"Manuel!"
Dopo 32 minuti di silenzio - non che li stessi contando - dei colpi battono sull'anta di legno.
"Manuelito!!!"
Ce ne hanno messo di tempo per venirmi a cercare.
"AO!"
"Nun ce sto! Andate via!" lamento dal divano su cui sono steso.
"Quale «andate», so da solo!"
Da solo? E Simone?
"Guarda che lo so cosa stai pensando e prima che te fai venì n'attacco... tuo marito è stato braccato da Chicca!"
Ma come cazzo fa.
"E- e chi te l'ha chiesto?! Non me ne può fregar di meno!"
"Si certo e io so il Papa!"
"Beh allora Santità vada via!"
"No."
"Sti cazzi! Per me puoi stare lì pure tre giorni e-" la piccola pallina con cui stavo giocando mi sfugge dalle mani e rotola rumorosamente fino all'altro lato della stanza "mortacci tua"
"Ao!" un altro colpo alla porta "ma manco a fa così!"Sono già arrivato ai piedi della libreria per recuperarla mentre "non parlavo con te! Ce l'avevo con la pallina!" spiego tirandomi su dritt-oh!
La faccia arancione e imbronciata di Tempesta mi fissa da dietro l'acquario mettendomi a disagio.
"Non me guardà male pure tu!"
Se possibile il musino si incupisce ulteriormente e gli occhi diventano giganti.
Rabbrividisco.
"Smettila di somigliare a Simone!"
Lancia un ultimo sguardo dispiaciuto e riprende a nuotare voltandomi le spalle.
O meglio la coda.
"Vabe sei n'infame! Ecco che sei!"
"Ma che davero?! E mo pure basta co' ste offese gratuite!"
"Non sto parlando con te-eh!!" insisto.
"Ancora ca pallina parli?"
"None!" due dita picchiettano sul vetro per attirare l'attenzione del pesciolino."Tempesta! Tempestina!"
Nulla. Continua ad ignorarmi.
"C'aveva ragione Simone quanno ha detto che vuoi più bene a lui..." biascico provando pure a dare qualche bacetto vicino alla vasca.
"Ma che cazzo stai dicendo?? Manuel tu sei mio fratello! Apri che te lo do pure io un bacio!"
"Non è a te che sto baciando brutto cretino! E' al carassio!"
"Al caras- Manuel!" la voce sembra preoccupata "apri sta porta per favore che me stai mettendo paura! Tu a sta da solo non sei bono!"
"Io da solo so bonissimo invece! E nun te apro, inutile che insisti! Co' te nun ce parlo!"
"Ma chi ha detto che devi parlà tu? Sai almeno perché sono qua??"
"Pe rompe il cazzo come al solito!"E ignorando bellamente le successive lamentele di Matteo, recupero la confezione col mangime e ne verso un po' nell'acqua.
"Ah!, adesso te ne vieni" sorrido al pesciolino che ruota su di sé alcune volte prima di racimolare le briciole che scendono sul fondale.
Il dubbio che stia impazzendo non mi sfiora nemmeno mentre metto su un'espressione da ebete in risposta all'evidente felicità di Tempesta.
"Mo sei contento che ce sto io eh piccolo?"
"Sarei più contento se aprissi la porta e non mi chiamassi in modi osceni!"
Uh?
"Manuel!" l'ennesima botta a far tremare il legno "e 'nnamo!"
"Matté te l'ho detto io-"
"Ieri ho quasi ammazzato un paziente in ospedale."
Il «tumpf» del barattolo che mi precipita dalle mani risuona come una bomba sul parquet dello studio.Con due falcate sono alla porta e per poco non sollevo i cardini nell'aprirla.
"Come cazzo si sblocca sta cosa!"
"Guarda che non è mica il caveau da Banca Centrale!" urla Matteo dall'altro lato "forse devi girà la chiave coglione!"
Ah, la chiave.
Due mandate dopo l'anta si spalanca e "Teo!" salto fra le sue braccia in una pessima e non voluta imitazione di Simone "so n'amico di merda, sono un imbecille, un cretino un- oh! Però fermami pure a na certa!"
"No e perché dovrei!" esclama portandoci fino al divano dove mi smolla malamente "Questa è musica per le mie orecchie! So 15 anni che aspettavo ste parole!"
"Ao"
Con la delicatezza di un elefante si siede sulle mie gambe "M'hai tenuto venti minuti da solo lì fuori per parlà co'na pallina e un pesce...""Scusa!" lo stringo fortissimo "Raccontami di sto paziente, parlami! Io! sto! qua!" il palmo colpisce a tempo il cuscino del divano.
"E io! te! vedo!" replica con lo stesso tono per poi incupirsi di botto "...ho combinato un bel casino... pensa che è dovuto addirittura intervenire il primario!"
"Ma che hai fatto?"
"Avevamo finito un intervento di ricostruzione di legamenti della mano molto complicato... il rischio di dover amputare tre dita era altissimo..."
"Okay..." ho il fiato sospeso.
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Così facciamo noi.
Hài hước«Sei la misura di tutto. La realtà e il mondo - per me - esistono solo se ci sei tu. Se questa stanza mi sembra reale, anzi è reale, è solo perché ci sei tu a renderla così. Capisci adesso che voglio dire?» [Sequel assolutamente non richiesto di "Co...