Capitolo 1: Un Britannico in America

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Nell'Europa degli anni Venti, in una località imprecisata, dal buio sbucò un grande castello isolato deserto. Uno spazio acciottolato davanti all'edificio era avvolto nella foschia, sinistro, immerso nel silenzio.
     Cinque Auror con la bacchetta sollevata si avvicinarono al castello lentamente, esitanti. Un'improvvisa esplosione di luce bianchissima li fece saltare in aria.
     I corpi erano sparsi a terra, immobili, all'ingresso del parco alberato. Di spalle c'era una figura; senza badare ai corpi, guardava lontano nel cielo notturno, dove la luna splendeva.

Per il Mondo Magico erano sparsi giornali con i titoli riguardanti gli attacchi di Grindelwald: GELLERT GRINDEWALD, MAGO OSCURO COLPISCE ANCORA; LA SCUOLA DIHOGWARTS ALZA IL LIVELLO DI SICUREZZA; DOV'È GRINDELWALD? Era una grave minaccia per la comunità magica ed era scomparso nel nulla. Foto animate mostravano edifici distrutti, incendi, vittime che gridavano. Gli articoli si susseguivano fitti: la caccia a Grindelwald continuava in tutto il mondo.

L'indomani mattina, in una bella giornata limpida, una nave passeggeri si avvicinò placida a New York. Nel cielo, i gabbiani volavano sereni. La nave passò affianco alla Statua della Libertà ed i viaggiatori si sporsero dalla balaustra a guardare emozionati la terra che si avvicinava.

Una figura era seduta su una panchina: Newt, in un cappotto blu. Accanto a lui c'era una valigia di logoro cuoio marrone. Sul coperchio, una delle due levette a scatto si aprì da sé. Lui si affrettò a richiuderla. Dopo essersi messo la valigia sulle ginocchia, ci si chinò sopra e sussurrò « Dougal... non ti agitare, per favore. Non manca molto. »
     Poco tempo dopo, il giovane discese la passerella della nave nella calca. « Il prossimo. » Si avvicinò alla scrivania dell'ufficiale di dogana americano dall'aria severa. Questo verificò il suo passaporto britannico molto logoro.
     « Britannico, eh? »
     « Sì. »
     « Prima volta a New York. »
     «Sì.»
     L'ufficiale di dogana indicò la valigia « C'è del cibo, lì dentro? »
     « No. »
     « Bestie vive? »
     La levetta della valigetta scattò di nuovo. Newt guardò giù e la richiuse subito. « Devo farla aggiustare... Ehm, no. »
     « Diamo un'occhiata. » disse la guardia, con sospetto.
     Il giovane inglese mise la valigia sul tavolo fra loro due e regolò un piccolo quadrante di ottone su Babbanabile. L'ufficiale di dogana ruotò la valigia verso di sé, fece scattare le levette ed aprì: dentro c'erano pigiami, varie mappe, una sveglia, una lente di ingrandimento ed una sciarpa di Tassorosso. Finalmente soddisfatto, richiuse la valigia.
     « Benvenuto a New York. »
     « Grazie. » Newt si riprese il passaporto e la valigia.
     « Il prossimo. » Uscì dalla dogana.

Presso la stazione metropolitana City Hall, al crepuscolo, c'era una lunga via di tipiche case in pietra, tutte identiche, una delle quali era ridotta in macerie. Uno stuolo di giornalisti e fotografi gironzolava nella vaga speranza che succedesse qualcosa, ma senza grande entusiasmo. Un giornalista stava intervistando un uomo di mezza età che, tutto agitato, camminava con lui fra le macerie.
     « Ed era come... come un vento.... O come... un fantasma, ma scuro. E gli ho visto gli occhi. Bianchi e scintillanti. »
     « Un vento scuro. Con gli occhi. » ripeté il giornalista, inespressivo, con il taccuino in mano.
     « Era un'oscura massa. E si è tuffato là. Là, sotto terra. Qualcuno deve fare qualcosa! Ormai è dappertutto. È fuori controllo. »
     Percival Graves andò verso l'edificio distrutto; un bellissimo uomo entrato da poco nella mezza età, ben vestito, con un modo di fare che contrastava con quello di chi lo circondava. Era vigile, pronto agli eventi, profondamente sicuro di sé.
     « Hey, trovato niente? » chiese un fotografo, sottovoce.
     « Un vento scuro... Bla, bla... » bisbigliò il giornalista.
     « Sarà una fesseria atmosferica... o elettrica. »
     Graves salì i gradini dell'edificio appena crollato. Curioso, attento, osservò la scena di devastazione. Cominciò a levarsi il vento, che mulinò attorno all'edificio accompagnato da un acuto stridore. Soltanto Graves sembrò badarvi.
     Dalla strada, una serie improvvisa di fragori. Tutti si girarono a cercare l'origine del rumore; si spaccò un muro e le macerie a terra cominciarono a tremare fino ad esplodere come in un terremoto, per poi riversarsi fuori dall'edificio e squarciare il centro della strada. Fu un movimento violento, prorompente: persone ed auto volarono per aria. Un verso che era insieme ruggito ed ululato salì dal ventre della terra.

Salve ragazzi. Come avrete letto dalla descrizione, questa storia non è di mia invenzione, ma è lo screenplay ufficiale di Animali Fantastici e Dove trovarli, adattato alla scrittura di un libro.
Questo primo capitolo è molto corto, ma iniziamo a conoscere i personaggi. I prossimi credo proprio che saranno più lunghi.
Ci risentiamo lunedì prossimo!!!

Black Mizar - 23/05/2022

P.S. Se ci sono errori, non esitate a scrivere.

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