ricevimento

273 5 0
                                    

Jane: Sei pronta? Chiese dalla loro stanza, aspettando risposta dalla compagna in bagno.
Venere: eccomi, mi sto pettinando i capelli. Le rispose per poi uscire dal bagno con i suoi capelli rossi ondulati e non lisci come sempre.
Jane: stai benissimo così. Prese la sua mano e le fece fare un giro su se stessa
Venere: anche tu non scherzi

Venere:

Venere:

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jane:

Jane: andiamo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jane: andiamo. Scesero giù nel piano terra del castello, pieno di invitati. Erano presenti centinaia di occhi rossi e anche qualcuno di giallo ambrato. Tutti fecero complimenti alla coppia, che ringraziando cercarono di entrare nella sala del trono. Con gli occhi cercarono il resto della guardia, che trovarono in angolo ad aspettare le due ragazze.
Alec: finalmente, ci avete graziato della vostra presenza. Pensavamo vi foste uccise a vicenda. Scherzò, tirandosi su dal muro sul cui era appoggiato con aria annoiata.
Venere: siamo due vampire, come avremmo potuto ucciderci? Domandò divertita a suo cognato.
Felix: è vero, ma con voi due non si sa mai, anche se Jane non riesce ad utilizzare il suo dono su di te. Dicendo questo, ricevette una occhiata dalla bionda, che anche se non lo avrebbe mai usato su di lei, le dava fastidio non riuscire ad usare il suo potere su qualcuno.
Jane: non lo avrei comunque mai utilizzato. Ora, dove sono i maestri? Domandò cercandoli in giro per la sala.
Demetri: sono a parlare con le loro mogli. Se mi permetti, vorrei fare un ballo con la mia amica. Si indirizzó verso Jane, cercando di farle lasciare la morsa sul braccio della sua amata.
Jane: va bene, io vado a cercare Aro, così capisco cosa faremo tutta la serata. Segugio, comportati bene. Torno subito. Si scusó con la rossa che con un lieve sorriso. La neonata annuì e prese la mano offerta dal biondo.
Con passo lento, furono i primi ad entrare in pista, con gli occhi del resto della sala puntati su di loro.
Demetri: ti trovi bene con la tua bionda? Scherzò, iniziando a posizionare le mani sui fianchi della rossa.
Venere: amo alla follia Jane, abbiamo una relazione particolare. In pubblico è molto fredda, qualche bacio sulle guance o fronte e al massimo il tenersi la mano. In privato è molto espansiva, anzi. Gli rispose afferrando la sua mano posta in aria e allungando il braccio libero intorno al collo del biondo. Il ballo non era il suo forte, ma Demetri nei giorni precedenti le fece lezioni di valzer, lenti e balli classici. Lo avrebbe fatto volentieri Jane, ma con la sua poca pazienza avrebbe urlato subito e si sarebbe arrabbiata, così affidò il compito a Demetri, ma ovviamente con la sua supervisione.
Continuarono a chiacchierare, ma una voce li richiamó.
Jane: dobbiamo andare da Aro, è arrivato Aleazar. Disse interrompendo il momento fra i due amici. Senza dire una parola, si strinse alla bionda e camminò fino al suo maestro.
Aro: bentrovata Venere, com'è stato il ballo? Ti vorrei presentare Aleazar, è capace di capire attraverso il tatto il dono di ogni vampiro. Visto che bisogna scoprire il tuo, lo abbiamo invitato. Dagli la mano. Le introdusse l'uomo che si trovò davanti. Era alto, magro, moro e con gli occhi gialli.
Venere: vegetariano? Domandò anche se sapeva già la risposta. La mano fredda dell'uomo afferrò la mano più delicata e più fredda della sua. Rimase un attimo in silenzio, girando con lo sguardo la grande stanza.
Aleazar: straordinaria, è incredibile. Credimi Aro, ne ho visti di pochi come lei. Sussuró rompendo il contatto con la neonata, che si
spaventò appena, impaurita potesse essere un qualcosa di brutto.
Marcus: quale è il suo dono? Chiese impaziente, curioso per la prima volta dopo centinaia di anni.
Aleazar: credo si più giusto dire: quali sono i suoi doni. Lo corresse guardandolo negli occhi.
Caius: come scusa? Erano tutti increduli. Difficilmente accadeva che un vampiro avesse più di un potere.
Jane: quali sono?
Aleazar: è molto particolare. Venere allenandosi, riuscirà ad usare ogni potere di ogni vampiro con cui è stata a contatto. Ne ho conosciuti solo atri due come lei. Descrisse strabiliato anche lui stesso.
Aro: è fantastico. Ora saresti in grado di trasmettere dolore come Jane, avere la super forza di Felix, il fiuto come uno dei cacciatori più potenti al mondo da Demetri, come Aleazar intuire i doni, leggere i pensieri come me, capire le relazioni delle persone come Marcus e emanare le ombre grazie ad Alec. È la cosa più bella che ci potesse capitare, ora saremo indistruttibili con te. Rise dalla gioia, contagiando tutti i presenti di quell'angolo nascosto da tutti.
Venere: ne sono onorata, veramente. Ma sono sicura ci voglia molto allenamento per riuscire ad usarli correttamente tutti quanti. Sorrise pensando ai faticosi allenamenti, che non sarebbero stati così faticosi ormai, data la sua forma.
Aleazar: in realtà te ne basta solo uno di allenamento, ma molto lungo. Io ho imparato in mezz'ora ma tu avendone così tanti ti dovrai allenare minimo tre ore.
Venere: aspettate. Li fermò con un gesto della mano.
Jane: stai bene? Domandò pensando le fosse successo qualcosa.
Venere: si sto bene, tranquilla. Mi sono appena ricordata che prima, da umana, sono stata a contatto anche con tutti i Cullen. Tutte le paia di occhi si soffermarono a pensare. Chi sa se i poteri con cui era stata in contatto da umana si sarebbero trasferiti alla lei vampira.
Aleazar: aspetta, tu che cosa c'entri con i Cullen. Come ci sei entrata a contatto? Sembrava spaventato.
Venere: io sono la sorella minore di Isabella, la ragazza di Edward. Ho conosciuto tutta la famiglia. Ma a te che cosa importa. I suoi occhi divennero neri, presa dalla rabbia del suo impicciarsi di affari che non lo riguardavano. Senza volere iniziò ad usare il potere di Jane, facendo gridare dal dolore il vampiro vegetariano. Con uno sguardo della bionda, fermò il pensiero e a fatica il vampiro tornò su a parlare.
Aleazar: sono come dei "cugini" siamo entrambi dei Clan vegetariani. Spiegò capendo l'errore commesso a intromettersi.
Felix: beh, la ragazza bassetta ha il dono di vedere il futuro, provaci. Si intromise suggerendo l'idea. La rossa annuì semplicemente, concentrandosi a non pensare a niente. All'improvviso vide nero per un millesimo di secondo, dopo vide due corpi distesi in un prato. I colori erano dei semplici viola della lavanda, il verde dell'erba folta e il blu scuro del cielo di una notte inoltrata. Una rossa e una bionda, così capì chi fossero. Erano lei e Jane, abbracciate e sdraiate sui fiori violacei. Ad un certo punto, la bionda si tirò su a sedere, mormorando qualcosa, estraendo dal suo mantello, nero come la pece, una scatolina verde in velluto. La aprì lentamente, rivelando un anello oro con sopra incastonata un rubino, con l'aria di costare molti soldi. La reazione di entrambe fu commuovente, anche se nessuna delle due poteva piangere, sicuramente se fossero state umane avrebbero versato fiumi di lacrime. Venere si mise una mano difronte alla bocca, tappando l'urlo di esaltazione, mentre si buttò tra le braccia di Jane, che fu felice dell'accettazione, dato che la rossa aveva iniziato ad urlare tanti si di fila. Con uno scatto riaprì gli occhi, ritrovandosi davanti i vampiri della sua congrega e Aleazar.
Aro: che cosa hai visto? Chiese impaziente di sapere se fosse stato vero che riusciva a vedere il futuro.
Venere: ho visto la proposta di matrimonio. Disse solo riprendendosi dalla visione.
Felix: e di chi scusa?!
Venere: quella di Jane per me. Per un momento ci fu un silenzio stampa, ma poi la guardia scoppiò con dei battiti di mani.
