bosco

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Jane POV
Aro: come vi abbiamo informato precedentemente, ci sono un sacco di casi di scomparsa a Seattle, e pensiamo sia un vampiro che stia trasformando un gruppo di umani per creare un Clan tutto suo. Parlò dopo averci fatto convocare nella sala dei troni.
Demetri: pensavamo fossero solo alcune scomparse casuali, non una formazione di un Clan. Entrò nel discorso scocciato di dover andare a controllare.
Aro: abbiamo pensato male evidentemente. Ora andate a controllare e siate discreti, non voglio che ci conoscano così. Sappiamo solo che c'entra Victoria, quella nomade che è passata da noi per non farci parlare. Finì indicando la porta, invitandoci ad uscire. Presi per mano la mia neonata e cercai di uscire, ma delle voci ci fermarono.
Aro: Venere oggi non verrà con voi. Ci bloccò sull'uscio della porta. Ci voltammo tutti non capendo.
Caius: ha l'allenamento per controllare la sua sete. Dovrà rimanere a castello, quando tornerete avrà già finito. Ci informò alzandosi dalla sua solita postazione.
Jane: okay, ci vediamo dopo, fa la brava. Discretamente le lasciai un bacio sulla fronte e poi corsi a raggiungere il resto della guardia.
Aro: Gianna, fa entrare l'umano per la prova.

Jane: sono tornata. Dissi entrando nella mia stanza, dove trovai la mia compagna intenta a leggere un libro. Delicatamente le tolsi dalle mani orgoglio e pregiudizio, accarezzando con le dita le pagine ingiallite dal tempo.
Venere: vi ho visto in una breve visione. Come è andata? Chiese prendendomi e mettendomi acconto a lei, chiudendomi tra le sue braccia, che passò sulla schiena cercando di farmi rilassare.
Jane: poteva andare meglio. Abbiamo scoperto che la creazione di un Clan non è l'obbiettivo, ma è una formazione di un esercito composto da neonati. Lasceremo stare, almeno fino a quando saranno troppo evidenti, in quel caso rientreremo in gioco. Le risposi inspirando il suo profumo. Nonostante la sua forma non più umana, continuava a mettersi il suo profumo alle rose, come un modo per ricordare la sua breve vita precendente e che non le si addiceva affatto.
Jane: a te come è andato l'allenamento? Le domandai lasciandole alcuni piccoli baci sul suo collo profumato.
Isabel: sono abbastanza soddisfatta. Ho resistito sempre, poi a due metri dalla persona, sono esplosa e l'ho morsa. Poteva andare meglio ma anche peggio. Dichiarò sciogliendomi la crocchia ordinata in testa, liberando i miei capelli corti e biondi.
Isabel: che ne dici di una passeggiata? Magari nei giardini interni, c'è ancora la luce. Finalmente i giorni si stanno accorciando. Mormorò tirandosi su a sedere. Annuii e scesi dal letto, rinfilai le scarpe e mano nella mano scendemmo giù nei giardinetti.

POV terza persona
Aro: dovete andare dai Cullen a vedere come andrà a finire la battaglia. Non entrate subito in scena, voglio che vi facciate vedere solo quando sarà tutto finito. Oggi sarà presente anche Venere, credo che le farà bene scontrarsi con loro e rivedere sua sorella. Ora andate, dovete arrivare prima che vadano via dalla radura. Demetri, trovali. Disse quando tutti arrivarono e si fermarono davanti a loro tre. Annuirono e uscirono tutti insieme dalla sala, coprendosi con i cappucci e iniziando a correre nei boschi toscani. Dopo neanche un'ora di corsa, i ragazzi iniziarono a scherzare, includendo la ormai non più neonata. Aveva imparato a controllarsi da un paio di settimane.
Venere: Demetri, mettimi giù. Urlò trovandosi sulle spalle del segugio. Probabilmente ricordandosi di avere il dono di Felix, gli tirò un pugno sulla schiena, molto forte, che solo il grande allenamento di due mesi prima poteva scaturire. Esattamente, era già passato due mesi dalla scoperta dal talento particolare di Venere, dalla proposta di matrimonio, dal ricevimento e dall'allenamento impegnativo. Avevano svolto missioni più facili e più difficili e Venere aveva già affrontato una piccola battaglia con una congrega polacca, facendo così la sua prima missione vera e propria.
Jane: siete dei bambini. Li richiamó non voltandosi ma continuando a correre tra gli alberi, nascondendosi dai cittadini della Francia. Oramai avevamo oltrepassato il confine italiano. Non sentì risposta, ma solamente uno dei corpi lanciati a terra, probabilmente Demetri, lanciato da Felix e dalla sua forza.
Jane: come reagirai vedendoli? Chiese solo, afferrando la mano di Venere e portandola più vicino a se. Anche se in pubblico non lo dimostrava troppo, amava il contatto fisico con la sua ragazza.
Venere: non lo so, solo al momento saprò risponderti. Ma spero di poter usare uno dei miei poteri su qualcuno. Quella famiglia mi ha rovinato la vita, che è migliorata solo grazie alla vostra conoscenza. Mi avete salvata da una vita che non mi apparteneva. Si aprì per la prima volta dopo il suo arrivo cosa che fece sciogliere la sua compagna.
Jane: lo spero pure io, ma non voglio metterci troppo, voglio tornare al castello il prima possibile. Mormorò buttando un occhi ai ragazzi che nel frattempo si erano calmati ed erano tornati in una fila ordinata dietro loro due.
Venere: anche io, non voglio restare troppo con nessuno di loro. Continuò accelerando il passo. Mancava poco all' arrivo.

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