Club

10 3 0
                                    

il pomeriggio lo avevo trascorso a sistemare la casa nuova, scoprendo nuovi mobili e anfratti della mia nuova abitazione.

mi ero poi rilassata sul letto, mentre cercavo di memorizzare i contatti dei miei nuovi compagni di classe, riuscii persino ad associare tutti i nomi alle foto profilo.

la ragazza dagli occhiali tondi, con la montatura dorata ed i capelli rossi si chiamava Simona, il suo vicino di banco era Andrea, la ragazza dai capelli rossi e corti si chiamava Ennis, non avevo mai sentito una ragazza chiamarsi in quel modo, forse perché proveniva da Boston, e due ragazze vicino alla finestra si chiamavano Giorgia e Liz.

il giorno dopo quando tornai in classe oltre a seguire le lezioni potei conversare con il mio nuovo gruppo di amici, chiamandoli per nome; durante la ricreazione, mi ero seduta su un muretto sotto il porticato dell'istituto con i miei compagni di classe e mentre sgranocchiavo qualche Snak, si Avvicinarono due ragazzi della mia stessa classe, si presentarono e mi strinsero la mano.

alla mia sinistra c'era Matteo e accanto a lui sedeva Ennis, quando il ragazzo dai capelli rossi mi sorrise Davide storse leggermente il naso; la ragazza dai capelli rossi ridacchiò e Matteo le rifilò una gomitata sul braccio, dovetti impegnarmi anche io, per non ridere.

terminata la mia seconda mezza giornata di scuola ci riversammo nei corridoi, insieme alle ondate di studenti provenienti dalle aule limitrofe; mentre percorrevamo i corridoio e scendevamo le rampe di scale, decisi di guardarmi intorno per osservare la struttura.

quando stavamo attraversando il corridoio che conduceva alla mensa scolastica, prima di dividerci notai una vetrinetta, accanto alla presidenza; la vetrinetta era colma di trofei e medaglie, incuriosita mi avvicinai ad essa per capire di cosa fossero, ma una mano si posò sulla mia schiena e mi costrinse a proseguire. <<Ah, lascia stare quelle cianfrusaglie>> disse Arianna sorridendomi.

<<Oggi pomeriggio ti parleremo bene di tutti i Club e valuterai>> continuò a spingermi verso l'uscita e ricordai che il giovedì non c'erano Club; ora comprendevo la fetta di tutti quegli studenti di uscire da scuola era l'unica giornata che terminava presto.

avrebbero potuto starsene tranquillamente a casa a dormire, riposare, guardare la televisione, disegnare, leggere o scrivere, avevano il tempo per dedicarsi ai loro hobby e passioni ed invece tornavano a scuola soltanto per me, mi sentii un po' in colpa per dispiaciuta per loro, ma non potevo fare a meno di sentirmi onorata di tutto ciò.

non avrei mai creduto di fare amicizia con persone del genere, senza di loro non so come avrei fatto in un luogo sconosciuto come quello, se avessi avuto l'opportunità di giocare a pallavolo sarebbe stato tutto perfetto.

tornata a casa trovai già la tavola imbandita. <<ciao papà, come va al lavoro?>> domandai trovandolo sorridente come ultimamente capitava di rado. <<alla grande mi rispose, portando i piatti in tavola.

corsi a lavarmi le mani, con lo stomaco che brontolava a tutto volume, per pranzo cerano le Arancini amavo i piatti giapponesi, ma le ricette siciliane non si battono, un po' come la pasta asciutta.

io e mia sorella facemmo a gara a chi mangiasse di più, incredibile quanto mangiasse, non capivo dove mettesse tutta quella roba e aveva quasi metà della mia età, ogni volta che afferrava qualcosa dal piatto mi ghignava malevola. <<Elena, non ti ingozzare>> la rimproverò mio padre e tutti scoppiammo a ridere.

<<papà ascolta, hai presente di quando ti parlavo dei miei compagni di classe?>> intavolai l'argomento. <<si>> rispose, invitandomi a continuare. <<ecco, mi hanno proposto di andare nel cortile della scuola, per parlarmi dei club scolastici, così potrò iniziare a fare anche i pomeriggi>> informai. <<beh mi sembra un ottima idea, per quanto mi riguarda vai pure, ma... stai attenta>> concluse in tono cupo.

una pallavolista chiamata ViolettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora