"Allora? Sei contento... che ti ho portato... nel mio rifugio romantico?" gli chiedo mentre mi lego i capelli con l'elastico appena sfilato dal polso, davanti a uno squallido specchio dal bordo blu. In questo bagno deserto durante le ore di lezione, in cui un giardino antico entra con la sua luce dalle finestre, e in cui ci siamo concessi un'altra volta uno all'altro senza che nessuno sapesse di noi.
"Oddio son stato in cessi più romantici eh, però..." ride lui, girandosi verso di me mentre è intento a disegnare qualcosa - qualcosa a cui non faccio caso - su uno specchio alla mia destra.E di tutta risposta sorrido e alzo gli occhi al cielo, mentre già gli do le spalle per andare a far pipì.
"Senti. Ma quella roba... di scambiarci i numeri... era per dire, no?" gli domando poi ad alta voce, da lì. Come se non ci fossimo solo noi in questa stanza in cui non ho neanche bisogno di chiudere la porta. "Cioè, tra noi è... solo sesso, giusto?" aggiungo. E le mie parole mi suonano come già sentite. Sono le stesse che mi disse una volta Antonio, e che non ho più dimenticato. Eppure allo stesso tempo sono una conferma, quella che lui per adesso si ostina a non darmi. Non a voce, almeno.
"Ma sai che c'è? È che... l'approccio tra gay è proprio triste..." squittisce infatti con la sua voce sottile, deviando la direzione del discorso a suo piacimento. "Cioè, i bar per i gay... le app per rimorchiare... Ah, e poi quando vai al bar e ti dicono... Ehi, non ti ho mai visto qui... Vuoi bere qualcosa?" aggiunge poi modulando la voce sulle ultime dieci parole.
"Sì, però io ti ricordo che io e te ci siamo conosciuti su un'app per rimorchiare" preciso richiudendo la zip dei pantaloni.
"Sì ma io c'ero entrato per un progetto..." sorride lui, e il suo sorriso tenero lo sento fino a qui. "E adesso son costretto a tenermela, perché c'è uno che non vuole darmi il suo numero"
Sorrido. Senza che mi veda sorrido. Perché ancora non capisco come possa uno interessante come lui provare piacere a passare del tempo con me, che sono merce rotta, e ho cercato di farglielo capire in ogni modo.
"Guarda che lo dico per te. Non vuoi mica impegnarti...? Io sono merce rotta, poi ti tocca portarmi indietro"Ma lui non ci crede, lui non cede. Mi ricorda mia madre, a volte. Così ostinata a volermi dimostrare il suo amore a tutti i costi, quando è consapevole - e lo siamo entrambi - che non riuscirà mai a meritarsi il mio.
"Però è nella merce rotta... che c'è ancora un po' di poesia, no?" ribatte infatti, con tono disinteressato. Come se le mie parole non lo scalfissero. Come se il mio grido silenzioso - "Non mi amerai mai, nessuno è in grado di farlo, nemmeno la persona che mi ha messo al mondo" - gli scivolasse addosso."Sì... vabbè..." è infatti la mia risposta, sussurrata in un sorriso amaro. Ché non ci credo, non ci ho mai creduto, alla favola che le persone più incantevoli sono quelle che hanno avuto un vissuto complesso. Io sono rotto e basta. Come una teiera crepata che non può fare più il suo lavoro, o un piatto sbeccato che nessuno usa più per non rischiare di tagliarsi. Non c'è nessuna poesia in me, neanche a volerla vedere. Sono inutile e basta. Un uomo si è preso tutto il mio amore, e l'ha gettato via. Non ho più niente da dare, adesso. E alcuna voglia di farlo.
"Senti... poesia..." lo prendo in giro quindi facendo dei passi indietro per raggiungerlo. Ma quello che vedo quando alzo gli occhi su di lui mi toglie il respiro e mi fa persino dimenticare quello che stavo per dirgli. "Wooo" è l'unica cosa sensata che esce dalla mia bocca.
Con dei pennarelli indelebili, di cui si respira ancora l'odore pungente, ha trasformato una crepa nello specchio in un ramo pieno di fiori rossi, e io non me n'ero neanche accorto."Che figata" commento avvicinandomi.
Ma lui sembra non sentirmi, intento com'è a perfezionare la sua opera d'arte.
"Oh! È figo!" gli dico avvicinandomi, e posandogli una mano sulla schiena.
"Eh" commenta lui con un sorrisetto soddisfatto. Il pennarello rosso ancora in mano.Ed è vedendoci lì, riflessi entrambi in quello specchio, che forse per la prima volta capisco. Capisco perché riesce a vedere della poesia in me. Perché la vede in tutte le cose. Anche in uno specchio rotto, che l'unica cosa che poteva fare, ormai, era falsare un'immagine.
STAI LEGGENDO
Perfetti || Eros + Fabio
Fanfiction-Sei il mio primo fidanzato, Fa -Pensa a come sto io, che tu sei il mio primo amore © Volevo Fare La Rockstar 2, Rai2, 2022