Capitolo 10

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POV di Sam

Lessi la lettera tutto d'un fiato, senza interruzioni.

Mi accorsi solo in quel momento di avere le lacrime agli occhi, non ci avevo fatto caso, ma forse perché non mi importava.

Quella lettera era la più bella che io avessi mai letto e la cosa strana era che fosse stato proprio Harry a scriverla. Non riuscivo a crederci.

Cosa significava? Il giorno prima mi aveva detto addio e adesso mi ritrovavo in camera mia, con una sua lettera in mano in cui parlava di sé stesso come se fosse la cosa più normale del mondo. E, sinceramente, non sapevo come comportarmi.

Era difficile riuscire a fidarsi d una persona come lui, ma d'altra parte si era aperto mostrandomi la sua parte migliore, dalla quale ero completamente affascinata.

Non so per quanto tempo rimasi seduta lì, senza muovere un muscolo pensando alle varie scelte che avevo davanti.

1. Ignorare la lettera di Harry e andare avanti con la mia vita come se non lo avessi mai incontrato;

2. Fidarmi ciecamente (ed ingenuamente) di lui e provare a raccontargli un po' di me;

3. Andare a parlargli in modo civile, per capire cosa questa lettera possa significare e cosa non possa significare;

4. Chiudermi nella mia stanza e dormire per sempre.

Per quanto la quarta opzione potesse sembrare la più allettante, alla fine scelsi la terza e mi alzai per andare fino alla camera di Harry, sperando con tutto il cuore che non stesse facendo qualcosa di poco innocente con quella ragazza, Megan mi pare.

Se fossi entrata e l'avessi trovato in quello stato, forse sarebbe stata la cosa più orribile della mia vita. O, pensandoci meglio, magari no. Avevo visto di peggio.

Aprii la porta di scatto e per un attimo mi si gelò il sangue.

Portai una mano al petto, cercando di riprendermi dallo spavento.

"Scusami, non volevo spaventarti" ridacchiò lui.

"H-Harry...cosa ci fai fuori dalla mia stanza?" gli chiesi sorpresa.

"Io...ecco, io non lo so. Suppongo che tu abbia letto quello che ho scritto..." rispose imbarazzato. Non capivo il motivo di questa sua improvvisa sensibilità, in fondo si era solo seduto davanti alla mia porta, niente di che.

"E allora perché ti ha fatto così piacere trovarlo qui?" aggiunse il mio subconscio, il quale, a quanto pare, interveniva sempre nei momenti meno opportuni.

Non sapevo perché quel semplice gesto mi avesse resa così felice.

"Si, l'ho letto. Stavo giusto per venire da te, sai, per...parlarne." dissi titubante.

Magari era venuto per dirmi che si rimangiava ogni singola parola.

"Bene..." rispose lui. "Parlami, allora" disse in tono gentile.

"Ehm...n-non so cosa dire, in realtà" balbettai insicura. Avevo pensato così tanto a questa conversazione, eppure non sapevo da dove iniziare.

Restò in silenzio, fissando ogni centimetro del mio corpo che ardeva sotto il suo sguardo preoccupato.

"Okay, beh, volevo dirti che è stato molto carino da parte tua e che ho apprezzato il gesto, nessuno av-"

"Sam, troppe parole complicate. "Apprezzare il gesto", "carino da parte tua"...Sono le uniche parole che ti vengono in mente pensando a me? A quello che ti ho scritto? Al modo in cui sto cercando di farmi perdonare?"

Little Things ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora