Capitolo 12

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POV di Sam

Stavo dormendo tranquillamente quando un urlo mi svegliò all'improvviso.

Mi portai una mano sul cuore, cercando di stabilizzare il mio respiro.

Poi un altro urlo. E a quel punto capii. Harry.

Mi precipitai fuori dalla stanza e lo vidi accasciato sull'erba del prato in preda a quello che sembrava il più atroce dei tormenti.

"Harry" sussurrai sperando che potesse sentirmi.

Si voltò velocemente verso di me e i suoi occhi, diventati più scuri del normale, tornarono ad essere di quel verde che mi piaceva tanto.

Si stese a terra e mi misi al suo fianco. Non osai chiedere nulla, se ne avesse voluto parlare, l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà.

Non so dire per quanto tempo rimanemmo lì, l'erba bagnata intorno a noi, il cielo nuvoloso e i nostri respiri sincronizzati.

Era un momento perfetto ed era strano se si ripensava allo stato in cui l'avevo trovato poco tempo prima.

Si voltò verso di me e mi regalò un sorriso, forzato, ma bellissimo. Sorrisi a mia volta, incapace di parlare per paura di poter rovinare ogni cosa.

"Sam" mi chiamò lui con voce roca.

"Si?"

"Mi dispiace per prima, non avresti dovuto vedermi in quello stato, nessun avr-"

"Zitto, ti prego" ridacchiai premendo il palmo della mia mano sulle sue labbra, per evitare che dicesse qualcosa di insensato. "Non m'importa. Mi hai visto anche tu in quello stato, più di una volta. Se vorrai parlarne, ti ascolterò. Ma è una tua decisione e non ti costringerò mai fare qualcosa contro la tua volontà."

Lo sentii sospirare per poi parlare ancora, il suo tono basso, quasi avesse paura di spaventarmi.

"Io...non posso, non ancora, mi dispiace". Sembrava così affranto, ma gli avevo già spiegato che non aveva motivo.

"Possiamo fare finta che non sia successo nulla, ti va?" proposi io, cercando di alleviare il suo senso di colpa.

"Dici sul serio?"

"Certo" cercai di mantenere il mio tono dolce, per tranquillizzarlo.

Morivo dalla curiosità di sapere cosa fosse successo, ed ero anche piuttosto spaventata, non da lui, ma per lui. Non avrei mai immaginato che una persona 'forte' come Harry vivesse in un inferno del genere. E mi chiesi se anche lui sentiva le voci, se lo tormentavano di notte e qualche volta anche di giorno. Mi chiesi se anche lui aveva paura di non riuscire più a gestire la situazione. Chissà se qualche volta aveva pensato di abbandonarsi a loro, come avevo pensato di fare io. Ma era impossibile, me ne sarei resa conto. Ne avevo conosciute di persone come me in quel posto e avevo imparato ad accorgermi che fossimo uguali anche solo con uno sguardo. Quando guardavo Harry, invece, vedevo in lui una persona più simile a mio padre, uno di quelli che manteneva sempre una maschera da 'duro', ma che si scioglieva quando stavamo insieme.

Il ragazzo vicino a me mi schioccò le dita davanti al viso, come per risvegliarmi dal mio stato di trance.

Accennai un piccolo sorriso, per poi portare una mano davanti alla bocca e sbadigliare. Avevo sonno, davvero tanto sonno. Il pianto di prima mi aveva distrutto e vedere Harry in quelle condizioni era stato anche peggio.

"Sei stanca?" mi chiese lui premurosamente.

"Un po', forse" mentii. Non volevo lasciarlo da solo.

Little Things ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora