Non tutte le storie iniziano o finiscono bene, un esempio è sicuramente la storia di Eloise. Sicuramente voi direte <<E chi è Eloise?>> Potrei dire che è semplicemente una ragazza, ormai donna, come tutte le altre, ma, purtroppo o perfortuna non è così.
Immergetevi quindi nei suoi ricordi se volete capire qualcosa, ma ricordate che nulla si può distruggere, si può solo trasformare.Era ormai mezzanotte, la luna piena si specchiava sui piccoli corsi d'acqua naturali o artificiali presenti sul terreno proiettandovi la sua sagoma modificata dal muoversi placido delle acque sospinte lentamente da un venticello fresco. Era appena giunto il trentun ottobre.
Vi era una grande ombra che si specchiava sulla maggior parte di quel pacifico territorio, quell'ombra apparteneva ad un grande castello. Gli abitanti di quella zona tendevano a starci particolarmente lontani, non erano certi di quello che poteva ospitare, ma le voci giravano. Esisteva una leggenda che raccontava della nascita di una strega, questa, da molti ritenuta, fiaba narrava della prima strega apparsa sulla terra, si vociferava che il suo luogo di nascita fosse appunto quell'imponente castello.
Quella notte, se qualche abitante avesse avuto il coraggio di avvicinarsi alla struttura vi avrebbe trovato l'esatta descrizione della strega che si trovava nella leggenda. Infatti, allo scoccare della mezzanotte una nuova vita era arrivata sulla terra, solo che quella nuova creatura aveva iniziato a vivere udendo, per quanto potesse, un litigio.
Era nata una bambina.
Nel tempo in cui si trovavano era quasi di vitale importanza avere un figlio maschio, le femmine non servivano secondo il modesto parere degli uomini del tempo, ma quella notte non solo era stata data alla luce una bambina, sembrava che quella nuova vita fosse maledetta.
I genitori della piccola non erano stati propriamente contenti, l'uno aveva urlato <<Incapace di una donna, nemmeno un figlio maschio sai darmi!>> mentre l'altra era sopraffatta sia dal dolore del parto sia dal constatare che non era per amore che ora aveva quella bambina. Nei suoi primi secondi di vita quella piccola, il cui nome era Eloise, aveva udito grida e aveva visto uno schiaffo colpire la propria madre.
C'era un altro motivo per cui quella bambina non era accettata, era nata con una strana mutazione genetica in cui i suoi occhi avevano assunto un colore più che improbabile, il viola. Suo padre voleva un figlio che ereditasse in tutto e per tutto il suo fantastico, a suo dire, aspetto.
La madre, d'altro canto, era stupida. Non c'è altro modo di definirla, entrambi erano nati in una famiglia di maghi, ragion per cui, secondo lei, si appartenevano di diritto, il fratello più grande di lei l'aveva avvertita della pericolosità di quel ragazzo biondo che credeva di amare, avendolo provato sulla sua pelle aveva ragione, il biondo era persuasivo, molto persuasivo ed era riuscito ad ottenere, per certi versi, quello che desiderava.Dieci anni erano passati da quella notte di ottobre in cui molte certezze si erano sciolte come neve al sole, dieci anni di inferno per la povera Eloise, la cui unica colpa era l'essere nata. Il padre era assente, impossibile da vedere, spariva non appena qualcuno anche solo pensava di spedirgli la bambina, Eloise era quindi cresciuta senza un padre.
La madre, invece, la controllava, ma non amorevolmente come una madre avrebbe dovuto fare, oh no. Qualsiasi cosa la madre volesse, anche la più assurda, lei era costretta a farla. Era, per certi versi, la serva della persona che l'avrebbe dovuta amare.
Spesso Eloise piangeva, piangeva per il dolore di alcune ferite infllitele dalla madre, piangeva per il non avere una famiglia, piangeva perchè voleva essere normale, piangeva per com'era, per il suo essere femmina, ma soprattutto piangeva per gli insulti verbali, quelli erano quelli che ferivano più di tutti.
