Romantici per costituzione

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L'avresti detto, tu, che sarebbero stati gli occhi di una pantera?
Mi è bastato passare in motorino davanti al cotonificio, che poi è anche il luogo dove ci siamo visti l'ultima volta, per sentirla. È una specie di morsa alla bocca dello stomaco. Una cosa simpatica. Che a lungo andare simpatica non lo è per niente, però all'inizio è proprio così che è: simpatica.
Mi è bastato - dicevo - passare in motorino davanti al cotonificio, sotto il cielo nuvoloso di metà pomeriggio. E lei era lì. Una pantera nera gigante, con gli occhi gialli, dipinta su un muro. L'ho guardata e d'un tratto mi sei venuto in mente tu. Ti ho sentito. Ti ho sentito dappertutto: nelle ossa, nel sangue, nello stomaco. Eri dappertutto e qualunque angolo di quel posto mi parlava di te, anche i fili d'erba cresciuti all'angolo della strada. È stato un attimo, un attimo soltanto. Cazzo, ma basta così poco?
Ho sorriso, poi mi sono tirato su la manica e ho controllato se c'era ancora. Ed era lì. Scritto col pennarello nero sul mio braccio destro. Tre quattro otto...
Non ci ho pensato un secondo. Mi sono tastato le tasche in cerca del cellulare e quando l'ho trovato l'ho composto.

Due squilli e hai risposto.
"Eh...pronto?" ha detto la tua voce distratta, dall'altra parte.
"Ehi..." - il cellulare incastrato tra l'orecchio e il casco - "Come stai?"
Silenzio.

"Senti, mia sorella mi ha fatto notare che... noi Mazzuccato siamo romantici per costituzione. Quindi sai... non so, pensavo... se stasera tu..."
Ma dall'altra parte nessun segno di vita.
"Ehi? Oh. Pronto?" ho provato a richiamarti di qua, per riafferrare la tua voce.
"No ehm, scusami, è che sono andato a letto un'ora fa" mi hai spiegato fiscale. "Stasera proprio non ce la faccio, ho un'altra cosa"
"Okay okay, tr-tranquillo. Va bene, va bene. Anzi, scusa...scusa per la sveglia"
E ho riattaccato senza neanche darti modo di replicare.
Uno sbuffo, un ultimo sguardo a quell'opera firmata Pan in basso a destra, e poi via, in quella strada sterrata, in sella al motorino.
Scusami, artista.
Ho sbagliato anche stavolta.
Pensavo che con te fosse diverso e invece.
Per una volta che avevo messo da parte le paranoie, sbam, mi hai ricordato che ho sempre quel modo goffo di invadere gli spazi vitali delle persone. Che cerco di entrare sempre nel modo sbagliato. Che non è così che si fa e che probabilmente non imparerò mai.
Scusami, artista, se ti ho dato retta. Se per un attimo ho abbassato le difese. E se non sono rimasto nel mio, come mi ero promesso di fare.
Romantici per costituzione?
Che cazzata.

Perfetti || Eros + FabioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora