire ciò che provavo; mi sentivo uno schifo, non riuscivo nemmeno a guardare gli occhi preoccupati di mia madre, me ne stavo lì a guardare il vuoto aspettando che qualcosa succedesse, che lei potesse capire che non sapevo nemmeno cosa mi stesse succedendo; lei con tono rassicurante disse: «Non mi importa che cosa mi dirai, starò qui ad ascoltarti senza giudicarti, lo sai» questa frase spezzò il silenzio ma soprattutto mi colpì nel profondo, mi fece riflettere, come se avessi già sentito questa frase; qualcosa non tornava, chi mi aveva detto questa frase? E in che momento?, cercai di focalizzarmi su quella frase e cercarla nei miei ricordi.
Improvvisamente tutto si fece più chiaro, mi ricordai quando ero piccolo, stavo in un'angolo e piangevo perché i miei genitori stavano litigando, mia nonna si avvicinò a me lentamente e disse con voce calma e rassicurante: «Non mi importa che cosa mi dirai, starò qui ad ascoltarti senza giudicarti, lo sai», la prima cosa che feci fu abbracciarla, poi di quel giorno non mi ricordo più niente.
Quando tornai mentalmente nella mia stanza, capì che ero rimasto da solo a fissare il vuoto per non so quanto, così decisi di prendere foglio e una biro, così scrissi un messaggio a mia madre e dopo neanche qualche istante mi addormentai.

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"La nonna è sempre con te"

Mi svegliai di soprassalto, guardando a destra ed a sinistra, per capire da dove venisse la voce, ma notai che non c'era altro che la mia stanza vuota illuminata dalla luce calda della luna; mi voltai e focalizzai lo sguardo sulla sveglia, erano le 23:45 era quasi mezzanotte; "ho saltato la cena!" Dissi tra me e me; però qualcosa mi fermò, perché sul comodino dove c'era la sveglia, c'era un foglio, e non era il mio, probabilmente mamma avrà letto il messaggio ma poteva anche rispondermi di persona; così mi affrettai a prendere il foglio, lo apri e incominciai a leggere.

"Figliolo, sono contenta che in qualche modo, tu ti sia aperto con me, lo apprezzo veramente tanto, mi spiace solo che tu ti senta così, sappi che per qualsiasi cosa io ci sono; Ah! Ti ho lasciato un po' della cena nel microonde in tal caso tu voglia mangiare, ti voglio bene
Mamma"

"Grazie mamma" lo dissi nel pensiero, anche perché a quest'ora starà sicuramente dormendo; richiudo il foglio e lo metto sul comodino esattamente dove lo avevo trovato, onestamente non ho molta fame magari tornerò a dormire; così mi stesì sul letto e dopo qualche secondo mi addormentai.

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