<<Una stupida come te non merita di vivere>> << Ringraziami idiota, senza di me non saresti neanche un pensiero, inutile come sei!>> <<Renditi utile, ripaga l'immenso dolore che ho provato facendo nascere uno sgorbio come te>> Frasi di questo tipo erano cose che Eloise sentiva almeno due volte al giorno, mentre era obbligata a fare questa o quell'altra faccenda.
Ovviamente Eloise non era normale, era instabile, il tenersi tutto dentro fin dai primi anni di vita l'aveva portata al dover esplodere. Inizialmente era semplice controllare da sola quelle sue esplosioni in cui il suo potere magico si manifestava in tutta la sua forza distruttiva, poi, crescendo, la magia era aumentata, era quasi impossibile controllarla, ma Eloise doveva farlo, era solo grazie alla forza della disperazione che mai nessuno era venuto a sapere di quella sua instabilità.
Un giorno però il limite venne oltrepassato, suo padre decise di iniziare ad "allenare" la figlia con la magia. Per una bambina che sapeva solo bloccare la sua magia era impossibile utilizzarla in un combattimento, specialmente se in quel combattimento qualsiasi incantesimo, apparte quelli mortali, valeva.
Il padre di Eloise non ebbe pietà fin dall'inizio, il primo incantesimo scagliato era un semplice stupeficium, dalla potenza quasi mortale, Eloise venne scagliata all'indietro per parecchi metri sbattendo violentemente contro una parete sputando sangue, il secondo colpo poteva considerarsi mortale, venne scagliato l'incantesimo reducto, la bambina riuscì a schivarlo appena in tempo, prima che l'esplosione le portasse via un braccio.
Ogni incantesimo feriva sempre di più Eloise, facendola piangere dal dolore, fu per questo che il padre si fermò per urlarle contro <<Piangi stupida bambina?! Adesso ti do io un motivo per piangere!>>
Ma, perfortuna, quel motivo non arrivò mai, la mente di Eloise stava frugando nei cassetti più profondi della sua memoria un luogo, una persona, qualcosa che potesse aiutarla e ci riuscì. Nella sua testa una sola parola si ripeteva in contiuazione <<Hogwarts>> All'improvviso, la bambina avvertì una forte stretta allo stomaco e subito dopo un enorme giramento di testa, perdeva troppo sangue, l'ultima cosa che vide prima di svenire fu il grande castello di Hogwarts. Almeno di una cosa era certa, era arrivata dove voleva arrivare.Quando Eloise riaprì gli occhi si ritrovò in uno spazio interamente bianco, sentiva delle voci parlare sottovoce, ma aveva un udito finissimo, dovuto alla mutazione genetica, quindi riuscì lo stesso ad udire il discorso <<Albus non puoi portare qui una ragazzina piena di ferite trovate chissà dove>> <<Oh insomma preside, Albus ha fatto un ottimo lavoro, quella ragazzina rischiava di morire>> <<Non importa! Se è una spia di Grindelwald? Non ci avevate pensato eh?>> <<Con tutto il rispetto preside ma una ragazzina come lei proveniente dall'Austria, e sottolineo dall'Austria, può essere una sua spia?>> Fino a quel momento Eloise non aveva capito molto, era ancora troppo stanca, solo quando sentì la voce di un ragazzo parve risvegliarsi <<Ehm, non vorrei disturbare professor Silente, ma si è svegliata>> <<Grazie Theseus, torna pure in classe>>
La tenda bianca che quasi avvolgeva Eloise venne spostata e nel suo campo visivo entrò una figura i cui lineamenti erano molto simili a quelli della madre, se aveva capito giusto quella persona era Albus Silente.
L'uomo le si avvicinò <<Come ti senti?>> Notò subito l'assenza di presentazioni, lei sapeva già lui come si chiamava <<M-meglio>> La voce era roca, aveva assolutamente bisogno di bere e, come se le avessero letto nel pensiero dell'acqua apparve <<Come ti chiami?>> <<E-eloise>> <<Vorrei non chiedertelo, ma come mai ti sei materializzata qui ad Hogwarts?>> <<S-scappavo>> La voce le tremava quasi automaticamente <<E da chi, se posso chiederlo?>> <<Dalla mia famiglia>> Silente sembrò parecchio stupito <<Perchè?>> <<Beh, è una lunga storia>> Disse iniziando a raccontare la sua storia ad una persona che le era più vicina di quanto lei pensasse.L'aula di Difesa Contro le Arti Oscure era gremita di studenti, Eloise, di ancora dieci anni, era seduta sulla cattedra mentre guardava alcune studentesse ridacchiare indicando un'altra ragazza dalla pelle leggermente scura. Il professor Silente si avvicinò alla classe che continuava a parlare parecchio ad alta voce <<Silenzio per favore. Oggi affronteremo un molliccio, qualcuno di voi sa che cos'è un molliccio?>> Un ragazzino dai capelli castano-rossiccio alzò timidamente la mano, mentre dietro di lui alcune ragazzine parlavano ridacchiando <<Scamander è sempre uguale>> <<Certo, cosa ti aspetti da uno che è amico di Lestrange?>> Eloise strinse le mani sul bordo della cattedra facendo diventare le nocce bianche, per quanto non conoscesse le persone a cui erano rivolti gli insulti di quelle due ragazze, si sentiva comunque impotente nei confronti di quei due.
Il professor Silente parve accorgersi della reazione di Eloise dato che diede la parola al castano fulminando con lo sguardo le due ragazze <<Un molliccio è un essere di cui non si conosce la vera forma, cambia forma a seconda della paura della persona che gli si ritrova davanti>> <<Eccellente. Dieci punti a Tassorosso.>> Silente si avvicinò al ragazzo sussurrandogli qualcosa, lui si avvicinò all'armadio contenente il molliccio che si spalancò, davanti a lui, la creatura, cambiò forma, dopo qualche secondo davanti al castano si formò una scrivania <<La cosa di cui il signor Scamander ha più paura è>> <<Lavorare in ufficio signore>> Tutti gli studenti iniziarono a ridere imbarazzando il ragazzo, Silente gli fece un cenno e lui tirò fuori la bacchetta <<Riddikulus>> La scrivania cambiò forma in una sorta di drago, mentre il professore rideva.
La successiva persona era la stessa ragazza che Eloise aveva visto essere indicata da due ragazze, Silente si avvicinò a lei sussurandole all'orecchio <<E' solo un molliccio, non può farti male>> Davanti a lei, il molliccio cambiò nuovamente forma, uno strano fagotto bianco si formò, anche la luce cambiò, divenne azzurra, quasi blu.
Eloise si alzò dalla scrivania affiancando Silente, voleva avvicinarsi alla ragazza, ma il professore la fermò tenendola per il polso.Eloise aveva ormai diciott'anni, l'anno prima era riuscita a passare i M.A.G.O. con una certa facilità, ma non poteva festeggiare il tutto, Grindelwald stava diventando sempre più potente nell'intero mondo magico. Eloise aveva un segreto, aveva uno strano tatuaggio sulla spalla, più che un tatuaggio era un marchio con il simbolo dei doni della morte sanguinante. Quando Grindelwald aveva iniziato la sua ascesa al potere il marchio che aveva sulla spalla aveva incominciato a bruciare incessantemente.
Quel marchio le era stato impresso quasi a forza per essere controllata, crescendo era diventato molto più semplice controllare il bruciore del marchio, ma quando da più piccola era scappata in Inghilterra lei rischiava di svenire per quanto faceva male il semplice richiamo.
Odiava quel marchio con tutta sè stessa, quasi come i suoi genitori.
Ma l'unica cosa che si sarebbe sempre ricordata era la gentilezza con cui l'unica persona che le era più vicina di qualunque altra l'aveva accolta.
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𝓓𝓾𝓮 𝓯𝓪𝓬𝓬𝓮 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓼𝓽𝓮𝓼𝓼𝓪 𝓶𝓮𝓭𝓪𝓰𝓵𝓲𝓪
Fanfic🅜🅞🅜🅔🅝🅣🅐🅝🅔🅐🅜🅔🅝🅣🅔 🅢🅞🅢🅟🅔🅢🅐 Eloise sa di essere qualcosa di sfruttabile. Cresciuta con una madre che non l'amava, vedendola come un oggetto, e un padre praticamente assente sa cosa significa essere sola. All'età di dieci anni ries...