Alec: finalmente mia sorella si sposa, dopo più di mille anni di vita. Congratulazioni ragazze, ma direi di lasciare Venere e Jane sole per parlarne. Maestri. Parlò con i suoi colleghi, lanciando alle ragazze un occhiata e congedandosi ai suoi superiori.
Marcus: anche io direi di lasciarle sole. Aro, Caius, andiamo. Grazie mille Aleazar, ci sei stato molto d'aiuto puoi tornare alla festa. Anche lui, con il suo solito passo lento e stanco, se ne andò per sedersi su una sedia in fondo alla sala. Anche gli altri due se ne andarono senza emettere un verso di troppo.
Venere: è abbastanza imbarazzante. Gemette giocando con le mani. Poteva mostrarsi dura, fredda e distaccata, ma Jane lo sapeva bene. Dalla vita da mortale aveva riportato solo una cosa tranne la sua infinita bellezza. Si imbarazzava spesso, solo che ora non lo si poteva notare, più o meno, per tutti tranne che per Jane. Stavano insieme da un mese e già si parlava di matrimonio.
Jane: no, non lo è. Tu mi vuoi sposare? Domandò speranzosa, avvicinandosi e prendendo le mani della sua ragazza.
Venere: si certo che ti voglio sposare. Voglio vivere con te il resto della mia vita. Non desidero nessun altro. Solo che mi sembra tutto così affrettato. Io ti amo, può sembrare strano dato che ci conosciamo da solo un mese, ma non posso farne a meno. Sei diventata in breve tempo la persona più importante della mia vita. Solo che parlare di matrimonio così presto mi mette un filo d'ansia. Ma visto che è con te, sono pronta a farlo. Afferrò le mani della bionda spingendola verso di lei e attaccandosi con le sue labbra carnose a quelle di Jane, che ricambió con tutta la passione del mondo. Lentamente si avvicinò Alec, passando alla sorella una scatolina.
Jane: dato che siamo qui, perché non farlo. Tu Venere Swan, la luce che si è infiltrata nella mia apatia, letteralmente la mia unica ragione di vita, vuoi sposare me, e vivere per l'eternità con me? Non si inginocchiò, non le serviva. Aprì solamente la scatolina in velluto, rivelando l'anello che aveva visto nella sua visione. Sorrise come non mai, come un bambino vedendo che la mamma lo stava portando al negozio di giocattoli. La bionda sorrise in attesa con i suoi denti perfettamente allineati che crearono un espressione veramente felice dopo tanto tempo. Venere abbracciò di slancio Jane, che capendo la risposta, infilò l'anello molto elegante all'anulare sinistro della sua amata.
Venere: sì, voglio restare con te per l'eternità. Si baciarono di nuovo, con i fischi e il boato degli invitati alle spalle, ma le occhiate più importanti erano quelle dei maestri, contenti per i loro fiori all'occhiello felici e quelle della guardia che urlava esterrefatta.
Jane: dovevo fartela sta notte, ma penso sia stata moto meglio qui. Sussuró nell'incavo del collo della rossa, che se la strinse al petto.
Venere: Non potevo desiderare di meglio in entrambe le mie vite. Grazie. Dichiarò staccandosi per ammirare l'anello pregiato.
Jane: grazie a te che mi hai salvata. Non sarei resistita un altro secolo senza il mio compagno al mio fianco. La ringraziò prendendola sotto braccio per ballare nella sala, con ancora tutti un po' sorpresi dall'annuncio.
Venere: tesoro, quando se ne andranno tutti devo allenarmi, mi aiuti? Non voglio restare sempre al castello mentre voi siete in missione.
Jane: ma certo. Aspettavo solo che me lo chiedessi. Le rispose sorridendo come faceva oramai dal suo arrivo.

spazio autrice
scusate, ma ho finito gli esami e mi sono presa del tempo per rilassarmi. Ho già scritto metà del prossimo capitolo quindi arriverò presto, giuro. Si lo so, c'è una parte quasi del tutto copiata da Twilight ma non trovavavo parole migliori per descrivere. Ciaooooo

per l'eternità !revisione!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora