𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 𝟐

297 24 3
                                    

Draco non aveva fatto che chiedersi quanti Draco Malfoy esistessero, quante versioni di sé stesso respirassero e camminassero come lui in quello stesso momento, in un altro punto dell'universo. O in un altro universo. C'era un Draco che stava peggio di lui? Uno che era riuscito ad avere il coraggio di uccidere Silente su quella Torre e che ora marciva ad Azkaban? C'era un Draco che era ancora migliore di quello che aveva conosciuto, uno che Lucius non lo aveva mai idolatrato e non aveva mai cercato di diventare come lui? Un Draco Malfoy che non aveva mai insultato una Nata Babbana e non si era mai creduto superiore a tutto e a tutti? Che aveva scelto di stare dalla parte giusta fin dall'inizio? Un Draco Malfoy che non era mai stato un codardo?

«Granger, hai mai sbagliato strada durante una ronda?» domandò il giovane all'improvviso, mordendosi l'interno della guancia, il cuore che gli pulsava rapidamente. Voleva sapere come aveva perso la sua occasione, la possibilità che invece era stata data al suo doppelganger.

«Una volta» ammise lei arrossendo. «Avrei dovuto pattugliare il secondo piano, ma l'ho praticamente saltato perché ho sentito un rumore provenire dal terzo. Alla fine, era solo Pix che si comportava da... Pix, ma non sono più tornata indietro e me ne sono resa conto solo il giorno dopo.»

Lei ridacchiò in imbarazzo, ma Draco aveva chiuso gli occhi e serrato i pugni nascosti dal suo mantello; lo sbaglio della sua Granger lo aveva condannato, quello della Granger del suo sosia lo aveva salvato.

Un minuscolo errore, uno stupido, piccolissimo, semplice e all'apparenza innocuo dettaglio, e la sua vita sarebbe stata completamente diversa.

«Perché questa domanda?»

Il biondino scrollò le spalle e simulò indifferenza, come se quella risposta non avesse avuto l'importanza epocale che invece aveva avuto.

«Tutto questo è fottutamente assurdo» mormorò Hermione dopo un attimo di silenzio.

Il giovane l'aveva guardata alzando un sopracciglio.

Chissà se anche la Granger è stata incuriosita dalla loro storia...

«Il fatto che il Multiverso esista o che quei due siano effettivamente riusciti ad attraversarlo?» domandò lui in tono neutro.

«Il fatto che quei due stiano insieme» specificò lei, enfatizzando con aria scioccata e nauseata le ultime due parole.

«Granger, non stanno insieme. Sono sposati» le fece notare ruotando gli occhi.

«Oh, certo, così è più normale» asserì sardonica. «Quella povera ragazza ha bisogno di aiuto»

Il biondo si bloccò sul posto. «Quella ragazza è felice, Granger. Non ha bisogno proprio di un bel niente e fidati che lui... le darà qualsiasi cosa vorrà.»

Draco deglutì dopo essersi lasciato scappare quelle parole a voce alta.

«Certo. Perché sono i soldi a fare la felicità, Malfoy, non è vero?»

Lui la guardò per qualche secondo, incassando il colpo; ne aveva sempre parlato in quei termini, ma la verità era che lui non aveva la minima idea di cosa volesse dire veramente essere felici; i regali che gli avevano fatto i genitori da bambino e che gli avevano dato l'illusione di essere al settimo cielo non erano abbastanza da permettergli di evocare un Patronus. Non sarebbe mai riuscito ad evocarne uno.

«Lui non è me» le disse soltanto. «La ama. Accetta che ci sia una versione migliore di Draco Malfoy e una versione di te che ne porta il cognome e falla finita, Granger. Abbiamo da fare.»

Hermione lo aveva fissato con le labbra dischiuse dalla sorpresa e dallo shock per qualche secondo, poi lo aveva seguito in silenzio.

Com'era possibile che lui si fosse fatto una ragione della cosa prima di lei?

Multiverse of Madness (Versione Alternativa) | Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora