12 - Austin, Texas pt. 3

340 7 20
                                    

[ Sopra, Jorge Lorenzo nel suo box con una faccia altamente contrariata. Chissà perché ]


" E un gran bel primo posto ", furono queste le ultime parole famose di Marc, tuttavia nulla andò come sperato.

Marc aveva sempre dominato la gara fin dall'inizio, ma al penultimo giro, forse per le gomme troppo consumate o forse per un errore suo, scivolò nella ghiaia. La vittoria finì nelle mani di Joan Mir, pilota della Suzuki, seguito da uno spettacolare Valentino Rossi in Yamaha e da un Andrea Dovizioso, protagonista di una rimonta incredibile dalla dodicesima casella in griglia.

Dalle riprese, la caduta di Marc fu innocua, ma lui ne uscì comunque devastato: rimase inginocchiato a guardare la sua Honda distrutta, scuotendo la testa e con le mani sul casco, disperato. Non vidi il suo rientro nel box, ma credo fosse estremamente deluso da se stesso: aveva alte aspettative per quella gara. Aspettative andate in frantumi, per giunta sul suo circuito preferito. Il COTA era il circuito in cui Marc aveva sempre vinto, ininterrottamente dal 2013. Si trattava di ben 6 primi posti consecutivi in un arco di 6 anni. E lui puntava al settimo, nel settimo anno.

Dopo il giro d'onore*, tutto il team di Andrea si recò sotto al podio per la consegna dei trofei, per acclamare il suo pilota e assistere alla doccia dello champagne**. Tutti tranne me. Infatti, colsi l'occasione per sgattaiolare nel box di Marc e assicurarmi sulle sue condizioni, conscia del fatto che mio Zio non mi avrebbe potuta vedere.



|| Punto di vista di Jorge Lorenzo ||

Altra gara andata letteralmente a farsi benedire. Un altro zero, perché ero arrivato ad una posizione fuori dalla zona punti***. Un pluricampione del mondo come me, con ben cinque titoli iridati, non poteva permettersi certi risultati e certe prestazioni deludenti come questa. Il team di Andrea, mio compagno di squadra, era a festeggiarlo al podio, mentre il mio era giù di tono per colpa mia.

Il mio capo meccanico mi diede una pacca sulla spalla:« Forza Jorge, non deprimerti. Sì tratta di Ducati, non è semplice »

Scossi la testa, contrariato. Rimaneva una moto, Ducati o non Ducati, e io dovevo prevalere su di lei, per forza. Ad ogni costo dovevo avere il controllo su di lei, non lei su di me e sulle mie capacità di gestione.

In quell'istante, notai Sofia passare di gran lena proprio davanti al mio box. Sperai che sì fermasse e venisse da me e a questo pensiero tirai un sospiro di sollievo, come se un peso sì fosse alzato dal mio stomaco. Tuttavia quel peso ricomparve immediatamente dopo al suo posto quando mi accorsi che lei tirò dritto, senza neanche lanciare uno sguardo verso di me. Dove stava andando?

Accigliato e confuso, mi sporsi in pit lane per seguirla con lo sguardo: entrò in un box a qualche metro dopo, uno di quelli della Honda.

Mi avvicinai cauto senza dare nell'occhio, facendo finta di nulla: la vidi parlare con Márquez. Suo zio mica le aveva detto che non poteva avere alcun tipo di rapporto con i piloti?

Dal posto in cui mi trovavo, ebbi la possibilità di ascoltare tutta la loro conversazione.

« Stai bene? Ti sei fatto male? » gli chiese lei, preoccupata « ho visto la scivolata dagli schermi »

« Tutto bene, nulla di serio. Ho fatto un errore da idiota » commentò lui.

Pff, e quando mai lui non faceva errori da idiota? Nelle prove era quasi sempre a terra.

« Mi sono giocato punti che mi sarebbero tornati utili » continuò lo spagnolo.

« Mi dispiace tanto, so quante aspettative ti eri fatto su questa gara » provò a consolarlo lei.

" So quante aspettative ti eri fatto "? Lei e Marc avevano già avuto modo di parlare prima della gara?

« Già, a proposito » proruppe lui « Come mai qui da me davanti a tutti? Tuo zio? Perché non sei con il team a festeggiare? »

« Loro sono al podio, io ne ho approfittato per venire da te a controllare come ti sentivi. Se mio Zio non vede, non può sapere » rivelò lei.

Aah, dunque era così? Parlava con Marc di nascosto, suo Zio non avrebbe mai approvato quello che lei stava facendo.

« Ti conviene andare via » le consigliò Márquez, quasi ridendo « arriveranno dei giornalisti a momenti, non vorrei ti vedessero con me. Passeresti brutti guai »

A quel punto me ne ritornai al mio box: i due erano in procinto di salutarsi e non volevo essere colto sul fatto. Quando, qualche secondo dopo, Sofia ripassò davanti alla mia moto, mi ignorò nuovamente. Insomma la regola dell'"evitare alcun contatto con i piloti" valeva solo nel mio caso e non per quello di Márquez. Aveva consolato Marc per uno stupido errore, ma non era venuta ad assicurarsi su di me, che era da inizio stagione che facevo una fatica madornale ad ottenere anche solo un misero punto con la Ducati. Evidentemente la ragazza aveva determinate priorità, e io non rientravo in queste.

E questo mi dava parecchio, parecchio fastidio.



Spazio Autrice

* Il giro d'onore è l'ulteriore giro di pista che i piloti compiono al termine della gara. Questo giro in più, eseguito a velocità ridotta, consente ai corridori di festeggiare la vittoria, la fine della gara e di salutare i propri tifosi.

** La doccia dello champagne consiste nello stappare 3 bottiglie di prosecco (una per ciascun pilota sul podio) e spruzzarselo addosso a vicenda. È una tradizione per festeggiare il risultato ottenuto.

*** Nella MotoGP è previsto un sistema di assegnazione dei punteggi a seconda dell'ordine d'arrivo. La famosa "Zona Punti" indica il range di piazzamento all'arrivo dal primo al quindicesimo posto. La distribuzione dei punti funziona come di seguito riportato: primo classificato riceve 25 punti, il secondo 20, il terzo 16 e il quarto 13. A partire dal quinto classificato, che riceve 11 punti, si va a scalare fino al quindicesimo, che ne riceve solamente 1.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora