Quando avevo circa 10 anni, venivo sempre presa in giro per la mia altezza, e pensavo di smettere con la pallavolo e fare un'altro sport, ma dopo un po' tornavo in palestra, e cambiavo idea; mi ripetevo sempre:
«Non devi rinunciare mai alla tua passione per colpa di qualcuno, mai»
E così ho continuato fino ad ora, ripetendo sempre questa frase.Era arrivato finalmente il venerdì e i miei finalmente erano tornati ieri sera, poi come ogni venerdì, la sera mi metterò a leggere , per tutta la notte.
Mi trovavo ancora nel mio comodissimo letto quando mia madre entrò nella mia stanza dicendomi:
«Ell, oggi ti accompagno io a scuola, perché la preside mi ha chiamata per presentarmi che deve spiegarmi alcune cose, dato che sei nuova» disse mentre si avvicinava al mio letto, per darmi il buongiorno con un bacio sulla guancia.
«va bene» le sorrisi.Dopo che se ne andò, decisi di alzarmi per potermi preparare per la scuola; andai prima in bagno per farmi una doccia calda, dato che fuori c'era molto freddo, però mi ero appena accorta che mi era venuto fausto (ciclo nel linguaggio femminile), dopo che finì mi sono vestita con un maglione bianco che arriva alla linea della vita, con un skinny nero che era la scelta migliore per un periodo così, e delle air force 1 bianche.
I capelli li ho legati in un tuppo spettinato e mi sono truccata un po'.Era l'ora di andare perché erano già le 7:20 e probabilmente arrivavo in ritardo dato che dovevo fare ancora colazione.
Mia madre mi aveva appena chiamata per mangiare i pancake che Gwenda mi aveva appena preparato; scesi velocemente le scale e mangiai velocemente.
All'improvviso suonò il campanello:
«vado io» disse mia madre.
Stavo bevendo un po' di tè caldo, visto che avevo mal di pancia, quando ad un certo puntò mia mamma cominciò a parlare con qualcuno sotto voce ma non capivo con chi.«Dai vieni, Ella è in cucina che si sta bevendo del tè caldo, perché sai è appena arrivato il suo amico che l'ha accompagna per una settimana al mese» disse mia madre ridendo.
«Caspita, non ci voleva!» una voce femminile che mi era molto famigliare, come facevo a non riconoscere la voce della mia migliore amica, è impossibile non riconoscerla.
«Come mai?» interrogò mia madre.
«Beh, stasera c'è una festa, e vorrei portarmi Ell con me» rispose Eva.
«Parlerai con lei, non mi intrometterò»Sentivo tutta le loro voci che si avvicinavano sempre di più alla porta della cucina, però non erano ancora arrivate in cucina.
«Buongiorno nana!» gridò Eva entrando dalla porta.
«Buongiorno Koala» dissi seccata.
«Caspita la tua faccia dice proprio che oggi devi saltare l'allenamento per riposare» aggiunse Eva quando mi vide pallida in faccia.Stavo male, e non mi andava tanto si fare allenamento, ma non potevo mancare nemmeno un giorno, perché volevo realizzare il mio sogno, proprio quello che sognava la bambina che ero, proprio quello che sogno adesso.
«Non voglio saltare, posso farcela» risposi mentre stavo sorseggiando l'ultima goccia di tè.
«mhhh...ok...» ribatté Eva insicura.Eravamo appena arrivate a scuola con 10 minuti in anticipo, e mia madre ci salutò per andare dalla preside. Io ed Eva invece ci mettemmo su una della panchine che si trovano nel cortile della nostra scuola, e cominciammo a parlare.
«Ell, so che ti sembrerà strana questa domanda, ma non ho pazienza per non farla.» guardai Eva confusa.
Lei fece una pausa e sospirò.
«Quando era appena arrivato Josh Clark, lo hai notato come ti guardava? Cioè ti mangiava con gli occhi e mentre parlavate ti guardava negli occhi come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua» aggiunse lei mentre mi guardava negli occhi.La sua domanda mi stava mandano la mentre in confusione. Io non lo avevo notato, non ci avevo nemmeno pensato per quale motivo il mio idolo mi guardava in quel modo.
«Non lo so...» le risposi confusa.
«Bene, allora io so la risposta, secondo me gli interessi dal momento in qui ti aveva vista per la prima volta» aggiunse Eva decisa.
«Eva, ma che dici, non potrà mai essere così» le gridai addosso
«certo hahah...» disse sotto voce lei.Dopo le lezioni ci siamo dirette in mensa, e abbiamo preso il nostro pranzo; Io avevo solo assaggiato il cibo, perché avevo un dolore assurdo alla pancia che non mi premetteva nemmeno di mangiare.
Eva aveva appena finito, e così siamo andate in palestra; ci siamo messe la divisa e andammo a riscaldarci per l'allenamento.
«ragazze, ora dividetevi a coppie e cominciate a fare gli esercizi con la palla, prima palleggio e baker, e poi cominciate con una attacco difesa continuato» disse la Coach Clark.
«Ell, vieni con me» mi chiamò Eva.Stavamo finendo gli esercizi che ci erano stati detti, ma mentre stavamo facendo attacco e difesa continuato, ad una certo punto cominciai a vedere tutto nero, sentivo che la testa che stava diventando più pesante, e la pancia mi faceva ancora più male. Avevo appena sentito un dolore forse alla testa, e la mia schiena stava appoggiata a qualcosa di solido; forse avevo appena sbattuto con il pavimento. Sentivo solo della voci che mi chiamavano, ma erano lontane, quasi quasi non le sentivo più.
«Sai Ell, quando eri appena nata i miei occhi avevano cambiato colore, da una verde cristallo a un celeste come il cielo. Tu sei stata la cosa più bella e importante che mi sia capitata.» sentivo una voce, una voce uguale a quella di mio nonno, non capivo da dove provenisse, perché vedevo solo nero.
«Mi dispiace Ell, ma il nonno è andato via» questa era la voce di mio padre.
Cosa stava succedendo? Perché ad un certo punto sentivo le voci di mio padre e di mio nonno? Avevo paura, paura che mi stesse succedendo nuovamente, quello che mi era capitato in passato.Sentivo che qualcosa mi stava rigando il viso, mi faceva il solletico, ma non potevo reagire, non potevo muovermi ma non capivo il perché.
«Sai perché ti ho scelta?» una voce che non riuscivo a riconoscere mi stava parlando.
«Non so se qualcuno te lo ha mai detto, ma sei fenomenale» si fermò.
«Ti ho scelta per questo, sapevo tutto di te fin dal principio, ma volevo vederti di persona, sentirti vicino a me mentre dimostravi questo tuo potenziale» fece una pausa e poi riprese a parlare.
«Spero che in futuro capirai chi sono, anche se ne dubito, perché non te lo aspetteresti» smise di parlare, e poi sentì dei passi che piano piano si allontanavano.* * *
🦋Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e mi scuso con tutti voi per il ritardo🦋
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Ichi go ichi e
RomanceElla James, una ragazza di 17 anni, che si trasferisce a Los Angeles con la famiglia dopo aver trascorso quasi tutta la sua vita nel quartiere di Bakersfiled. Per lei la vita di città è molto strana però conoscerà tante persone, ma poche riusciranno...