Capitolo 4

999 43 2
                                    

Questa piccola odissea doveva finire.

Hermione era certa di aver trascorso più tempo con Draco Malfoy di quanto qualsiasi essere umano avrebbe mai dovuto fare.

C'era una ragione per cui i ricchi costruivano le loro case così dannatamente grandi, se ne rendeva conto adesso: era un rimedio ingegnoso al male di dover sopportare la reciproca compagnia. Il collegio era un'altra soluzione ispirata.

Un giorno avrebbe sposato una ricca e insopportabile strega purosangue che avrebbe avuto la sua ala del maniero, e lui avrebbe avuto la sua, e quella donna (che, nella mente di Hermione, era in qualche modo sia longanime sia un'arpia malvagia) sicuramente non avrebbe passato con Draco la metà del tempo che aveva Hermione adesso. Né l'avrebbe fatto la loro orribile, viziata prole consanguinea.

L'idiota non aveva detto una parola sull'hinkypunk.

Avevano impacchettato le loro cose e acceso il fuoco abbastanza da riscaldare una scatola di fagioli. Hermione aveva riempito due lattine vuote con acqua evocata e preparato il tè agli aghi di pino, qualcosa che aveva spiegato non solo era sicuro ma salutare. Aveva accettato le sue assicurazioni senza dubbio. Avevano concordato una strategia per la giornata - scalare la collina dall'aspetto meno formidabile - senza quasi nessun dibattito. Chiese, educatamente , se non le sarebbe dispiaciuto riporre la sua giacca nella sua borsa dato che il tempo sembrava bello. Si offrì di portare la borsa.

La stava coccolando.

Poteva sentire che lui la guardava ora come se fosse costantemente a rischio di fare qualcosa di stupido. Come se fosse una responsabilità. Come se avesse bisogno di essere gentile con lei per evitare che venisse sopraffatta. Ovviamente, ora pensava che fosse così totalmente incompetente da non essere all'altezza del suo antagonismo.

Persino Ron (amava Ron, davvero lo amava, e pensava che avesse molte qualità meravigliose), ma anche Ron era salito al livello di essere degno di essere aggravato nella stima di Draco. Era stato umiliante. Dov'era il fottuto rispetto?

Non andrebbe bene.

Non andrebbe assolutamente bene.

In un modo o nell'altro avrebbe mostrato al buco del culo condiscendente che era più che capace di gestire se stessa, sia mentalmente che fisicamente.

Cominciò con un lungo trattato prolisso e dolorosamente dettagliato sul Principio della quasi dominanza artificiale mentre si muovevano tra gli alberi ai piedi della collina. Lui annuì, fece domande pertinenti e tenne da parte i rami in modo civile in modo che potesse passare.

Quando raggiunsero un pendio particolarmente ripido, ebbe l'audacia di porgerle la mano. La schiaffeggiò.

"Sto bene," disse concisamente, anche se doveva strisciare su per il ripido pendio.

Continuava a controllare per vedere se voleva fermarsi per una pausa o per mangiare.

Avrebbe voluto che lui la prendesse in giro già, quel maledetto idiota.

Mantenere il ritmo richiesto dal suo ego era estenuante. Aveva chiacchierato con Draco per tutta la mattina sugli argomenti più complessi e oscuri a cui riusciva a pensare. Aveva fatto affermazioni deliberatamente oltraggiose. Tutto ciò che aveva ottenuto era stato un cortese interesse e buone maniere.

Stava raggiungendo il suo limite.

Stava viziando per una rissa.

Quando si fermarono per una pausa su un pezzo di erba relativamente piatta, lei lo guardò con gli occhi socchiusi mentre faceva scorrere compiaciuto la mano su una macchia di piccoli fiori di bucaneve, apparentemente perso nei suoi pensieri.

The Watergaw - ectoheart, smokybaltic - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora