Capitolo 7

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POV di Harry

Continuava a piangere, urlare e tremare e non avevo la più pallida idea di cosa potessi fare per lei.

Non avevo mai visto una persona tremare in quel modo, tranne per quella volta in cui...ma si certo! Quella volta in cui Sam aveva iniziato a tremare tra le mie braccia circa tre settimane prima, nel mio letto, dopo la festa. L'aveva definita una 'crisi'. Quella volta me l'ero cavata con un bacio sulla fronte, ma questa volta non ero sicuro che avrebbe funzionato.

Le accarezzai i capelli e la baciai ripetutamente in quel punto, ma tremava sempre di più, sempre di più... Avevo una gran voglia di scappare, perché era l'unica cosa che avessi mai fatto, ma le sue grida, le sue lacrime, mi impedivano di lasciarla li.

Portai Sam nella sua stanza, chiamai un medico e attesi il suo arrivo, mentre stringevo sempre di più la ragazza a me, come per farle sapere che ero li.

Dopo una decina di minuti, bussarono alla porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti una donna sulla trentina, con un camice da dottoressa e una borsa in mano. Era bella, si, ma in quel momento non ci feci caso. La lasciai entrare e uscii quando mi chiese gentilmente di lasciarla sola con Sam, che sembrava essersi leggermente calmata.

Origliai tutto il tempo, cogliendo qualche spezzone dei discorsi che stavano facendo. Sentivo la voce della ragazza tranquillizzarsi, mentre quella già calma della donna le ripeteva di respirare piano.

"Ciao." le disse la dottoressa. "Ho saputo che ti chiami Sam.", glielo avevo detto io. "Come stai, cara?"

Passarono alcuni secondi, ma poi le rispose piano "Io...meglio, credo."

"Vuoi dirmi cos'è successo?" Le chiese la donna. Wow, ci sapeva fare, aveva un tono che avrebbe tranquillizzato chiunque.

"Io...ecco, io...vede, dottoressa, i suoi occhi erano diventati così scuri, urlava, proprio come aveva fatto LUI." Rimarcò l'ultima parola con tutto il disprezzo che aveva in corpo. Ma non capivo davvero di cosa stesse parlando.

"A chi ti riferisci, cara?"

"A quel ragazzo, Harry. Urlava, continuava ad urlarmi contro e diceva le stesse parole che aveva detto LUI, e mi guardava come se stesse per farmi qualcosa di brutto. Lo avevo visto prima, picchiava quel ragazzo e avevo paura che avrebbe picchiato anche me, e troppe cose, davvero, troppe...Erano così scuri, dottoressa, così scuri. Avevo paura, io..."

Stava blaterando, era sconvolta. Ma lo ero anch'io. Aveva paura di me. Questo non me lo sarei mai aspettato. E poi, chi era LUI? Che cosa le aveva fatto? E cosa pensava che le avrei potuto fare? Il mio mal di testa aumentava ogni secondo di più, il cuore pulsava così forte da coprire le voci provenienti dalla stanza.

Io...l'avevo spaventata a morte. Che mi era venuto in mente? Non stavo pensando a niente e non mi ero accorto di come stesse reagendo il mio corpo. Non ce la facevo più.

Entrai nella stanza e mi abbassai su di lei, la abbracciai forte e le accarezzai la schiena con una mano, l'altra tra i suoi capelli.

La dottoressa lasciò la ricetta medica sul comodino e uscì salutandoci, ma nessuno dei due ci fece caso.

Quando fummo da soli, mi staccai da lei, le presi il viso tra le mani e la guardai negli occhi, di nuovo pieni di lacrime.

"Sam, mi dispiace. Non...non volevo spaventarti, io non ti avrei mai torto nemmeno un capello, devi credermi. Non sono quel tipo di persona, te lo giuro. Ero arrabbiato e non mi rendevo conto di quello che stavo facendo. Io, davvero, io..."

"Harry..."

"No, Sam, ascoltami. Non sono un bravo ragazzo, lo sai, ma non ti avrei mai picchiata e mai lo farei. Ero solo..."

Little Things ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora