48 - Bergamo, a casa

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[ Attenzione, si trattano argomenti delicati ]

|| Punto di vista di Sofia ||

Il giorno dopo il Galà feci una videochiamata con Marc, dove mi rivelò che aveva messo Alex al corrente della situazione sentimentale tra me e lui. Onde evitare che Aida venisse a saperlo proprio dal più piccolo dei fratelli Marquez, decisi di informare anche a lei su quella verità nascosta. Volli parlargliene di persona proprio durante una nuova uscita per negozi e per mia fortuna quella volta stavamo perlustrando botteghe decisamente più in linea con il mio portafoglio.

Aida era una appassionata di vestiti e cosmesi e oltre a scegliersi cosa provare, sì impersonava come mia personal stylist. La tappa per risistemarsi il guardaroba era una "tappa obbligatoria", come lei definiva, per poter passare due settimane in compagnia dei due piloti spagnoli. Mi aveva rimpinzato di costumi da provare, ma non è che ciò mi avesse fatto impazzire: odiavo indossare i bikini. Mettevano a nudo i miei difetti corporei: pelle non omogenea e di un rosa quasi sporco e pallido, i segni rossi tra le pieghe del tessuto adiposo in eccesso del mio addome, i fianchi come le cosce, più carnosi. Senza contare il problema che avevo con i peli e soprattutto, con la ceretta.

« Dai Sof, smettila di farti 'ste pare » disse lei, non sopportando la mia ennesima lamentela « a Marc piaci così »

« Mi ha solo vista per poco tempo senza i vestiti » proferii, chiudendo la tenda e cambiandomi.

« Ti ha vista con un intimo orribile da nonna » mi corresse lei « e pure con quello sei riuscita a farglielo alzare per bene »

« AIDA! » la ripresi, facendole capire di non dire certe cose in pubblico « abbassa 'sta voce! »

Lei rise: « È vero, non puoi negare ciò che è successo! Ma poi, come è stato? » domandò lei continuando a ridere.

Sapevo perfettamente a cosa sì stesse riferendo: « Come vuoi che sia stato? Penso tu lo sappia benissimo visto che tu ci giochi pure con quello di suo fratello »

Lei rise ancora più forte: « E poi mi chiedono perché sono ancora tua amica. Come faccio a rinunciare alla tua incredibile schiettezza su questo argomento? » e più aggiunse « e comunque non mi hai ancora detto come è statooo »

Uscii dal camerino, con in mano i tre costumi che avrei portato in Spagna, guardandola con un sopracciglio inarcato.

« Embeh? » rincarò lei la dose.

« Qualcosa di molto...duro » le mormorai, scuotendo poi la testa quando mi prese per un braccio, scuotendolo elettrizzata.

« UUUUH, la mia Sof sta crescendoooo » canzonò infatti lei.

« Smettila » le dissi, con un sorriso sul volto.

« Ed era...? » accennò a lei, indicando palesemente un termine riferibile alle misure con un gesto delle mani.

« Ma se anche lo fosse stato, che ti importa? » ribadii, con un tono misto tra il disperato e il divertito.

« Giusto per sapere se pure le dimensioni fanno parte dell'invidiato gene dei Márquez o se è solo un caso se le dimensioni di Alex siano piuttosto... »

« Aida! » le impedii di continuare la frase, richiamandola « non mi interessano le misure di Alex! »

Lei scoppiò a ridere notando il mio imbarazzo: « Per la cronaca, sono piuttosto...poderose »

« Aida! » la richiamai per l'ennesima volta, tappandomi le orecchie e assumendo un'espressione disgustata in modo teatrale.

« E poooi..avete anche continuato? » riprese lei sorniona, ormai in fila per la cassa.

« No, io... io ho avuto dei problemi » ammisi, tornando seria.

« Oh, ferma » mi ordinò lei, parandosi davanti a me, preoccupata « quali problemi?! »

« Paura » spiegai, con una sola parola. Per molti poteva sembrare una spiegazione insufficiente, ma Aida conosceva bene il mio cruccio e quel termine era sufficiente per farle capire cosa mi fosse successo nella testa proprio in quel preciso istante con Marc. Io ero una persona ansiolitica: soffrivo parecchio l'ansia e mi sopraffaceva alla minima cosa. Quel tipo di ansia che ti bloccava, ti svuotava la mente lasciandotela bianca e silenziosa, rendendoti incapace di pensare lucidamente. Quell'ansia che ti immobilizzava o peggio, ti faceva accrescere la quantità di adrenalina che scorreva nelle vene, imponendoti di muoverti tremando, saltellando, muovendo assiduamente e ripetutamente delle parti del corpo. Quell' ansia che sapeva farti aumentare le palpitazioni del cuore a mille e ti costringeva a respirare più velocemente, avendo la costante necessità di raccogliere sempre più aria nei polmoni. Quell' ansia che sì raccoglieva al livello del petto, intrappolandotelo in una morsa invisibile sempre più stretta e soffocante, ed intanto ti scombussolava lo stomaco e l'appetito, oltre a farti attorcigliare le budella dell'intestino. Per non parlare del nodo alla gola così massiccio da occluderti le vie digestive e respiratorie, oltre a toglierti la capacità di parlare in modo appropriato.

Lei mi guardò con un'espressione intenerita: « Sof, non devi incolparti »

« Ma lui....lui voleva, lo so » dissi, quando arrivò il mio turno alla cassa. Pagai e dopo aver atteso Aida, lei riprese il discorso mentre uscimmo dal negozio.

« E tu gli hai detto come ti sentivi a proposito. Non c'è stato nulla di cui tu ti debba incolpare »

« Lui voleva divertirsi, avere intimità con me! » proruppi io « È un pilota, ha bisogno di sfogarsi e divertirsi e io prontamente gli tronco questa possibilità »

« Non gliel'hai troncata » sottolineò Aida « gli hai evitato di fare una cosa per cui lui non sì sarebbe sentito appagato completamente. E sono abbastanza certa che se tu gli avessi permesso di farlo nonostante non ti sentissi a posto, Marc avrebbe avuto enormi sensi di colpa »

Lei mi osservò, notando il mio silenzio ed accorgendosi del mio sguardo poco convinto.

« Sof, saranno pure piloti, avranno pure bisogno di sfogarsi e divertirsi nel poco tempo che hanno, ma sono umani anche loro » affermò Aida « non sono mostri che vogliono solo qualcosa di fisico, vogliono un rapporto sano con l'altra persona »

Lei mi cinse le spalle con un braccio: « Hai visto poi come ha reagito Marc: ha subito voluto farti sentire il suo supporto, non ti ha accantonata anzi, ha voluto essere ancora più vicino a te »

« E se con il tempo questo problema non sì risolvesse? » ipotizzai mesta. Combattevo contro quel tipo di ansia da anni ormai, fin dalle elementari e pareva che la situazione andasse via via peggiorando.

« A te sembra gigante, ma è normale avere questa paura all'inizio » dichiarò Aida « tutti l'hanno avuta, chi più chi meno, e la soluzione è sempre la stessa: cercare di lasciarsi andare e stare tranquilli con l'altra persona »

« Più facile a dire che a farsi »

« Se Marc è quello giusto, tra te e lui sì svilupperà un determinato legame. Un legame basato sia sulla fiducia che sulla sicurezza. Sarà lui a riuscire a farti sentire a tuo agio, Sof »

« Spero solo sia davvero così » mormorai, afflitta.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora