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"Sei pronta?" Quill bussò alla porta della stanza. La porta si aprì e rivelò la ragazza pronta e vestita.

 La porta si aprì e rivelò la ragazza pronta e vestita

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"Eccomi. Andiamo?" Venere non aspettó risposta e andò avanti, fino ad uscire da casa. Dopo una trentina di minuti a piedi, arrivarono alla spiaggia che era deserta a causa dell'orario ostile.

"Com'è la scuola nella riserva? Gli domandò sdraiandosi a terra, senza curarsi della sabbia che sarebbe entrata nei vestiti. Non se ne curava molto perché le piaceva vivere attimo per attimo, senza pensare ai se e ai ma. E per questo, che era criticata così tanto da tutti i cittadini di Forks. Non era mai stata vista di buon occhio.
"Oh, domanda inaspettata. Comunque, è molto bello, siamo circondati dal verde e ci sono pochi problemi tra gli studenti. Da te invece?" Raccontò appoggiandosi sui gomiti per non distendersi completamente a terra.
"Beh scuola è abbastanza tranquilla, tranne per alcuni ragazzi che danno un po' di fastidio a tutti. Le ragazze invece sono normali, un briciolo antipatiche alcune volte." Descrisse il tutto, ma le venne una domanda in testa, che non esitó a fare.
"Ci sta qualche ragazza carina da te? Sicuramente te ne piacerà qualcuna." Scherzò dandogli una gomitata. Pensò che se doveva resistere a quell' "appuntamento" avrebbe dovuto cercare di divertirsi.
"Si è vero, me ne piace una." Concordó, ormai rassegnato.
"Dimmi chi è, voglio raccomandarla su come sei." Venere cercò di concludere la sua frase ma il ragazzo seduta accanto a lei si attaccò alle labbra carnose della rossa con le sue. Appena si accorse di cosa stava succedendo, si staccò subito e si alzò in piedi.
"Ma cosa fai? Sei mio amico e mi baci?!?!" Gridò iniziando a correre verso la riserva. Ignorò i richiami di Quill e delle sue scuse, non voleva parlare con lui.

Con una corsa costante arrivò nella zona di casa, soltanto per vedere i suoi amici a torso nudo, come sempre, e il furgone di Bella. Andando più vicino, si accorse di un tatuaggio sulla spalla di ogni ragazzo.
"Ragazzi, quando vi siete fatti questi tatuaggi? Non li avevo visti." Disse avvicinandosi ai ragazzi mezzi nudi.
"Li abbiamo fatti un paio di giorni fa. Non lo hai ancora visto su Quill?" Le rispose Jared voltandosi nella sua direzione.
"No visto che è sempre stato con la maglietta a differenza vostra." Il giorno prima quando era arrivata non aveva fatto in tempo a salutare tutti a causa dell'orario e dalla stanchezza così abbracciò i ragazzi in bermuda, ma una voce arrabbiata fece voltare tutti quanti.
"Che cosa avete fatto, che cosa gli avete fatto?" Urlò Bella andando a sbattere contro Embry.
"Che cosa hanno fatto?" Venere sussuró tra se e se per capire a cosa si riferisse.
"Perché che cosa abbiamo fatto? Che cosa ti ha detto?" Chiese Jared divertito dalla situazione, per poi scaldarsi alla fine.
"Non mi ha detto niente, perché è spaventato a morte da voi." Continuò respirando in modo strano per la paura.
"Non gli hanno fatto niente se lo vuoi sapere, li ho visti tutti quanti tutto il giorno da due giorni." Rispose uscendo da dietro Sam, che con la sua altezza, l'aveva nascosta per tutto quel tempo.
"E tu cosa ci fai qua! Sono pericolosi. Ora vieni con me." La mora la tirò per un braccio, ma Venere con uno strattone, si liberò dalla debole presa della sorella.
"Vivo qui per grazie a te. Ora vai via per favore." Le consigliò rimettendosi dietro ai ragazzi. Tutti iniziarono a ridere per la reazione della ragazza difronte a loro, che presa dalla vergogna, tirò un pugno sulla faccia di Paul. Subito dopo questo gesto, il giovane iniziò a respirare a fatica, cercando di non esplodere aiutato dai suoi compagni, che cercarono di calmarlo e mandare via Bella.

"Cosa sta succedendo?" Venere era spaventata, lo si poteva capire dalla sua faccia alla vista del ragazzo che si accasciò a terra. In meno di un secondo si trasformò in un enorme lupo, cosa che fece indietreggiare leggermente la rossa, ma che riavanzó per vedere meglio. Bella iniziò a correre indietro e Jacob uscì di casa velocemente andando contro il lupo. Anche lui si trasformò velocemente nella stessa creatura e andò davanti al suo amico trasformato e iniziarono a ringhiarsi a vicenda. Vedendo questa scena, Venere sgranò gli occhi, non credendo potesse essere vero. In un battibaleno, i due enormi cani, iniziarono a mordersi, a lottare e a saltare, ma caddero dentro a un fiumiciattolo.
"Porta Bella e Venere in casa." Sam ordinò a Quill, che era appena tornato da quello che si poteva definire un orrore di appuntamento.
"E addio al bel segreto." Scherzò Embry andando a recuperare i due amici.

"Mi dovete delle spiegazioni." Disse Venere sedendosi in cucina. Il branco la raggiunse e anche la sorella, ma si tenne a distanza.
"Lo so che può sembrare assurdo e pazzo e so che può essere difficile da credere, ma la famiglia di Edward è composta da vampiri. Bella quando si è messa con lui, ha rischiato più volte di morire e per questo Edward l'ha lasciata. Alice riesce a vedere il futuro, Edward legge i pensieri di tutti, Jasper sa modificare l'umore delle persone. Ora tua sorella è in una sorta di depressione post abbandono. Invece io e tutto il branco facciamo parte di una particolare razza di nativi americani, che si diceva discendessero dai lupi e così è. Siamo tutti lupi, dal primo all'ultimo. Nessuno ti ha detto niente perché entrambe le specie vanno tenute segrete al mondo." Raccontò velocemente mentre Venere perse alcuni battiti del suo cuore.
"Mi stai dicendo che mia sorella si è fidanzata con un vampiro e che voi siete tutti dei lupi? Fico." Ragionò alzandosi in piedi e girando in torno all'isola.
"Per farla breve sì, è così" Bella si aggrappò al discorso.
"E i freddi e i lupi non vanno molto d'accordo. È per questo che i Cullen non possono venire a la push." Le spiegò, mentre si sedette al posto che lei lasciò vuoto.
"Bene, ho capito. Non dirò niente, state tranquilli. Ora Isabella, se vuoi andare, devo dedicarmi il braccio e preparare la cena." Andò nel bagno a prendere le medicazioni e ritornò in cucina. Quel pomeriggio aveva avuto l'okay da un infermiere per poter togliere finalmente il tutore. Avrebbe dovuto comunque continuare a mettersi una crema per eliminare lentamente i lividi presenti sopra il polso.

"Anche io preferirei che tu andassi, questo non è un posto per te." Sam provò a mandarla via.
"E per lei sì?! Cosa ha che io non ho!?" Si infuriò indicando prima la sorella e poi se stessa.
"Mi pare ovvio. Lei non si è messa mica con un vampiro. Anche tu prima eri la benvenuta ora non più. E ora va." Le rispose il capobranco indicando la porta. La mora girò lo sguardo verso il suo amico, che alzò le spalle per far intendere che non poteva fare niente contro Sam. Con passi pesanti uscì dalla cucina e sbatté la porta andando via.
"Finalmente." Sussurrò a bassa voce la rossa.

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