Solita routine

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Mi risvegliai tra delle calde lenzuola bianche, di sicuro non le mie, e mi guardai intorno in cerca di qualche misero indizio per indicarmi dov'ero.

"Ottima notte, non credi?" sobbalzai al suono di una voce voltandomi verso il proprietario, che era appoggiato sulla soglia della porta bianca con una tazza fumante tra le mani.

"Si, è stato uno spasso" dissi sorridendogli, anche se in realtà al posto dei ricordi avevo solamente un gran mal di testa.

"Dovremmo rifarlo.." ghignò lui mentre mi guardava rivestirmi.

"Sai dove trovarmi" gli feci l'occhiolino, lasciandogli un bigliettino sul mobile accanto al letto, con sopra il mio numero.

"Perfetto..ci si vede bella!" disse sfoggiando un sorriso prima di scomparire dietro alla porta, segno che il mio lavoro qua era finito.

Lanciai un occhiata veloce all'orologio, accorgendomi di essere in ritardo per il lavoro. Sospirai, afferrando la mia amata borsetta chanel, e allontanandomi definitivamente dalla casa di un altro dei tanti sconosciuti con cui passavo le notti, non avendo alcuna voglia di andare a lavoro.

*

Poco dopo aver raggiunto il piccolo bar in cui lavoravo ed essermi sistemata dietro
al bancone a lavare le tazze sporche della sera precedente, sentii la porta del locale aprirsi con uno spintone, che rischiava far di crepare il muro.
Alzai gli occhi verso il colpevole intravedendo Amber, la mia unica amica (e sorella sperduta, ovviamente) al mondo, che avanzava verso di me a passo pesante, sembrando piu un toro imbizzarrito che una ragazza.

"Dove cazzo eri finita, ieri sera?" ringhiò, sbattendo le mani sul bancone di marmo smaltato. Ed ecco il terzo grado.

"Giorno anche a te" dissi non curante, mentre lei mi lanciò uno dei suoi sguardi omicida.

"Uff..sono solo stata a letto con uno..ed evita di spaventare i clienti!" sbuffai, ormai era normale per me passare notti le altrove.

"Potevi almeno avvertirmi..per quello che ne sapevo, potrebbero anche averti violentata!" disse cercando di mantenere un tono di voce calmo, fallendo miseramente, come al suo solito.

"Amb, cazzo, non esagerare! Mi sono dimenticata di dirtelo, ok?..eri troppo occupata a giocare con le tue bustine.." dissi imitando una siringa nelle vene, e lei mi diede una gomitata sul braccio.

"Shh, non urlarlo al mondo" sussurrò, facendomi ridere leggermente, visto che gli unici clienti erano una coppia di anziani, probabilmente mezzi sordi, e un ragazzino con le cuffie in testa.

"Hey senti..sta sera c'è una festa in città, potremmo farci un salto..a patto che mi avverti quando trovi una "preda"." Rise mimando le virgolette con le dita, mentre io annuivo.

"Mi passi a prendere per le dieci?" dissi intenta a preparare un cappuccino con tanto di schiuma.
Dieci era l'ora perfetta, visto che da quell'ora in poi sarebbe cominciata la vita londinese notturna, la mia preferita.
Uno dei tanti pregi di vivere in una citta immensa.

"Certo, e tu fatti trovare pronta..non vorrei perdermi certi affari." Disse dandomi un bacio veloce sulla guancia, prima di incamminarsi verso l'uscita.

"A stasera Ang!" gridò sventolando una mano nella mia direzione. Ricambiai il saluto per poi tornare a sgobbare dietro al bancone, servendo occasionalmente una colazione calda ad un cliente affamato.

Ah già, se non lo aveste ancora capito io sono Ang, cioè Angel.

Piacere!

So benissimo a cosa state pensando..il mio nome vuol dire angelo in inglese, lo so, ma questo non è affatto il caso quando si tratta di me.

La società preferisce definirmi una "puttana", una di quelle che la da a tutti senza un briciolo di contegno.
Quella che non sanno, però, è la mia storia ed è per questo che tutte le persone saltano subito alla conclusione.

Guardano la copertina, senza mai sfogliare le pagine del libro.

Weila bella gente!✨
Spero vi sia piaciuto il mio primo capitolo (ho deciso di riscrivere la storia) e vi dico solo che continuerò col secondo capitolo a dieci lettori.

Ma prima di allora...CIAOO!

Bad, bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora